Approfondimenti » 23/11/2010
Francavilla grida alla legalità. Di Matilde Sardiello
Francavilla terra dei Messapi, importante crocevia economico e culturale dell’Apulia centro-meridionale. Paese attivo, vivace, poliedrico, che ha dato i natali ad illustri personalità nell’ambito giuridico, letterario, scientifico e sportivo. Un paese che produce, che lavora e persino bello agli occhi di chi lo vive con senso di inalienabile appartenenza.
Vive nel XIX secolo il brigantaggio e la massoneria, come del resto tutto il Mezzogiorno. Francavilla città aperta, vigorosa, afflitta da quel male che il giudice Falcone definiva non invincibile, perché come fatto umano ha un inizio ed avrà una fine. Quel male che Leonardo Sciascia denuncia ne “Il Giorno della Civetta”: la mafia.
Francavilla dopo varie e reiterate organizzazioni malavitose, ordite con reti di potere, minacce, ricatti, violenze, speculazioni, ha esondato con vigore in una manifestazione di protesta, un corteo che ha visto protagonisti gli studenti del Liceo Classico e Scientifico, Istituto Professionale, Tecnico Industriale e Commerciale, che esprimevano il loro sdegno a gravi fatti di violenza che stigmatizzano il paese.
Il sindaco Della Corte, il rappresentante della Consulta Provinciale Dario Mancino, il rappresentante dell’associazione “Libera” Raffaele Bruno, gridano con deplorevole sdegno alle aberranti organizzazioni malavitose, contro le attività illegali, contro le alleanze e le collaborazioni subdole, contro l’escalation di violenze che ha portato all’epilogo gravissimo dell’omicidio di un giovane di appena 18 anni, vittima inconsapevole.
Giorgio Guerra, Giorgio Conserva, Arianna Nocente, Matteo Maggio, Chiara Taurisano, rappresentanti di istituto dei Licei francavillesi, chiedono la partecipazione attiva e consapevole di tutte le scuole francavillesi in nome dei valori di legalità e di giustizia, che non possono essere slegati dal coinvolgimento emotivo e dal senso di appartenenza comune ad una società costituita dalla libertà di essere e di esistere.
Dice il Preside del Liceo Scientifico Vincenzo Ignazzi “ la scuola ha l’obbligo di sostenere e di veicolare la cultura di cittadinanza e di legalità. La presenza di tanti studenti, straordinariamente partecipi, ha significato che le coscienze si sono mosse, hanno reagito ad ogni forma di violenza e sopraffazione contro la cultura della mafia e dell’omertà, hanno dato voce ad un silenzio assordante, quello degli umili, della gente onesta. I loro slogan, i loro visi puliti, hanno lanciato il vero concetto della legalità: il rispetto delle leggi, la valenza della responsabilità come condizione di cambiamento. Le mafie hanno paura della libertà, dice Don Ciotti, i nostri studenti hanno dimostrato di essere liberi da paure e condizionamenti. Il loro “no” alla criminalità scuote le coscienze e rivendica l’idea di un paese democratico che si faccia ponte e non frontiera verso il mondo”.
Matilde Sardiello
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