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Approfondimenti: Cinque soldati per la conquista della Terra Santa. Di Aldo Indini



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Approfondimenti » 01/03/2009

Cinque soldati per la conquista della Terra Santa. Di Aldo Indini

Brindisi non può e non deve dimenticare l'Imperatore Federico II di Svevia. Questi, considerata l’importanza del porto, e l’effettivo interesse per la Città la definì: "caput terrarum marittimarum Apuliae".
La capacità di apprendere e lo smisurato sapere di Federico II destarono grande meraviglia tra i suoi contemporanei tanto da fargli guadagnare prestigiosi appellattivi, tra i quali: "Stupor mundi, Sol invicutus, Puer Apuliae... ".
Rimasto ben presto orfano dei genitori, l'imperatore ebbe come tutore papa Innocenzo III. Del Pontefice, l'uomo definito “Meraviglia del Mondo" e "Stupore della Puglia” fu dapprima pupillo e poi rivale.
Innocenzo III è ricordato per aver promosso diverse crociate. Dopo la quinta spedizione (1218-1221), anch'essa segnata da esiti non felici ed abbandonata a causa delle malattie e della fame, si inserisce una crociata che interessò la città di Brindisi. Si tratta di un evento che molti storici, in particolare quelli cristiani, si astengono finanche di citare.

Questo secondo passaggio dei crociati da Brindisi fu, però, riportato da Andrea Della Monaca nella sua Memoria Historica: "Federico finalmente aveva intimato a tutti i Cristiani, la radunanza all’istessa Città. Correvano per tutti i Regni d’Europa i corrieri, e le poste, per le quali erano chiamati a Brindisi dalli due supremi Capi della Christianità, Pontefice, & Imperatore, i guerrieri di Christo. Vi corse in breve grandissima moltitudine della Sacra Militia, e quasi innumerabile soldatesca disposta alla partenza. Questo è quello gran Secondo passaggio, che si fece, dopo quello di Goffredo a Terra Santa da’ Popoli Christiani ...».
Divenuto, il 6 giugno 1216, vescovo di Brindisi Pellegrino, (familiare dell’Imperatore Federico II) per nomina di papa Onorio III, che non potendosi recare di persona in Sicilia e nelle vicine contrade: «incaricava perciò l’Arcivescovo Pellegrino a fare le sue veci, predicando, eccitando e disponendo i crocesignati, che in gran numero erano radunati in Brindisi, per la spedizione alla conquista di Terra Santa. ... Raynaldo poi, nell’anno 1217, numero 25, scrisse, che questo Arcivescovo fu destinato da Onorio III a partire per l’Oriente di unità ai crocesignati nella qualità di Legato Apostolico »
Nella cattedrale di Brindisi nel 1225, Federico II sposa Iolanda di Brienne, regina di Gerusalemme.
Le risorse finanziare di Federico II non gli consentivano di organizzare un’armata tale da poter istituire una crociata. Fu, però, costretto alla partenza dall'incombente minaccia papale ("1226, trattato di S. Germano in cui si obbligava a fare entro due anni, la crociata, pena la scomunica). "Ma allontanatosi non molto dal porto, fece fare ritorno e a cagione di una tempesta sopravvenuta, e a cagione di sua malattia" ... "per le insistenti preghiera e le minacce dei papi, il 15 agosto del 1227, partiva con la maggior parte della flotta".
E la carenza di uomini doveva essere tale, che Federico II si rivolse ai brindisini per ottenere soldati e cavalli per la Crociata. Qui la ricerca storica; come rispose Brindisi alla richiesta di soldati e cavalli da parte di Federico II ? eccola: Divenuto Arcivescovo di Brindisi nel 1224 Pietro II, detto il Bisignano, da conoscere il Guerriero: « Quest’ Arcivescovo ad insinuazione dello stesso papa Onorio, presentò cinque soldati per la conquista di Terra Santa; come pure l’abate di S. Andrea dell’isola offerì tre pedoni, ed uno a cavallo,...»
Federico II, convinto dell’impossibilità della conquista della Terra Santa con un'esercito esiguo, di sua mano, nel 1229 si incoronò re di Gerusalemme.
L'Imperatore ebbe l’intuizione di affidarsi alla diplomazia e stipulò un trattato con El Kamil, il sultano d’Egitto. Fu sottoscritto che venivano restituite ai cristiani Gerusalemme, Betlemme, Nazaret ed altre città; in compenso Federico II cedeva il nord della Siria e si impegnava ad aiutare il sultano.
Il patto stipulato tra l’imperatore cristiano ed il sultano musulmano, suscitò, però, grave sdegno.
Nell'ideale di Federico II, i Templari non dovevano operare con il solo scopo di proteggere i pellegrini in Terra Santa, ma, lungi dal voler cacciare i mussulmani da Gerusalemme e dagli altri luoghi sacri ad entrambe le religioni, dovevano prefiggersi di stabilire una convivenza pacifica tra le due culture, ed in generale tra tutte le culture del Mediterraneo.
Cristiani e musulmani, per la maggior parte delle circostanze, non furono dello stesso parere.
Non lo furono allora. Non lo sono ancora oggi.

Aldo Indini


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