Salute » 24/10/2010
Ambiente: se qualcosa non va i bambini sono i primi a farne le spese
Contare le malattie non è un esercizio scoraggiante ma un’attività necessaria per comprendere se la direzione in cui si va può essere corretta. La popolazione non è esposta in modo omogeneo a qualsiasi rischio, ma i rischi vanno ricercati studiando come si distribuiscono le malattie su piccoli territori confrontandoli con altri. Le malattie dei bambini sono quelle che forniscono allarmi precoci utili per tutti.
Non solo allergie e malattie respiratorie, ma anche aumento di leucemie e tumori, soprattutto nel primo anno di vita, e di patologie neuro-psichiche hanno come primo indiziato l'ambiente e in particolare le modificazioni subite dal feto nella vita intrauterina.
Partendo da questa considerazione la Società Italiana di Pediatria scende in campo con una serie di iniziative per l'ambiente, anche in vista del Congresso nazionale, in programma in questi giorni a Roma, dove esperti nazionali e europei si confronteranno su questo tema, tra cui Ernesto Burgio, Coordinatore del Comitato Scientifico ISDE (International Society of Doctors for Environment) e Dominique Belpomme Presidente di ARTAC (Association de Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse).
I dati non lasciano molti dubbi: negli ultimi 20 anni in Europa si è registrato un incremento dell'1,2 % annuo di tumori infantili, questa percentuale in Italia è pari al 2%, quasi il doppio che negli Stati Uniti e nel resto d'Europa.
L'incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l'anno di età (+ 3,2%) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6%; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0%); è quindi probabile che alla genesi dei tumori contribuisca un'esposizione materna o gametica a sostanze tossiche.
Non è più confortante il capitolo delle malattie neuro-psichiche. Che la diffusione in ambiente di molecole mimetiche, metalli pesanti e altri inquinanti in grado di interferire pesantemente sullo sviluppo neuro-endocrino dell'embrione, del feto e del bambino rischi di produrre danni gravissimi è un dato che emerge da centinaia di studi scientifici. Tanto che pochi anni fa uno studio pubblicato sul Lancet a firma di due prestigiosi ricercatori della Harvard School of Pubblic Health ha rilanciato con forza la tematica della "pandemia silenziosa" di danni neuro-psichici che si starebbe diffondendo, nell'indifferenza generale, interessando ormai il 10% dei bambini.
"Il nostro Paese, in tutte le sue componenti (la politica, i pediatri, le scuole, le famiglie) deve diventare più consapevole dei rischi dell'ambiente per la salute dei bambini", sottolinea Alberto Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria. " A breve faremo partire corsi di aggiornamento su tutto il territorio nazionale rivolti ai pediatri per l'approfondimento delle patologie pediatriche legate all'ambiente, ma riteniamo importante agire sull'educazione sin dalla più tenera età: chiederemo al Ministro Gelmini di introdurre sin dalle elementari, un'ora di educazione ambientale".
Studiare le malattie dei bambini sarebbe un esercizio necessario, anche in Puglia ed in particolare nelle aree a rischio di Taranto e Brindisi, se gli indirizzi di politica sanitaria esprimessero sul fronte della prevenzione “vera” (quella delle cause) la stessa attenzione che mostrano su quello più redditizio (non certo per i cittadini comuni) della diagnosi e della cura delle malattie già provocate.
Maurizio Portaluri
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