Approfondimenti » 13/04/2010

Questione PalaSport: siamo in trappola. Di Aqvila Blv

Sono letteralmente disgustato da tutto quello che sta accadendo in relazione al palazzetto dello sport che NON abbiamo.
Qualcuno sostiene che, in pratica, la "colpa" è di Ferrarese se oggi Brindisi è in procinto di conquistare una serie cestistica "troppo alta"!
Ma stiamo scherzando? Ma come si può avere così scarso amor proprio e senso di appartenenza?! Come si può ragionare in questi termini così riduttivi e miopi?
Qui stiamo parlando di “grande basket”, mica di un circo che ha bisogno di un tendone per nani e scimmie. Questo è semplicemente aberrante, inaccettabile, mortificante.

Io sono soprattutto un calciofilo. Ferarrese non lo conosco, non l'ho votato e non mi interessa. Ma mi ritengo sufficientemente obiettivo e leale per ammettere che è una persona che ha mantenuto le promesse, tutte e alla grande!
Al contrario, gli unici, veri, ingiustificati ed ingiustificabili responsabili di questa grottesca situazione li vedo seduti tra gli scranni di Palazzo di città.
Mi spiace, caro sindaco, ma è proprio così. Lei ha avuto due anni di tempo (tanti ne sono già passati dal tripudio di mille bandiere di Piazza Vittoria) per avviare il progetto "cittadella dello sport", rivolto non solo alla New Basket, ma anche al Football Brindisi 1912 ed alle tante altre realtà agonistiche che la nostra amata città è in grado - comunque - di esprimere!
E, per chi dice che oggi ci sono altri problemi da affrontare, vuol dire solo che i due anni in parola sono trascorsi senza che nemmeno questi siano stati risolti. O no?

Il tempo passa. Il tempo è galantuomo, ma è anche tiranno. E la "tirannia" la subiranno, come sempre, le migliaia di tifosi brindisini destinati a restare orfani di un sogno atteso da quasi trent'anni. Senza contare che se dal 1929 Brindisi ha potuto praticare calcio e pallacanestro ciò lo deve solo grazie alle manie di grandezza del regime fascista ed alla coraggiosa iniziativa privata dell'avvocato Scotto de Marco del 1980.

Contro Scafati, questa città corre il rischio di festeggiare la più inutile, effimera, beffarda ed amara promozione della sua centenaria storia sportiva: quella che potrebbe sancire addirittura la fine della pallacanestro brindisina. Pensate che il mio sia "qualunquismo"? Spero di no, cari sindaco, vice-sindaco ed assessori vari. Perché, altrimenti, il vostro cosa sarebbe?

Si pretende che i cittadini siano onesti, laboriosi ed inclini ai doveri civici? Bene, e allora i cittadini - almeno quelli che tali doveri li onorano - pretendono che chi li amministra permetta - tra tutte le altre importantissime ed innumerevoli incombenze che scandiscono la legislatura di uno sfigatissimo capoluogo come il nostro - che la squadra che porta il nome della città, che indossa i colori del gonfalone, che è rivolta - in prima istanza - alla realtà locale di cui è espressione e che porta lustro al territorio che rappresenta, disputi il massimo campionato del secondo sport nazionale senza deroghe ed in una struttura comunale!

Fino ad un paio di settimane fa ero più ottimista.
Pensavo fosse possibile una soluzione "intermedia", ossia giocare a Bari la prima metà del prossimo campionato e poi tornare a casa nostra a gennaio 2011, in una nuova struttura ed in un rinnovato entusiasmo. Invece nulla di tutto ciò pare logisticamente consigliabile, burocraticamente praticabile e tecnicamente realizzabile.
Ma anche in questo caso, le responsabilità restano tutte là in Municipio, Ma anche in questo caso, e mi dispiace anche perchè io ho votato con fiducia questo governo cittadino, le responsabilità restano tutte là in Municipio, non certo in capo a Massimo Ferrarese.

Siamo onesti. Siamo realisti: adesso siamo in trappola, tutti.
Cerchiamo di uscirne vivi!

Aqvila Blv
Tratto dal "Tabellone del basket" di Brundisium.net