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Approfondimenti: Quale sicurezza nella scuola… se ci si mettono pure i “genitori bulli”?!



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Approfondimenti » 04/12/2009

Quale sicurezza nella scuola… se ci si mettono pure i “genitori bulli”?!

Il rapporto tra insegnanti e genitori centrato sulla comunicazione e sul rispetto dei ruoli rappresenta una risorsa importante nella cogestione della scuola oggi. Gli educatori primari e quelli della scuola devono raccordarsi per rendere meno contraddittoria la vita dell’alunno soprattutto nella scuola di base. Per fare questo è fondamentale l’esercizio ed il rispetto dei ruoli.
In realtà qual è il messaggio che arriva alla società civile, alle famiglie e ai nostri ragazzi quando si sottraggono sempre più risorse economiche ed umane alla scuola pubblica e quindi anche importanza e qualità educativa al suo ruolo?
Il messaggio è forse che la scuola pubblica serve per parcheggiare i figli in mancanza di altro posto più divertente o di altra scuola privata più privilegiata?
E così succede sempre di più che le famiglie e gli insegnanti debbano sopperire di propria tasca ai fondi mancanti per il materiale didattico e di pulizia.
E così succede molto frequentemente che qualunque malintenzionato entri nelle scuole aggredendo, maltrattando e minacciando alunni e personale, infrangendo il fondamentale rispetto del diritto alla serenità e al pacifico dialogo di un ambiente educativo sano ed equilibrato.
E così succede sempre più spesso che insegnanti e presidi vengano aggrediti verbalmente e fisicamente, minacciati e offesi da genitori arroganti, che danno, proprio loro, il cattivo esempio ai figli.
I veri bulli non sono forse alcuni adulti, troppo annebbiati nelle loro capacità critiche da certa TV chiassosa e litigiosa, dalla volgarità imperante e da cattivi modelli culturali, per comprendere come educare e far educare i propri figli, compensando a volte le loro carenze educative e scaricandole sulla scuola?

L’ultimo di una lunga serie di episodi è accaduto recentemente nella scuola primaria G. Rodari di Brindisi, dove una insegnante è stata ripetutamente aggredita verbalmente, minacciata e insultata violentemente, di fronte ai bambini della classe, sconvolti, da una mamma che, facendo irruzione in aula, l’ha occupata per mezz’ora e ha impedito lo svolgimento delle normali attività per un’ora intera, dato che la docente è stata costretta a chiamare anche le forze dell’ordine.
Il giorno successivo, come se non le fosse bastato, essendo stata invitata educatamente ad uscire dalla scuola, anche a causa dei fatti precedenti, ma nel rispetto del regolamento di Circolo dalla stessa persona mai rispettato, la donna imbestialita ha preso a borsettate l’insegnante, minacciandola e insultandola nuovamente, davanti ai bambini spaventati, anche delle altre classi, e al personale allibito.
Tutta questa immotivata violenza solo perché l’insegnante aveva avuto “l’ardire”,il giorno precedente, di togliere momentaneamente al bambino gli occhiali parzialmente smontati, per non farglieli rompere completamente.

Tale episodio ha profondamente ferito la pacifica convivenza di bambini e docenti della scuola e, quel che è più grave, ha destabilizzato l’equilibrio di giovani esistenze e di fragili certezze in formazione, in quanto si è trattato di un vero e proprio caso di “violenza assistita” a danno di minori.
Nel sistema socio-educativo attuale, la scuola statale e gli insegnanti vengono caricati di compiti e di responsabilità tali da dover riempire le lacune di molte famiglie e spesso da sostituirne del tutto le mancanze, così come sono chiamati ad affrontare tutte le emergenze sociali che le altre agenzie educative o di trasmissione culturale e valoriale ignorano o aggravano (vedi modelli negativi e disvalori di TV, internet & company).
D’altra parte le scuole pubbliche vengono “emarginate” dal sistema economico, trattate come “aziende” improduttive, un peso superfluo per le disastrate finanze dello stato e, pertanto, considerate entità insignificanti, defraudate del loro ruolo educativo fondamentale per la formazione delle nuove generazioni e per il progresso civile della nostra società.
In tale situazione è legittimo chiedere che sia tutelata almeno la sicurezza fisica della scuola pubblica, dei suoi alunni (poco considerati dalla finanza statale) e dei suoi impegnatissimi, qualificatissimi quanto denigratissimi e sempre più spesso maltrattati insegnanti.
Come farlo quando viene decurtato il già limitato personale addetto alla vigilanza?
Quando da anni le continue richieste agli Uffici competenti di sistemi di sicurezza, di cancelli con chiusure automatiche vengono disattese e quando la reiterata domanda di un aumento del personale ATA, preposto principalmente alla vigilanza, viene ignorata?
Cosa dobbiamo aspettare, che qualcuno sia ferito più gravemente di quanto è già successo in altre occasioni?
Che i bambini rimangano traumatizzati ancora più seriamente?

NOI OPERATORI DELLA SCUOLA PUBBLICA CHIEDIAMO MAGGIORE RISPETTO E MAGGIORI RISORSE ALLO STATO E ALLA SOCIETA’ CIVILE, PER LA MIGLIORE E PIU’ COMPLETA TUTELA DEI SUOI LAVORATORI MA, SOPRATTUTTO, DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI.

Le insegnanti e il personale scolastico del 7°Circolo didattico di Brindisi


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