Musica » 04/02/2010

Diario di bordo. Pagina n. 43

Dopo aver assistito a “Promemoria”, lo spettacolo teatrale di Marco Travaglio, la ciurmaglia radio@ttiva ha chiesto asilo politico a bordo del proprio veliero (!).
iI monologo del giornalista torinese, per molti versi illuminante e ricco di contenuti, tutti documentati, ha evidenziato che il nostro fantasioso galeone pirata è sicuramente molto meno malfamato e sgangherato della società in cui viviamo. Se l’ironia ci fa sorridere, la realtà è sicuramente quella che solo pochi giornalisti cercano con coraggio di far emergere.
In un celebre brano, Woody Guthrie, riferendosi alla sua chitarra, scrisse: «Questa macchina uccide i fascisti». Facendo nostra e parafrasando queste parole ci auguriamo che «La cultura possa schiacciare i figli dell’illegalità, tutti!».
Frattanto torniamo ai temi di sempre. La buona musica e il nuovo anno ci segnalano l’uscita di “So Cool”, il nuovo album del mio amico Gegè Telesforo.
L’artista foggiano, il cui nome completo è Eugenio Roberto Antonio Telesforo, è senza ombra di dubbio uno dei maggiori talenti che abbia espresso lo “scat”, una forma di canto jazz basata sull'improvvisazione vocale. Il polistrumentista ama improvvisare pronunciando sillabe e parole senza senso, tanto da poter equiparare la voce umana a quella di uno strumento musicale. “So Cool” conferma le grandi doti artistiche e vocali del discepolo di Renzo Arbore.
Marco Greco

Alla costante ricerca di territori poco frequentati dalle masse, Venerdì 29 Gennaio scorso il nostro veliero ha fatto rotta verso i lidi della musica folk al femminile; tante le scoperte.
Dapprima un album di debutto che propone un folk-pop cameristico ad opera del duo inglese Felix (“You are the one I pick”) che vede alla voce Lucinda Chua (pianoforte e violoncello), voce eterea, suoni scarni ed accattivanti vicini alla scuola post-rock inglese.
Girato l’angolo il nuovo incontro con Samara Lubelski ed il suo “Future Slip”, sotto l’ala protettrice di Thurston Moore dei Sonic Youth. Solito album imperfetto per un’artista da oltre un decennio ai margini delle scene importanti, ricordiamo ad esempio il progetto Sonora Pina in compagnia di Tara Jane O’Neil.
Altro rendez-vous poi con Shannon Wright, dalla Florida. Il suo sesto disco “Honeybee Girls” la vede ancora in crescita artistica e la propone tra gli artisti più interessanti in circolazione: musica inquieta tra Rachel’s e PJ Harvey.
Altra autrice in crescita é l’inglese Nancy Elizabeth al suo secondo lavoro intitolato “Wrought Iron”. Qui siamo nei territori della musica folk inglese di gruppi storici come Pentangle o Fairport Convention. Brani scarni, con il pianoforte in primo piano, una voce esile e collaborazioni importanti quali James Yorkston ed Adem. La sua musica comincia ad avere uno stile personale e complesso.
Poi ancora un invito a cena con la nostra beniamina Lisa Germano, ormai ultracinquantenne. Un passato a suonare con John Mellencamp, poi il progetto OP8 e la carriera solista che vanta otto dischi. Il recente “Magic Neighbor” é un disco minimale e raffinatissimo con il suo pianoforte, la voce e delle melodie dolci ed accattivanti.
Dopo é la volta dell’incontro con il gruppo più importante della rinascita folk-psichedelica a stelle e strisce, gli Espers ed il nuovo atteso lavoro intitolato, con poca originalità, “III”. La splendida voce di Meg Baird incanta per lucentezza e la musica di Greg Weeks si fa più ‘pop’.
Helena Espvall (arpa e violoncello) colora la scaletta degli Espers e poi se ne va per la seconda volta in libera uscita con Masaki Batoh, chitarrista rumoroso dei Ghost, e pubblica “Overload Ark”. Anche questo è un album eccellente che ci trasporta in un percorso onirico ed ancestrale.
Dalle stesse latitudini d’origine di Helena Espvall (Svezia) ci giunge poi la seconda prova di Mi and L’Au. “Good Mornign Jokers” del duo finnico-francesce stavolta é registrato in Spagna ma le atmosfere rimangono rilassate e sognanti come nel disco precedente prodotto in mezzo ai ghiacci… ed anche per questa volta il sipario si abbassa sull’ennesimo viaggio di “RADI@zioni Cult”…
Antonio Marra

… Per rialzarsi, subito dopo, quasi a voler proporre un viaggio parallelo, sulla puntata di “RADI@zioni / The Next Generation” andata in onda lunedì 25 gennaio nel corso della quale Rino De Cesare ha presentato, per l’approfondimento de “Il disco della settimana”, il nuovo lavoro di Alela Diane.
Sono suoni caldi e avvolgenti quelli che ci accolgono quando “To Be Still”, recente opera della 26enne cantautrice californiana comincia a girare nel nostro lettore. Suoni che fanno pensare a grandi paesaggi, a lunghi viaggi, a mattine nebbiose e fresche, a fermi-immagine di una vita condotta in maniera semplice e senza esagerazioni.
Affiancata da eccellenti collaboratori, Alela offre un’ampia rassegna delle sue doti cantautorali in ballate dal sapore antico, riviste secondo una sensibilità del tutto personale ed espressa attraverso le suadenti modulazioni della sua voce e l’andamento di canzoni che sfiorano diverse sfumature di un folk fuori dal tempo.
Un excursus negli ultimi due secoli di musica a stelle e strisce. La sensazione che rimane alla fine dell’ascolto è quella di trovarsi davanti ad un grande disco di un’artista ormai matura, pronta per essere annoverata tra le maggiori esponenti del folk americano, alla pari di grandi nomi come Lisa Germano e Marissa Nadler.
Camillo Fasulo