Musica » 12/02/2010

Diario di bordo. Pagina n. 44

Dalla postazione radio dello scalcagnato vascello pirata di “RADI@zioni”, sulle frequenze prese in prestito da Ciccio Riccio, venerdì 5 febbraio scorso, dal palco allestito sulla chiatta ferruginosa al nostro seguito, si sono levate alte le note, forse poco piratesche, ma assai creative di un pezzo di storia importante della scena musicale barese.
Mollate le cime, il veliero radi@ttivo, accarezzato dalla grintosa brezza del rock, è andato a fare rotta sulle più miti e suggestive onde del folk e del blues.
Sono state due ore di grande performance dal vivo con i Doorways e la Via Del Blues.
Nella prima parte si sono esibiti Gino Giangregorio (chitarra) e Gianni Porta (voce, chitara e armonica) che hanno presentato i nuovi brani tratti da “Smile”, il 5° e nuovo disco dei Doorways a cui si sono aggiunti un bellissimo brano inedito e alcune vecchie canzoni che fanno parte dei precedenti 4 album della coppia barese.
Nella seconda parte, al duo si sono uniti Dino Panza (armonica) e Gaetano Quarta (voce), andando a ricomporre quasi per intero la “Via”, dando così vita ad alcuni classici e composizioni originali che fanno parte del recente album “Another Way”.
Il risultato è stato un concerto di straordinario impatto e spessore che ha coinvolto emotivamente la fortunata platea, in un clima assolutamente rilassato, tanto da far sembrare il concerto una tranquilla serata tra amici.
Anche chi ha assistito alla sessione dal vivo dalla web-cam di Ciccio Riccio o ascoltato semplicemente la radio, ha apprezzato, tramite l’invio di innumerevoli messaggini, questa speciale festa della musica prettamente acustica dove i temi del folk e del blues si sono intrecciati puri e fortissimi fino ad arrivare al centro dell’anima.
Questa, signori, è la radio che piace a noi: libera, pirata, indipendente ed alternativa, che dà spazio e voce agli sfigati di qualità, ai talenti e alla loro creatività.
C’è ancora un mondo musicale sotterraneo tutto da scoprire. Non farlo, diventa un vero delitto.
Marco Greco

Nella puntata di “RADI@zioni / The Next Generation” andata in onda lunedì 1° febbraio è stato presentato un approfondimento su “There Is No Enemy”, il nuovo cd degli americani Built To Spill.
In epoca di imbarazzanti lavori costruiti su sensazionalismi in bassa fedeltà, dove la ribellione è nient’altro che un giro sullo skate visto attraverso le patinatissime inquadrature di MTV, la band di Boise, Idaho, conferma che per emozionare basta essere sinceri, rumorosi e soprattutto immuni alle sciocche regole di un mercato prossimo al collasso.
Su tappeti di chitarre elettriche e sezioni ritmiche talvolta vertiginose, si erge, incontrastata, l’ugola del barbuto Doug Martsch, gigante con la voce da fanciullo, che ammanta di meraviglia ed inchioda anche l’ascoltatore più smaliziato.
Eppure, nonostante quella barba sempre più grigia, la sua maturazione non sembra ancora giunta al termine. È entrata, piuttosto, in una nuova fase più malinconica e più introspettiva se vogliamo, che riflette nei testi un'evidente disillusione.
“La vita non è altro che un sogno”, cantano questi degni figli di Neil Young, giusto prima di un sorprendente inserto di tromba che tornerà poi a far capolino varie volte nel corso dell’album.
Nel mezzo ci sono le famose bordate a tre chitarre che tutti si aspettano e gli stupendi trip sempre e comunque conditi da ariose melodie da sogno. Lo stile è inconfondibile ma, per fortuna, mai troppo ripetitivo.
Gran bel disco, davvero!
Camillo Fasulo