Approfondimenti » 21/02/2004
I problemi dell'agricoltura
La COLDIRETTI, la CONFAGRICOLTURA, la CIA e la CONFCOOPERATIVE di Brindisi hanno inviato una nota al Ministro dell'Agricoltura Alemanno nel tentativo di portare alla luce alcune problematiche la cui risoluzione risulta vitale per l’economia del settore primario del nostro territorio.
La nota arriva in occasione dell’incontro del 22 Febbraio, voluto dalla Camera di Commercio di Brindisi. Di seguito il testo della missiva suddivisa per arre tematiche:
LAVORO E PREVIDENZA
Nella nostra provincia si registra una situazione paradossale: il salario reale corrisposto ai lavoratori è pari a quanto le stesse aziende devono corrispondere all’INPS come costi previdenziali (CAU). Una situazione ancora più paradossale se si considerano realtà produttive simili alla nostra, come ad esempio la Spagna, dove gli eccellenti risultati registrati dal settore primario sono riconducibili anche ad un costo del lavoro nettamente inferiore rispetto a quello che sono costrette a pagare le nostre aziende.
Allo stato attuale siamo nella fase di rinnovo del contratto provinciale di lavoro e stiamo cercando, insieme ai sindacati dei lavoratori, di dare attuazione al rimando del contratto nazionale previsto all’articolo 28 dello stesso, per la prosecuzione del cosiddetto “riallineamento”.
Dal 1° gennaio 2004 i costi previdenziali sono in funzione del cosiddetto “salario medio convenzionale” (che è un salario virtuale e vale circa il doppio del salario reale), tale situazione ha comportato un incremento degli stessi fino a circa a 22 euro.
A ciò si aggiunge il pregresso, ossia aziende agricole appesantite da oneri previdenziali non onorati spesso per problemi collegati a mancate entrate a causa di calamità atmosferiche (per tale problematica siamo in attesa della circolare interministeriale che dovrebbe chiarire quanto previsto dalla finanziaria 2004, con l’ipotesi di rateizzazione in cinque anni).
Fermo restando che per poter pensare al futuro non possiamo prescindere dal pregresso, per essere competitivi con le agricolture concorrenti, anche alla luce del fatto che nei prossimi mesi entreranno in Europa nuovi Paesi con costi del lavoro nettamente inferiori a quelli attualmente presenti in Italia, non possiamo non avere:
1. CAU collegati strettamente al salario realmente corrisposto;
2. CAU proporzionati ai valori medi europei;
3. CAU effettivamente pagati da tutti.
Tutto ciò noi assicuriamo porterà all’emersione di numerose imprese agricole, con notevole ricaduta occupazionale e, di conseguenza, maggiori e certe entrate per le casse previdenziali.
RISORSE IDRICHE ED INFRASTRUTTURE
Allo stato attuale non è stato ancora attuato un programma finanziario per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge dello Stato n. 36/94 (Legge Galli), che si propone la tutela delle acque ed il corretto uso delle risorse idriche, afferma la priorità del consumo umano su ogni altro e persegue il risparmio ed il rinnovo delle risorse idriche al fine di non pregiudicare il patrimonio esistente. Tutta la prima parte della legge individua i compiti dello Stato finalizzati alla realizzazione di infrastrutture. Ad oggi non è stato ancora attuato un programma finanziario per la realizzazione delle stesse, per questo motivo la Regione Puglia ha fatto ricorso ai fondi del Por 2000-2006 stralciando dalla misura 4.4 (insediamento dei giovani agricoltori) la somma di 700 miliardi delle vecchie lire, pari a 35 milioni di euro, per finanziare, appunto, la progettualità per le infrastrutture.
Nella legge Galli si propone il ruolo dei consorzi di bonifica quali enti designati alla gestione delle acque e del territorio. Ma la realtà pugliese è aggravata dalla situazione in cui versano i Consorzi stessi, delegittimati ad operare per posizioni politiche populistiche. Siamo convinti del ruolo importante di questi enti, tanto da ritenere necessaria la loro riforma per far rimanere il governo di autogestione.
RIFORMA OCM OLIO D’OLIVA
Nel valutare positivamente il lavoro fino ad ora compiuto, riteniamo indispensabile non abbassare la guardia per confermare e completare nel nuovo regolamento alcuni aspetti irrinunciabili per l’olivicoltura italiana, ed in particolare per quella pugliese, che risulta la Regione europea maggiormente produttrice di olio di oliva e sul cui territorio sono state riconosciute cinque DOP. A nostro parere gli obiettivi da raggiungere sono:
1) Mantenimento attuale plafond finanziario per paese membro;
2) Disaccoppiamento parziale con disponibilità a negoziare il valore percentuale del disaccoppiato;
3) Definizione delle pratiche agronomiche e ambientali specifiche per l’olivicoltura, condizione necessaria per l’ottenimento della parte disaccoppiata;
4) Nell’ambito del Plafond nazionale deve essere data facoltà allo Stato membro di creare una riserva nazionale, per i giovani e nuovi agricoltori;
5) Tra gli elementi previsti per la suddivisione delle cinque zone a livello di singolo Stato membro, devono essere inserite “azioni di miglioramento qualitativo” e “azioni orientate al mercato” al fine di privilegiare, insieme all’aspetto ambientale-paesaggistico, la specificità qualitativa delle aree a denominazione di origine protetta;
6) In considerazione dell’alternanza produttiva degli uliveti, prevedere che il periodo di riferimento per determinare l’importo dell’aiuto sia di cinque anni;
7) Per gli oliveti che non hanno un erogato storico, in quanto piantati a ridosso del blocco degli impianti ai fini del diritto di aiuto, si devono considerare le rese delle zone omogenee su cui insistono gli oliveti stessi;
8) Inizio della nuova riforma al 1° novembre 2004;
9) Per Organizzazioni di operatori deve intendersi, “Organizzazioni di produttori riconosciute” e “Organizzazioni interprofessionali riconosciute”, questi soggetti devono svolgere attività finalizzate ai programmi di attività triennali e non di gestione del nuovo aiuto;
10) La percentuale massima che lo Stato membro può trattenere sul plafond nazionale per l’attuazione dei programmi può essere del 10%;
11) No alla revisione anticipata al 2009 (come sembra proporre la Commissione per tutte le produzione mediterranee da riformare, art. 155);
12) Rafforzare le azioni di sostegno al mercato.
RIFORMA DEL FONDO DI SOLIDARIETA’ NAZIONALE
Con particolare attenzione guardiamo alla riforma del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità atmosferiche, e in particolare alla legge delega 38/2003. Nel mondo agricolo l’attesa è grande per vedere finalmente appagate le storiche aspettative dei produttori: polizze a costi sostenibili, maggiormente diversificate per gamme di garanzie, condizioni, franchigia.
Siamo consapevoli delle difficoltà che il mercato assicurativo incontrerà per adattarsi alle nuove regole, tanto più che questo dovrà avvenire in tempi rapidissimi. Ma non si può rischiare una nuova procedura d’infrazione comunitaria, ancora tergiversando o cullandosi nell’illusione di un ritorno al passato.
Per questo ci aspettiamo una rapida emanazione di regole chiare, certe e pienamente rispettose della normativa UE. Mancando queste condizioni, non si vede come si potrebbe gestire la prossima campagna assicurativa gettando nell’assoluto vuoto di regole, dopo 30 anni, il mondo delle assicurazioni agevolate in agricoltura.
L’immediata emanazione delle norme di cui sopra consentirà indistintamente a tutti gli attori del sistema: Compagnie Assicurative, Organizzazioni di Categoria, Istituzioni e Consorzi di Difesa, di avere un ruolo non conflittuale ma, nell’ambito di un franco confronto, di offrire al sistema assicurativo agevolato quella svolta da tutti auspicata, ma che ancora attendiamo nell’interesse delle imprese agricole.
CONCLUSIONI
Con questo documento abbiamo ritenuto di non fare una semplice elencazione delle problematiche che vessano la nostra agricoltura. In conclusione, ci preme però ricordare che il nostro territorio ha bisogno di risolvere i problemi che attanagliano il settore zootecnico, tra i più urgenti la blue tongue (danni economici dovuti alla vaccinazione e divieto di movimentazione) e, non ultime, le quote latte e le sanzioni collegate.
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