Approfondimenti » 26/10/2009
Deficit di informazione sul Pot dell'Autorità Portuale. Di Francesco Magno
Rilevo che da alcuni mesi nella nostra città e da parte dei massimi rappresentanti pubblici, va sempre più affermandosi il principio che è necessario “apparire” su aspetti effimeri, mentre su quelli che interessano maggiormente la gestione del territorio e della salute pubblica vi è un forte deficit di informazione che cozza con i principi fondamentali della Democrazia.
I due più importanti esempi sono rappresentati dal Piano triennale delle opere pubbliche, proposto dal Presidente dell’Autorità portuale e dalla convenzione con le industrie energetiche; su questo ultimo, da cittadino, mi riservo di esprimere considerazioni nel momento in cui sarò in grado di conoscere le proposte avanzate agli Enti pubblici dalle aziende produttrici di energia.
Invece, sul Piano triennale delle opere pubbliche proposto dal Presidente dell’Autorità portuale ed avendone letto i contenuti, mi permetto di riportare personali considerazioni; lo faccio non solo per rispondere al senso civico e di democrazia che ha caratterizzato il Presidente della Camera di Commercio nel momento in cui mi ha permesso di prenderne visione, ma anche per rispondere alla sete di conoscenza e di informazioni di cui la popolazione di Brindisi è carente per esplicita volontà.
Condizionato dalla mia cultura ho verificato subito se il Piano triennale proposto fosse tale da garantire “linee di sviluppo” capaci, fra l’altro, di essere vincolate a due principi fondamentali dello “sviluppo sostenibile”, quali: la tutela e la salute dei cittadini e la tutela e conservazione del territorio.
Il Piano riporta un’aggregazione informe di progetti che non risultano avere alcuna connessione logica, oltre che prospettica, sui concetti basilari dello “sviluppo sostenibile”.
Per esempio, con quale logica di “sostenibilità” è possibile proporre la realizzazione di un “molo carbonifero” a Cerano nel momento in cui tutto il territorio è vittima, da oltre 15 anni, della presenza di polverino di carbone e del totale annullamento dell’economia dei terreni posti nell’intorno del nastro trasportatore?
L’unico elemento di congiunzione fra la proposta del Presidente dell’Autorità portuale ed il proprio programma triennale è dato dal Protocollo d’Intesa firmato con il Sindaco di Brindisi in data 26/05/2009 che, a prescindere dalla posizione della Regione è stato totalmente smentito dallo stesso Governo nazionale nel momento in cui, nel Documento Programmatico Economico e Finanziario 2010-2013 (DPEF), esclude totalmente Brindisi.
Come è possibile fare riferimento alla Legge Obiettivo (L.443/01), che è la legge delega del Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici, se lo stesso governo nella propria programmazione (DPEF) disconosce completamente il ruolo di Brindisi quale Hub dell’offerta logistica adriatica?
Come è possibile che un Ministro del Governo sottoscrive un Protocollo d’Intesa con il Sindaco di Brindisi e lo stesso Governo disconosce quanto riportato nel protocollo?
Questa è la dimostrazione che quel Protocollo d’Intesa, firmato in pompa magna a pochi giorni dalle elezioni, costituiva solo un ulteriore becero mezzo elettorale!!!
Il Piano presentato dal Presidente dell’Autorità portuale costituisce, per la gran parte delle opere ipotizzate, elemento di forte contrasto con la normativa comunitaria e nazionale vigente; infatti è in contrasto con:
- gli “Orientamenti Strategici Comunitari” (OSC) ed in particolare con gli obiettivi OSC 1.2 “rafforzare le sinergie fra tutela dell’ambiente e crescita” nel momento in cui prevede la realizzazione del nuovo porto a Cerano e la possibilità di utilizzare a fini industriali e marittimi tutta l’area costiera, comprese le aree sottoposte a vincolo ZPS, SIC e Parco di Punta della Contessa, fra Capo Bianco e Cerano;
- il Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, che punta a privilegiare il recupero ed il riuso di siti industriali e portuali sottoutilizzati rispetto alla creazione di nuovi insediamenti portuali ed industriali;
- con le priorità della programmazione comunitaria 2007-2013, indicate nel documento “European Community Strategic Guidelines for Coesion, Growt and Jobs” (2005), che rilancia la sinergia tra tutela dell’ambiente e crescita economica al punto che il recupero dei siti contaminati e delle aree industriali e portuali dismesse per il successivo riutilizzo a fini economici è una priorità dei Fondi Strutturali Tale documento, riproduce, in maniera inequivocabile, la volontà comunitaria, razionale, oggettiva e realistica che il risanamento dell’ambiente industriale e portuale, produce attrattività e sviluppo economico sostenibile;
- con il Progetto Strategico Speciale (PSS-marzo 2008), in ottemperanza al Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, che individua nel recupero e nel riuso delle aree industriali e portuali dimesse e/o sottoutilizzate la maggiore priorità;
- con il DLgs 163/2006 che all’art. 128, comma 3, prevede che il programma triennale delle opere pubbliche deve individuare un ordine di priorità, inesistente in quello proposto dal Presidente dell’Autorità portuale, nel quale sono prioritari i lavori di manutenzione e di recupero del patrimonio esistente;
- con lo stesso DLgs 163/2006 che allo stesso articolo 128 comma 2, riporta come ogni studio-progetto di un Piano triennale delle opere pubbliche debba necessariamente essere corredato, se pur in termini di fattibilità, delle componenti: di sostenibilità ambientale, storico-artistiche, paesaggistiche, ecc. ecc.
Ritornando al “Deficit di informazione”, appare veramente strano, se non oltre i limiti consentiti dalla Legge, come il Presidente possa proporre al proprio Consiglio l’approvazione di un Piano triennale delle opere pubbliche senza che questo sia reso PUBBLICO, prima dell’approva-zione, mediante affissione nella sede e/o sul sito (oggi consentito) per almeno 60 giorni consecutivi (DLgs 163/2006 art. 18 comma 2)!!!
Insomma, pur non vivendo direttamente e per scelta la vita politica, mi chiedo quanto io possa valere come cittadino, nel momento in cui rilevo che sulla mia testa, sulla mia salute e sul territorio che amo e vivo si accaniscono volontà che sono in contrasto, sia con le norme vigenti ma, anche e soprattutto, con il diritto d’informazione e di partecipazione democratica alla gestione del mio futuro.
Prof. dott. Francesco Magno
geologo-consulente ambientale
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