Arte » 03/04/2010
Mostra "Atto d’amore": dalla discarica ai musei, a Mesagne l'arte del Prof. Rizzo
Bicchieri e coppette di plastica che diventano contenitori antichi dai nomi stravaganti (burzunetto, lemma, furzora…), calze di nylon e rotoli di scotch consumati che si trasformano in vecchi setacci usati dai nostri nonni. Ed ancora pezzi di cartone che si trasformano in “lavaturi”, ormai messi in pensione dalle moderne lavatrici. Ma anche bottiglie di plastica che diventano “capasoni”, gli antichi contenitori utilizzati dai nostri avi per conservare le provviste. Tutto materiale “riciclato”che, grazie alle sapienti mani del professore Pasquale Rizzo, si trasformano in oggetti che ci fanno conoscere una società che appena mezzo secolo fa era molto diversa da quella attuale.
Pasquale Rizzo, latianese di nascita ma residente a Mesagne da ormai mezzo secolo, già docente di materie artistiche per ben 38 anni, quella società profondamente agricola l’ha vissuta ed ora la “racconta” alle generazioni future attraverso le sue opere che comprendono anche pittura e scultura e che saranno esposte fino all’11 aprile presso il Salone degli affreschi del castello Normanno-Svevo di Mesagne.
L’inaugurazione, a cura delle associazioni “Cenacolo Carmelitano” e “Solidea 1 Utopia”, si terrà sabato 3 aprile alle ore 18. In esposizione ci saranno anche le miniature che Pasquale Rizzo ha fatto elaborare agli alunni del I e II circolo di Mesagne e dell’istituto “Croce-Monasterio” di Latiano.
Un ulteriore segno dell’impegno dell’artista che ai più giovani insegna ad opporsi alla logica dell’”usa e getta” e a cominciare ad aggiustare ciò che si rompe o a trasformarlo per far lo rivivere. “Ho insegnato in ben tre scuole – dichiara Rizzo - e, facendo due conti, mi sono reso conto di aver avuto quasi 5 mila alunni.
Ed è per loro che ho realizzato dei musei fatti di materiale riciclato: uno di questi si trova a Latiano, presso il “Museo delle arti e delle tradizioni di Puglia”, e contiene oggetti in miniatura che si ispirano alla civiltà contadina, piccoli trulli, arnesi di lavoro ed anche un presepe”.
Nelle parole dell’anziano artista trapela la grande passione per l’arte, per il mondo agricolo e per gli studenti, cui ha dedicato tanti anni di lavoro che per lui sono stati “un divertimento incredibile”.
“Sono figlio di agricoltori, da bambino vivevo in una masseria e nella mia infanzia mi divertivo a costruire trulli in miniatura con le tegole rotte”. Da allora le mani di Pasquale Rizzo non si sono più fermate ed hanno consentito di realizzare, attraverso le sue opere, un ponte tra generazioni passate e future.
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