Approfondimenti » 10/10/2010
Fidelitas Brundusina. Di Aldo Indini
Ho avuto modo di apprende in una corrispondenza che: "Molti di noi dimenticano che tra gli stemmi storici della città, non in quello approvato dal recente statuto comunale, c’è pure quello, con un richiamo storico eccezionale, che reclama dignità. In un cartiglio sotto stante il bel fregio con le colonne, la testa di cervo e la croce di guerra stà scritto: Fidelitas brundusina”.
Sull'argomento mi preme precisare che il recente statuto comunale riporta integralmente quanto già inserito nel precedente statuto, che richiama il Reggio Decreto del 14 agosto 1924.
In esso è riportato:
"Il Presidente del Consiglio dei Ministri … veduto l’art. 32 del Regolamento sulla consulta Araldica approvato con Reggio Decreto 5 luglio 1896, n. 314
Dichiara
"Spettare al comune di Brindisi, provincia di Lecce, di fare uso dello stemma civico… che è: di rosso al massacro di cervo, d’oro, ramifero d’argento, sormontato da due colonne dello stesso, con basi e capitelli e coronato all’antica d’oro. Lo scudo sarà sormontato dalla corona di città, fregiato dalle
insegne della croce di guerra araldicamente disposte".
Lo stemma, munito del timbro e della firma del Presidente della Consulta Araldica è allegato al decreto.
Mi sono prodigato per ottenere il Gonfalone del Comune con il suo stemma originale. L'ho fatto talmente tanto che ho dovuto invocare, a norma di statuto, l’intervento del Presidente del Consiglio Comunale per sottoporre l'argomento alla commissione consigliare. Così il Comune ha ritenuto giusto rifare il gonfalone rifacendosi al Regio Decreto del 1924.
Per meglio comprendere l'argomento appare necessario effettuare un excursus storico sullo stemma di Brindisi.
Già nel 1210, in un particolare dell’arca d’argento reliquiario del corpo di San Teodoro, la Città di Brindisi viene identificata
con le due colonne. Il più antico esempio dello stemma della Città di Brindisi lo ritroviamo, però, nella chiesa di Santa Maria del Casale. E' inserito nell’affresco del cosiddetto "albero della
vita", che fu commissionato dai principi di Taranto all’inizi del 1400. Poi lo si ritrova sulla moneta d’argento della zecca brindisina realizzata nel 1442, sotto Alfonso Primo d’Aragona.
Nel 1496, Ferdinando D’Aragona diede grande riconoscimento al monumento delle due colonne: "Stemma brundusii marmor geminaeque columnae domus aragoniae gloria prima sumus"
(Noi marmoree colonne gemelle formanti lo stemma di Brindisi siamo la prima gloria della casa d’Aragona). Con questo distico venne posta nello stemma di Brindisi sovrastante le due colonne la corona di dignità regale, mentre la zecca brindisina conia la bellissima moneta (o medaglia?), l’unica
conosciuta di ALFONSUS REX ARAGONAM che ha per rovescio, le due colonne con il motto FEDELITAS BRUNDUSINA.
Nei secoli successivi, sugli stemmi posti su varie strutture della città, è presente la corona reale posta sulle colonne ma non il nastro con l'iscrizione “Fedelitas Brundusina”.
Sotto il regno di Carlo II, vicerè il marchese di Los Velez (1675 – 1683) fu realizzato, sul corpo di guardia del Castello di terra, lo stemma marmoreo che presenta le colonne sormontate dalla corona ed ai lati di esse vi è l'iscrizione "Ad Erculis Columnas".
Nella "Veduta di Brindisi a volo d’uccello ( da G.Bleau, Teatre d’Italie, ou description exacte de ses villes, èglises, 1704)"
lo stemma originale della Città continua a non presentare il nastro sottostante.
La configurazione completa dello stemma, con l’introduzione della testa di cervo sottostante le colonne, lo troviamo sulla fontana grande detta Tancredi, posta durante i lavori di restauro voluti da Ferrante Loffredo nel 1549.
Sull’argomento lo scrittore brindisino Gian Battista Casimiro nella sua inedita "Epistola Apologetica ad Q. Mrium Corradum" riporta: "che il primo stemma di Brindisi siano state le due colonne e non già la testa di cervo, come dice essersi malamentre creduto da qualcuno".
Gli storici Casimiro, Moricino, Della Monaca,
Ascoli, Camassa e Vacca citano che il motto “Fedelitas Brundusina” è presente solo sulla moneta. br>
Nel 1962, terminato il Palazzo di Città e dovendosi provvedere alla sistemazione dello stemma, Commissario Prefetto Prestipino volle che lo stemma riprodotto fosse quello approvato dalla Consulta Araldica che termina con la croce di Guerra al Valor Militare e null’altro.
Nelle insegne della Città di Brindisi (1980 di G. Maddalena e E. Tarantino), nessuno degli stemmi raffiguranti la Città riporta il nastro sottostante ma si indica come stemma della città quello posto sulla facciata del Palazzo di Città.
Arriviamo ai giorni nostri.
Come detto, a seguito delle mie continue richieste, la Commissione per lo statuto ed i regolamenti, con nota prot. n. 131 in data 29.09.2009 a firma del coordinatore dei lavori Giovanni Brigante, invita il Presidente Pennetta ed il Sindaco Domenico Mennitti affinché si adoperino per il ripristino del Gonfalone con lo stemma alla originaria concessione del Regio Decreto del 1924. Il Presidente del Consiglio Comunale, Gianpiero Pennetta, nella seduta del Consiglio Comunale del 30.09.2009, prende atto dell'invito.
Viene ora spontanea la domanda: come e quando è stato posto sullo stemma di Brindisi il nastro sottostante la croce di guerra con il motto “Fidelitas Brundusina” sui timbri del Comune ed altrove?
In un documento in mio possesso, datato 26 aprile 1890 a firma del Sindaco Francesco Balsamo, il timbro tondo della Città riporta MUNICIPIO DI BRINDISI, con al centro lo stemma di Brindisi con le due colonne sormontate dalla corona
aragonese e basta. Come pure sulla guida di Brindisi di Pasquale Camassa del 1897.
Allora da dove nasce questa consuetidine errata di inserire il nastro con il motto “Fidelitas Brundusina”?
Si presume che il motto “Fideltas Brundusina” sia stato posto nello stemma sotto la croce di guerra, durante il periodo fascista.
A conferma di questo troviamo la foderina dell’opuscolo “Romanità di Brindisi attraverso la sua storia e i suoi avanzi monumentali”, del Canonico Pasquale Camassa, (Tipografia del Commercio, 1934) con sopra posto il timbro: “Brindisi potente al tempo dell’Impero Romano dovrà ritornare al suo antico splendore”. MUSSOLINI.
Aldo Indini
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