Approfondimenti » 05/03/2010
Cillarese patrimonio di Brindisi: no alla chiusura ai visitatori
Noi brindisini del capoluogo soffriamo, a torto, di una sorta di senso di inferiorità nei confronti di alcune limitrofe mete turistiche, anche se non ci manca nulla, in verità.
E' superfluo, in questa sede, ricordare la bellezza incommensurabile nel nostro porto, la storia millenaria della nostra città, le numerose testimonianze del suo glorioso passato, le nostre tradizioni, il clima gradevole, l'apprezzatissima enogastronomia locale.
In questi ultimi 50 anni nessuno ha voluto utilizzare realmente questi punti di forza per creare attrattività turistica e, conseguentemente, economia, reddito e nuova occpazione.
Non c'è stata la volontà politica, le attenzioni sono state rivolte unicamente verso l'industria pesante mentre è stato trascurato il settore primario, ovvero la nostra rinomata agricoltura con i suoi pregiati prodotti già noti nell'antichità in tutto il bacino del Mediterraneo e nessuno ha pensato per davvero ad un'economia turistica che non fosse quella di transito per la Grecia ed il vicino oriente, anche quest'ultima, ahinoi, in declino da qualche anno.
Non ci mancano certo le bellezze paesaggistiche e naturali.
Solo che qualcuno vuole che rimangano nascoste o patrimonio di pochi fortunati fruitori.
Sarà sicuramente capitato a molti di voi ammirare dalle finestre dell'Ospedale Perrino o da un treno in corsa proveniente da Bari, la bellezza unica dell'invaso creato dalla diga del Cillarese.
Un lago artificiale sorto alcuni decenni fa al fine di costituire una sorta di riserva idrica per le aziende della zona industriale, oltre 100 ettari tra invaso e terreni limitrofi che sono divenuti habitat ideale per numerose specie ornitologiche acquatiche, peraltro, riconosciuto quale sito d'interesse regionale sottoposto a vincolo naturalistico.
Dovete sapere che ai brindisini è precluso l'accesso a questa zona verde, interamente recintata e chiusa da una cancellata in corrispondenza dell'accesso alla strada che circonda l'invaso.
Un tempo era consentito a podisti, cicloturisti e naturalisti incamminarsi lungo il bacino.
Oggi non è più possibile perché il SISRI oggi ASI (Area di Sviluppo Industriale) ha deciso di interdire l'accesso a causa di presunti pericoli per i visitatori di cui non vorrebbe incorrere in eventuali responsabilità.
Riteniamo la privatizzazione e la chiusura al pubblico dell'area un intollerabile ingiustizia per i naturalisti e la cittadinanza tutta e, quanto ai pericoli paventati, ci permettiamo di affermare che ci sembrano davvero trascurabili.
Se il problema è quello della vigilanza, si utilizzassero pure, oltre alle varie polizie che operano in campo ambientale, le centinaia di guardie volontarie formate negli ultimi anni dalla Provincia in attesa di decreto di nomina a GEV (Guardia ecologica Volontaria), si coinvolgano, altresì, le associazioni di protezione ambientale e naturalistica, si indica, una Conferenza di Servizi tra Comune, Provincia, Regione, ASI e rappresentanti degli ambientalisti per addivenire ad un accordo volto a garantire, disciplinandola, la fruizione dell'area a tutti gli amanti della natura.
Inoltre, approfittiamo per segnalare che la zona in cui il canale Cillarese si immette nell'omonimo invaso è caratterizzata da acque di colore nero e dalla presenza sulla superficie di innumerevoli cassette di polistirolo ed altri rifiuti. Si tratta di una vera e propria discarica nel corpo idrico a cui nessuno in questi anni ha tentato di opporsi mettendo in atto le opportune azioni di contrasto nei confronti degli ignoti inquinatori, per non parlare delle numerosissime attigue micro-discariche di materiali inerti.
Ci appelliamo, pertanto, a tutti i brindisini sensibili e consapevoli affinché, con la loro mobilitazione, contribuiscano a restituire alla città uno dei suoi tesori poco conosciuti.
Comitato Rinascita Civica Brindisina
Link pubblico all'album fotografico sul Cillarese
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