Approfondimenti » 19/02/2010
Riflessioni su un gesto. Di Alfredo Ciotola
Tutti si chiedono perché ci sono tante vittime per suicidi, ma nessuno si chiede il perché di un gesto così violento, di disperazione, di sconfitta sia personale che della società in cui viviamo. La morte di questa nostra concittadina ha lasciato un vuoto enorme non solo per la sua prematura scomparsa, ma principalmente perché conferma sempre più il distacco e l’indifferenza delle istituzioni, non solo locali, perché tali episodi non avvengono solo nel nostro territorio, ma anche nazionali dettate dal fatto che in molte realtà, il problema dell’occupazione è allarmante e le istituzioni si dimostrano latenti.
Non so se per un tale gesto ci voglia molto più coraggio che incoscienza, l’unica cosa certa è che si è compiuto l’ultimo atto per eliminare ogni sofferenza interna, ma si dimentica che il dolore lo si lascia ai familiari che dovranno lottare per andare avanti con la consapevolezza di vivere con il rimorso di non essere stati in grado di evitare quello che sarebbe potuto accadere e che purtroppo si è verificato. Tante sono le persone che per motivi diversi arrivano a queste decisioni autolesioniste, ma non possiamo permettere che tali drammi siano correlati alla mancanza di prospettive di un futuro sereno nella propria città.
Siamo Brindisini, sono Brindisino, il sogno di noi tutti è quello di poter nascere e morire in questa splendida città, perché solo noi la sappiamo renderLa tale, ma non sempre si ha la possibilità che questo si avveri, vuoi per la mancanza di università (anche se da circa 10 anni il nostro territorio è riuscito a vincere la dura battaglia tra Lecce e Bari per l’apertura di poli universitari distaccati a Brindisi) per cui siamo costretti a trasferirci, vuoi perché molti nella speranza di dare un futuro ai propri figli lasciano tutto, anche gli affetti più cari e cercano fortune in altre città. A questo sogno Fabiola ci credeva, come tutti quelli che ad oggi si trovano lontano da Brindisi, ormai stanchi di cercare invano un posto in un territorio dove le possibilità sono ridotte al lumicino e dove la “conoscenza di amici” in alcuni casi vale più dell’istruzione.
Spero che questo tuo gesto non sia d’esempio per tanti tuoi coetanei e non, perché sarebbe un ulteriore sconfitta della società, ma soprattutto la tua, perché se Gesù è morto per salvarci allora la Tua morte deve rappresentare quella scossa necessaria affinché le istituzioni possano prendere in seria considerazione i problemi di questo territorio senza che un giorno un altro/a concittadino/a si veda infrante le speranze di una vita… la stessa che Tu con tanti sacrifici stavi cercando di realizzare.
Alfredo Ciotola
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