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Approfondimenti: Da Lucio a Mimmo. Di Aldo Indini



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Approfondimenti » 16/06/2010

Da Lucio a Mimmo. Di Aldo Indini

"Da Lucio Silla (85 a.C.) a Domenico Mennitti (2006 d.C.) è l'oggetto di una lettera aperta inviata da Aldo Indini a Domenico Mennitti, Sindaco di Brindisi.
Di seguito il testo integrale:

Caro mio Sindaco,
Il 15 giugno, sono stato intervistato da Tonino Saponaro, direttore di Tele Radio Città Bianca, sul mio terzo libro dal titolo "Metamorfosi di un monumento – Le colonne del porto di Brindisi".
Nella trasmissione, che andrà in onda il 17/6 alle ore 20,40 e il 19/6 alle ore 13,30, ho ritenuto opportuno inserire quanto appresso:
Appiano, storico greco del II secolo, nato ad Alessandria d’Egitto, si trasferì a Roma durante il regno di Adriano e scrisse una Storia di Roma in 24 libri (alcuni dei quali pervenutici). L’opera aveva perlopiù una struttura etnografica, in quanto seguiva i vari popoli dai primi contatti con Roma alla loro annessione all’ impero.
Secondo Appiano, le Colonne Romane rimontano all’epoca di Lucio Silla, il quale, memore della fedele cooperazione dei brindisini durante la guerra sociale e degli aiuti personali da questi prestategli quando, reduce dall’Oriente (85 a. C.) dovette fronteggiare il partito di Mario, esonerò Brindisi di ogni tributo verso la Repubblica e ne procurò l’abbellimento edilizio, facendo trasportare dall’Egitto quelle due colonne.

Dagli storici locali apprendiamo che le colonne vennero situate dove attualmente si trovano oggi per volontà del foro brindisino che volle richiamare l’origine della Città da Brento (denominatore della Città), in memoria del padre Ercole, che le aveva erette come termine della navigazione, dove oggi insiste lo stretto di Gibilterra.
Dall'inizio vennero così denominate “Colonne d’Ercole”, di quell’ Ercole che da cui i brindisini vantano la discendenza e poste nel porto di Brindisi al termine della navigazione.

Nella Storia Romana di Cassio Dione (163- 229 d.C.), si legge (LI – 19) che i romani, al termine della via Appia, innalzarono a Brindisi l’arco di Augusto, eretto per decreto del Senato romano emesso nel 29 a.C..
Die quinta mensis novembris 1659. Brundusij congregata Universitate fidelissimae civitatis Brundusij in regimento generali ad sonum campanae more solito, etc.:
Questo è l’ultimo documento nel quale le colonne vengono nominate Colonne d’Ercole, con imposizione alla Città di Lecce di riportare sul basamento della colonna di Sant’Oronzo, l’origine da cui proviene.

Con il passare degli anni, agli storici brindisini non va a genio che una delle colonne d’Ercole sia stata posta come base a Santo Oronzo. Ha così origine, a Brindisi, tutto quanto necessario affinchè scompaia il riferimento storico di Colonne d’Ercole per arrivare, intorno all’apertura del Canale di Suez, alla denominazione "Colonne Terminali della Via Appia".
Giungiamo ai nostri tempi quando il Sindaco Mennitti, dopo cinque secoli, per mettere fine a tutte le interpretazioni, convoca una Commissione a carattere nazionale, per una definitiva risposta sulla collocazione, nel contesto storico, delle colonne terminali della Via Appia.
Nel gennaio 2006 , Mennitti, in una conferenza stampa, comunica i risultati della Commissione.
In sintesi: Le colonne non sono terminali della via Appia. Sono un monumento rivolto verso il mare. La colonna che è a Lecce da 500 anni non può tornare a Brindisi. L’attuale colonna integra ed il basamento dell’altra non possono subire modifiche.
In effetti è quanto da me sempre sostenuto.

Del risultato della Commissione si perde ogni traccia, motivo del mio terzo libro “Metamorfosi di un monumento – Le Colonne del porto di Brindisi” ove in Italia, e non solo, diffondo la verità storica di quelle due colonne e già in diverse enciclopedie e su siti internet si legge “ Brindisi le Colonne Romane erroneamente ritenute terminali della via Appia “ facendo emergere l’opera meritoria del Sindaco Mennitti che purtroppo non è andato oltre.

Un cordiale saluto Aldo Indini


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