Approfondimenti » 04/07/2010
Independence Day. Di Pino De Luca
È l'Indipendence Day, fa caldo e un vortice di eventi di vario segno hanno attraversato il nostro tempo recente. La “nera” riesce ad essere sempre più nera con fatti di sangue perpetrati con modalità aberranti. L'economia è ormai al disastro per ragioni che erano tutte previste e prevedibili, tal quali alla Nazionale di Lippi. Uno dei paesi più importanti del mondo è stato incatenato agli affari giudiziari e penali di un anziano signore convinto che la verginità morale sia possibile rifarla come il lifting o il trapianto di peluria. Classi dirigenti di insulsi signorsì hanno occupato ogni ganglio del potere vivendo la loro comoda vita da parassiti. Di contro abbiamo l'esistenza di persone per bene, il ritrovarsi con alcuni vecchi amici, la percezione che un certo numero di agglomerati neuronali sono sopravvissuti alla desertificazione delle capacità pensanti.
Certo che impera ancora la scuola dei leccaculo a trecentosessantagradi che fanno la propaganda di regime, sicché il povero Taricone che si spiaccica al suolo per imperizia nel paracadutismo occupa i telegiornali per giorni, gli operai edili che ogni giorno si spiaccicano al suolo perché il lavoro è insicuro sono ignoti al grande pubblico. Il senatore dagli eroi mafiosi continua a fare il senatore e il Ministro degli Interni chiede ai cittadini di denunciare i mafiosi.
Ma dobbiamo avere fiducia e anche un cauto ottimismo. Non credo che la specie umana sia giunta al termine del suo percorso, credo che di danni ne abbia prodotti di giganteschi e proprio per questo debba, con ragionevole tempo e con grande decisione, cominciare a pensare che si può produrre distruggendo ma se ne produce molto di più riparando.
Certo ci saranno sottoinsiemi destinati all'estinzione, ma questo è naturale, di alcuni si conserverà un ricordo buono, di altri cattivo, la gran parte sarà archiviata nella grande scatola della “polvere di ritorno”.
Nel nostro piccolo: che vada pure a cantare Irene Grandi al concerto di Enel, che ci vadano gli artisti dai mecenati a farsi pagare le loro vite di lustrini. Non è con le canzoni che si fan rivoluzioni e nemmeno con le squadre di calcio. Gli spettacoli sono spettacoli e così rimangono, sono altri i luoghi in cui si prendono le decisioni. È importante che in quei luoghi non ci siano personaggi da palcoscenico ma persone che vogliano lasciare un “buon ricordo”.
Di altri due fatti vorrei dar conto: del processo da 90 centesimi e della signora in carcere per un piccolo abuso edilizio.
Faccio un appello ai tanti avvocati bravissimi che mi sono amici, alcuni dei quali hanno conquistato grandi onori e grande prestigio per aver difeso in processi importanti dei grandi boss. Avete dimostrato la vostra capacità e il vostro valore facendo applicare le leggi e la costituzione, tenendo al riparo la giustizia dalla vendetta, giustamente per questo remunerati. Potete permettervi il lusso di assumere il gratuito patrocinio di queste persone e usare la vostra conoscenza per ridare un po' di senso alla giustizia? O mi devo rassegnare al fatto che la legge è uguale per tutti ma non è vero che tutti sono uguali davanti alla legge?
È domenica. È l'Indipendence Day e anche i pensieri hanno deciso di esserlo, li lascio fare, sono in vacanza.
Pino De Luca
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