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Approfondimenti: Una città senza cura? Di Oreste Pinto



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Approfondimenti » 06/10/2009

Una città senza cura? Di Oreste Pinto

“Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l’ignoranza, per rendersi felici hanno escogitato di non pensarci”.
Questa massima di Pascal mi è tornata alla mente diverse volte in queste ultime settimane.
Ho sempre pensato che l’uomo malato comprenda il concetto di salute meglio dell’uomo sano. Ma guardando Brindisi ho qualche difficoltà oggettiva a confermare la mia idea. La nostra città è malata, molto malata e sembra peggiorare di giorno in giorno senza che si assuma l’impegno di trovare la medicina.
Nemmeno le annuali indagini de Il Sole 24 ore, quelle che ci vedono affezionati alle ultime posizioni, ci svegliano dal coma profondo. Quest’anno siamo precipitati al 100° posto nella graduatoria riferita al Benessere interno lordo. Quando sotto di noi ci sono solo tre provincie facciamo prima a parlare di Malessere.
Stiamo messi male ma nessuno riesce a trovare la cura. Nessuno se ne cura.
Siamo una città che si ritrova con l’assenza totale di significati, di punti di riferimento. Il nostro è un vivere che accompagna all’apatia, all’indifferenza delle scelte, alla rassegnazione, ad uno stato quasi vegetativo.
Qualcuno pensa di riempire il vuoto con musica, arte, sport, giochi per bambini. Ma anche le occasioni di divertimento, invece di essere uno svago che rigenera corpi e menti, si riducono a di-vertere, a distogliere l’attenzione dalla direzione giusta.
Siamo un popolo assuefatto, non ci interessa la verità, non ci vogliamo conoscere. Probabilmente abbiamo paura di guardarci allo specchio per non riflettere davvero. Ci basta sapere che la domenica non manca il sugo con le polpette e le braciole e che l’estate si va al mare. Basta.
Si è rimbambita quell’intera generazione che non ha avuto gli strumenti per opporre resistenza. E la disfatta si è trasferita come una pandemia in ogni campo dell’attività umana, a cominciare dalla politica per finire ai comportamenti etici, civili e morali.
Chi ci salverà? Non certo la nostra attuale classe dirigente, una fabbrica in liquidazione coatta amministrativa che “si” pensa Brindisi ciò che non è, una baracca che – nel migliore dei casi – è tenuta in piedi dai “vorrei ma non posso”. Non certo quella stampa allineata e coperta che offusca l’analisi e anestetizza le coscienze. Non certo i padri che continuano a dire ai figli “vavvandi, ca qua no ci sta fatia”. Non certo i figli che continuano ad avere quei padri come modello.
Serve gente con la coscienza più attiva, con la ragione ben sveglia e con l’entusiasmo almeno pari alle capacità di capire, studiare e servire.
Arriveranno i novelli Truman Burbank a sconfessare quelli che pensano che siamo morti e non ce ne siamo accorti?

Oreste Pinto

Pubblicato su TBMagazine di Ottobre 2006, in distribuzione gratuita in decine di esercizi commerciali della provincia di Brindisi.
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