Libri » 20/09/2009
Nella tempesta… la quotidianità. Di Giulia Cesaria Maltinti
“Nella tempesta… la quotidianità” è il titolo del diario-racconto su come Giulia Cesaria Maltinti, brindisina, sposata con un ufficiale del Reggimento San Marco, ha vissuto la sua esperienza di moglie di un soldato inviato in zona di guerra, ma in missione di pace. Argomento di grande attualità in questi giorni di fronte alla tragedia di Kabul e la morte di sei paracadutisti della “Folgore”.
I fatti raccontati da Giulia Cesaria Maltinti si svolsero nel 1982 e riguardano la missione in Libano, la prima delle missioni di pace in cui i militari italiani venivano impegnati dopo la fine della seconda guerra mondiale. Forse non era la missione militarmente più pericolosa, anche se il bilancio finale fu di un morto e molti feriti, ma sicuramente ebbe una rilevante importanza politica e militare perché era la prima volta, dopo la fine della guerra, che all’Italia veniva riconosciuto un ruolo internazionale di grande responsabilità. Una occasione che il nostro Paese, sul quale erano puntati gli occhi di mezzo mondo, non poteva fallire. Evidente che un compito così impegnativo non poteva che essere affidato dallo Stato Maggiore ai corpi militari d’elite (all’epoca esisteva ancora la leva obbligatoria), il San Marco in primo luogo. E di conseguenza la città di Brindisi, dove il Reggimento (all’epoca Battaglione) ha sede e da dove partì il nostro contingente diventò una sorta di capolinea logistico delle operazioni.
Giulia Cesaria Maltinti descrive come improvvisamente cambio la vita delle donne rimaste a casa, spesso con un lavoro da svolgere e figli piccoli da accudire, piccole routine che diventavano montagne insormontabili, con lo stato d’animo e la paura di chi sapeva che il proprio compagno non si trovava ad una normale esercitazione ma in una vera e propria guerra. E poi le lunghe settimane di silenzio, la televisione sempre accesa sui notiziari per captare ogni notizia proveniente dal Medio Oriente, la riscoperta del rito delle “lettere dal fronte”, le riunioni insieme alle altre mogli in attesa della corrispondenza, dei messaggi ma anche per scambiarsi solidarietà, favori e soprattutto novità.
La originalità dell’impegno di Giulia Cesaria Maltinti non sta soltanto nell’essere la prima moglie di un militare che racconta ciò che non emerge mai dalle cronache delle missioni di pace, se non quanto qualche marito, fidanzato o figlio rientra in Italia dentro una bara avvolta nel tricolore, ma di avere voluto includere nel libro anche la testimonianza del marito, il capitano di fregata Fabrizio Maltinti, che dopo quella prima missione in Libano nel 1982, ne ha effettuata tante altre, da Mogadiscio in Somalia, a Sarajevo o in Kosovo sino ad essere non solo un veterano, ma un autentico esperto in materia. Dal diario libanese di Fabrizio Maltinti apprendiamo le peripezie, le emergenze, le piccole e le grandi storie, che ogni missione all’estero comporta. Nel caso di quella “peacekeeping” in Libano del 1982 così politicamente delicata e pure così unanimemente apprezzata nonostante la mancanza di esperienza, e da come vennero gestite le prime tragiche conseguenze della missione: dall’uccisione del marò Filippo Montesi, la prima giovane vittima italiana di una missione di pace, ad autentici atti di eroismo compiuti dai nostri militari.
Nella post fazione il libro (Hobos Edizioni srl, € 15, stampa Italgrafica di Oria, da lunedì 21 settembre in tutte le librerie di Brindisi), il cui ricavato è destinato all’istituto Andrea Doria che assiste gli orfani dei marinai caduti in servizio, riporta l’elenco di tutti i marinai del San Marco che a vario titolo hanno partecipato negli anni dal 1982 al 1984 alla missione in Libano.
Il libro di Giulia Cesaria Maltinti sarà ufficialmente presentato lunedì 21 settembre prossimo alle ore 18,30 a Brindisi presso il salone di Palazzo Nervegna. Il lavoro sarà presentato da una psicologa, la dott.ssa Anna Tassello.
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