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Musica: Diario di bordo. Pagina n. 15



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Musica » 10/07/2009

Diario di bordo. Pagina n. 15

In un periodo in cui anche nella nostra città chiudono i negozi di dischi, il 18 aprile scorso, si è celebrato in tutta Europa il “Record Store Day”, il giorno del negozio del disco.
È stata una giornata davvero singolare e particolare che in altri Paesi europei ha raggiunto le prime pagine dei giornali, mentre in Italia, tranne qualche rivista specializzata, non ha avuto la giusta considerazione. Nelle varie conferenze organizzate si è parlato dei piccoli negozi dove s’instaura un rapporto privilegiato tra il gestore e il cliente, dove è possibile essere consigliati e conoscere le novità discografiche meno conosciute e quelle di culto. Ed è proprio nei piccoli negozi che il gestore conosce i tuoi gusti e che può soddisfare i padiglioni auricolari più sensibili e attenti alle novità e ai cambiamenti.
Cosa contraria nei centri commerciali che consentono di acquistare solo i nomi più importanti e i grandi successi, tralasciando la musica di qualità e quella degli artisti emergenti.
Spesso anche nelle collane che a volte vantano ottimi prezzi si trovano discografie di artisti destinati a un mercato ancor più ristretto rispetto a quello della musica indipendente, sempre in continua evoluzione e ascesa.
La crisi del disco, internet e i centri commerciali sono sicuramente tra le cause principali, e come ogni piccolo negozio che chiude, un pezzo di cuore e di umanità lascia il posto alla frenesia, al consumismo e a quel tipo di progresso che comincia a non piacerci più.
E pensando anche agli “store” che hanno fatto la storia nella nostra città, ci piace ricordare Cosimo “Mimino” Calìa, Raffaella De Giorgio e Angelo Migliano, tre indimenticabili amici scomparsi che, in epoche diverse, hanno gestito alcuni tra i più importanti punti d’incontro e di riferimento dei giovani musicofili brindisini.

Chi continua ancora frequentare i piccoli negozi sparsi in tutt’Italia sono Camillaccio Fasulo e da Antonio Marra sempre attenti e sensibili alle novità discografiche.
Da “RADI@zioni / The Next Generation” di lunedì 6 Luglio 2009:
- “Primary Colours”, il nuovo cd dei britannici THE HORRORS, è senza dubbio destinato a diventare uno dei punti di riferimento, per quest'anno, per una certa scena a cavallo tra new-wave & post-punk. Saranno brutti, sporchi e cattivi questi 5 ragazzotti inglesi ma, nonostante la loro ancor giovane età, hanno sfornato un disco pressoché perfetto.
Un aperto omaggio tanto ai Joy Division quanto ai The Cure. The Horrors attingono a piene mani dalla migliore tradizione post-punk inglese, ma sopra di essa tratteggiano brani dai contenuti coinvolgenti e, a tratti, pure esaltanti. Produce, va detto, Geoff Barrow (dei Portishead), che lascia un’impronta ossessivo-ipnotica tutta sua, evidente fin da subito.
Il titolo dell’album, poi, parla chiaro: “Colori Primari”! Niente sfumature! Diretti alla meta, con gli elementi necessari a portare a casa un po’ di soddisfazioni live. Sì, perché presumo che un concerto di The Horrors abbia davvero le carte giuste per coinvolgere: la musica prodotta sembra proprio studiata per una migliore resa “live”.
E forse The Horrors hanno semplicemente preso alla lettera la lamentela più in voga nell’ambiente musicale da qualche anno in qua: “i dischi non li compra più nessuno e ormai servono esclusivamente come meri veicoli per l’attività dal vivo”.
È stato scelto da Camillo Fasulo per l’approfondimento de “il Disco della settimana”.

E sempre dalla stessa puntata eccovi un’altra segnalazione:
- A rinforzare il trend di una scena “indie-wave” (il termine “indie” sta per “indipendente”. Gli indiani non centrano un bel niente!... a buon intenditor…! N.d.a.) che stava pian piano scemando ci pensano WHITE LIES, band londinese affacciatasi alla ribalta musicale con questo eponimo cd dannatamente elegante. Se siete stufi di trovarvi davanti all’ennesimo clone dei Joy Division, beh, allora questo non è disco per voi!
Tutti gli altri, invece, scopriranno un nuovo modo di ri-elaborare questo tipo di musica fatto di scariche elettriche e melodie notturne.
Formula pienamente azzeccata quella dei White Lies, che a volte, per la verità, si lasciano un po’ andare con ritornelli fin troppo commerciali ma che comunque riescono ad ipnotizzare l’ascoltatore. Un lavoro che merita attenzione! È stato scelto da Carmine Tateo per il frammento radi@ttivo “Disco Hot / i più ascoltati del momento”.

Nella puntata del 3 Luglio scorso “RADI@zioni Cult”, curata da Antonio Marra, l’obiettivo è stato puntato su novità discografiche prodotte da rappresentanti del gentil sesso.
Tra tutte vogliamo segnalarvene tre. Innanzitutto l’atteso ritorno di PJ HARVEY che condivide con il fido compagno d’avventura JOHN PARISH il ritorno a sonorità aspre e dalla struttura complessa.
“A woman a man walked by” é un disco di grande spessore ed ispiratissmo nel quale John Parish é l’autore della musica mentre Polly Jean dei testi.
Un’altra uscita che sicuramente ritroveremo nelle playlist di fine anno é l’esordio della 18enne austriaca Anja Plaschg che si presenta con lo pseudonimo SOAP&SKIN. “Lovetune for vacuum” vede Anja sopratutto al pianoforte a proporre brani di grande profondità, con arrangiamenti sobri ma curatissimi, spesso conditi da archi. Non propriamente un disco estivo, per via delle atmosfere notturne, ma in questi periodi d’insostenibile leggerezza non é controindicato per la salute addentrarsi in ascolti più impegnativi.
Se invece non si può proprio fare a meno della leggerezza allora facciamo in modo che sia accompagnata da grandissima qualità. In questo caso allora il veliero radio@ttivo vi propone la seconda prova discografica della 25enne MELODY GARDOT da Philadephia.
Vittima di un grave incidente stradale quando era 19enne, Melody si porta dietro le conseguenze fisiche di questo trauma che però non hanno intaccato il suo talento pure di compositrice, tra l’altro dotata di una voce cristallina. Il contenuto di “My one and only thrill” é un pop raffinatissimo che sa di jazz anni ’40 e talvolta di blues, con arrangiamenti curatissimi. Se solo fosse accompagnata da un’adeguata promozione saremmo pronti a scommettere sul grande successo commerciale di Melody Gardot, un po’ sulla scia di Norah Jones.

(Marco Greco)


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