Musica » 27/11/2009

Diario di bordo. Pagina n. 34

Ebbene si! È arrivata inaspettata, sbucata da chissà dove, ma alla fine ha colpito anche noi. Avremmo preferito un bistecca di maiale cotta ai ferri, invece ci siamo dovuti, per così dire, accontentare di un altro tipo di “suina” sotto forma di un fastidiosissimo virus influenzale. Credevamo che la nostra vecchia pellaccia consumata dalla salsedine, bruciata dal caldo sole del Mediterraneo e profumata dai barili di malto, ci avrebbe risparmiato dagli sciroppi e dai medicinali, ma tant’è…
Così la vecchia ciurmaglia radi@ttiva, per tutelarsi la salute, ha dovuto arrendersi davanti ad un’appuntita, quanto salutare, supposta calibro 38!
Mentre il pennino accenna a scrivere questa nuova pagina del diario, apprendiamo che il noto mensile musicale “Rolling Stone” ha eletto “Rocker dell’anno” il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Dopo Lapo, scelto alcuni mesi fa come testimonial della campagna promozionale di “Rock Save Italy”, siamo costretti a raccontarvi ancora di una nomination che ci appare così lontana e poco appropriata con il mondo del rock, almeno con quello che intendiamo noi.
A nostro avviso queste idee poco brillanti, contornate da eventuali interessi e gustose “slurpate” tolgono quelle poche speranze a chi scorge nella musica sprazzi di cielo sereno, di valori “dylaniani”, di storie fatte con armoniche e chitarre, di orgoglio nero, di sangue e sudore fatti gocciolare dal palco e, soprattutto, di indipendenza, frutto di un mondo lontano dalla politica, dal business e dai leccaculo. Sono questi gli stili di vita del rock, il resto è solo folklore!

Il nostro pirata Antonio Marra ci parla dell’incontro radi@ttivo di Venerdì 20 novembre che ha visto il ritorno in porto di uno degli artisti più amati dalla ciurma del nostro veliero: Amerigo Verardi. Amerigo é uno dei più grandi talenti espressi dal rock italico ed è anche lui un marinaio di lungo corso: Allison Run, Lula, Lotus i suoi progetti passati (a questi sono da aggiungere un paio di lavori pubblicati da solista). L’ultima sua avventura lo vede, in compagnia di Marco Ancona (Bludinvidia), ospite della compilation post-sanremese degli Afterhours “Il Paese È Reale” con il brano “Mano nella mano”, una delle 5 più belle canzoni dell’anno. Ed ecco quindi un’intensa attività live lungo tutto lo stivale con il duo accompagnato dalle tastiere di Gianluca De Rubertis (de Il Genio). In una piccola pausa con qualche concerto in Puglia, Amerigo Verardi ci ha fatto visita per presentarci un nuovo disco ‘interlocutorio’. “Bootleg – Oliando la macchina – live tour 2009” é infatti un disco autoprodotto e registrato dal vivo da Giovanni Sileno (Leitmotiv) che viene venduto ai concerti o attraverso un contatto su www.myspace.com/amerigoverardimarcoancona.
Due chitarre acustiche, tantissimi effetti, una drum machine ed il sapiente gioco di colori delle tastiere di Gianluca De Rubertis ci offrono 8 brani splendidi, senza arrangiamenti o altri abbellimenti se non il profondo affiatamento di Amerigo Verardi e Marco Ancona. È palpabile la loro voglia di condividere profonde emozioni con il palato raffinato dei fans che amano il rock indipendente in cui la canzone d’autore italiana si veste di colori psichedelici. Ben tornato a casa Amerigo ed in bocca al lupo a te ed a Marco per il prossimo tour. Ci rivedremo al successivo rientro in rada, magari con un disco in studio!

Da “RADI@zioni / The Next Generation” di lunedì 23 novembre 2009, per l’approfondimento de “Il Disco Della Settimana”, Camillo Fasulo vi ha proposto “Houses Of The Unholy”, recente album per i Church Of Misery, una delle cult-band più seguite del nuovo millennio. Provengono dal Giappone, hanno per anni lavorato nell’underground più profondo ed hanno, finalmente, un proprio disco effettivamente distribuito grazie all’etichetta inglese Rise Above.
Sono immersi, fino al collo, negli anni ’70 (si noti anche nel titolo una chiara allusione zeppeliniana) e tuttavia, dovendone descrivere la proposta, è quasi d’obbligo tirare in ballo certe sonorità "valvolari", legate al doom metal, ovvero al suono dei primissimi Black Sabbath, quelli del periodo Osbourne, per intenderci. Quando una band sa fare così bene il suo mestiere, sembrerebbe quasi di fargli un torto chiedendogli di evolvere verso qualcosa di diverso.

Dalla medesima puntata, scelto da Carmine Tateo tra i “Dischi Hot”, ovvero tra quelli più ascoltati del momento, ecco gli XX con l’auto-intitolato album d’esordio.
Forse ci troviamo di fronte ad una vera e propria corrente musicale, sta di fatto che la band a nome XX è l’ennesima riprova di come il pop elettronico stia assumendo uno stile ben definito… ma bastano, comunque, pochi elementi per costruire un disco con un suono incontaminato come questo.
Due voci impastate, dal piglio narcolettico, un basso che pulsa a battuta lenta ed ostinata, una chitarra che compare qua e là e, talvolta, qualche intrusione di batteria, fanno diventare il pop degli XX uno dei più semplici ed orecchiabili. Ne potrete prendere le distanze se non gradite la formula ma state ben sicuri che questo sarà un disco difficile da ignorare, proprio per la sua semplicità. Potrebbe aprire scenari su cui altri potranno cominciare a costruire!

(Marco Greco)