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Approfondimenti: Sotto il vestito niente. Di Oreste Pinto



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Approfondimenti » 03/11/2009

Sotto il vestito niente. Di Oreste Pinto

Lo sbandamento della nostra società ha radici profonde e forti. Le cause sono numerose e si perdono nella notte dei tempi ma gli sciagurati effetti sono ben visibili ancora oggi.
Prendiamo ad esempio la questione ambientale.
Alzi la mano chi osa negare l’esistenza di problematiche annose e sensibilmente pesanti.
Restiamo tutti con le mani abbassate, vero? E’ il segno che nessuno sottovaluta la gravità della materia.
Eppure vi sono diverse persone che assumono comportamenti non consoni alla serietà dell’argomento. Guarda caso albergano quasi tutte nelle cosiddette stanze dei bottoni.

Ragionamenti ed umori sulla recente vicenda delle “convenzioni energetiche” spingono a compiere riflessioni poco edificanti sul teatrino messo in piedi negli ultimi mesi. Si avverte un’abissale frustrazione ed un forte senso di inadeguatezza quando si medita sui reali risultati che il territorio potrà conseguire nella trattativa tra aziende elettriche ed enti locali.
L’impressione è che più di qualcuno stia tessendo la tela per evitare di conferire alla questione la rilevanza che merita. E quando non si può proprio fare a meno di toccare l’argomento accade sovente di essere trascinati nel vortice della confusione da chi spaccia il fumo per arrosto per fare in modo che i fiaschi non si accompagnino ai fischi.
Una dimensione surreale in cui ci ha condotto una classe politica incredibilmente modesta supportata da un apparato mediatico di “garanzia”. E laddove i media non sono complici o non lo vogliono più essere fanno fatica a recuperare la bussola persa in anni di immersioni nell’acqua di rose.

Il giornalista argentino Horacio Verbitsky, famoso per le sue verità sulla fine dei desaparecidos, ha scritto: “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è propaganda”. I fatti sono chiari. Sembra che stiano lì solo per essere diffusi. Chi dirà alla casalinga del Perrino che gli incontri rischiano di rappresentare l’ennesima farsa, che il carbonile doveva essere coperto anni fa, che l’utilizzo dei sistemi per ridurre le emissioni era già stato programmato dall’azienda in contesti leggermente più elevati?
State certi che alla fine della fiera si incarterà il niente mischiato al nulla perché siamo vittime di un sistema che si auto-sostiene, si auto-riproduce e si auto-flagella. Un sistema che rimorchia sia la politica fai da te, quella con poche idee e zero peso specifico, sia la Politica taroccata e ipocrita dei falsi contrasti che celano quel bipartisanismo teso all’esclusiva conservazione di privilegi e vantaggi.

Viene da chiedersi cosa mai possa mettere fine a questa notte lunga e buia, quali fatti riusciranno a denudare una realtà dove sotto il vestito non può e non deve esserci nulla, quanta fiducia si può riporre nella cittadinanza attiva e organizzata.
E’ indubbio che il numero crescente di voci non imbavagliate, il movimento “anti rigassificatore”, i “No al carbone”, la moltitudine di ragazzi che manifesta in difesa di un modello di scuola e le tante associazioni che operano nel territorio rappresentano realtà vive e genuine che, potenzialmente, contengono il seme della speranza nel cambiamento. Ma finché restano solo la risposta viscerale a problemi specifici non fanno paura ai direttori d’orchestra e corrono il forte rischio di mancare l’obiettivo prefissato.
Però, se si provasse ad unire le forze…

Oreste Pinto
Pubblicato sul TB Magazine di Novembre 2009


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