Salute » 25/11/2010
Sanità: troppi convegni, poche risposte concrete. Di Maurizio Portaluri
Mi fa piacere che il consigliere regionale Giovanni Brigante, eletto alle ultime elezioni con la lista “La Puglia per Vendola” inizi ad occuparsi del servizio sanitario promuovendo il convegno “La sanità in Provincia di Brindisi” al quale ha invitato a parlare per lo più illustri medici brindisini che operano in strutture del centro nord.
Egli vuole fare , dice anche il titolo dell’incontro, “analisi e proposte alla luce di esperienze in altre realtà del paese”.
Auguro all’iniziativa successo di pubblico e di idee.
Ma devo dire a Brigante che gli operatori sanitari brindisini lo aspettano nelle strutture in cui operano ogni giorno, per fargli conoscere le cose buone che fanno e le condizioni in cui sono a volte costretti ad operare.
Mi sembrerebbe un modo più efficace per realizzare “analisi e proposte”.
Penso che in un anno del suo mandato conoscerebbe la relatà di tutte le unità operative della asl e sentirebbe anche la voce degli ammalati, con beneficio per il suo mandato ed anche per il suo consenso.
Apprenderebbe così che, nonostante i brindisini abbiano primati di mortalità per tumori al polmone, malattie gastrointestinali, malattie della tiroide, malattie cardiovascolari, rilevabili dai dati ISTAT, a Brindisi, nell’era Vendola come nell’era Fitto, non c’è ancora una cardiochirurgia, una chirurgia toracica, una gastroenterologia ed un percorso integrato per le malattie della tiroide.
Solo per fare alcuni esempi.
E ciò nonostante il fondo sanitario pugliese negli ultimi 5 anni sia aumentato da 4 a 7 miliardi di euro, cioè del 75%, senza contestualmente impedire che il deficit delle amministrazioni sanitarie crescesse.
Ma spero che il convegno sarà utile per chiedere all’Assessore alla Salute che cosa ne è stato della dichiarazione rilasciata alla stampa proprio al “Perrino” il 28.12.2009 inaugurando il reparto di oncologia: “Su Brindisi c’è anche un investimento tecnologico che parte in queste settimane che è quello di realizzare qui la protonoterapia che rappresenta un elemento di netta avanguardia su tutto il territorio nazionale”.
A questa dichiarazione sono seguiti due ordini del giorno di apprezzamento unanimente approvati dal Consiglio Comunale e Provinciale e dal Consiglio dell’Ordine dei Medici. Ah certo, il Governo nazionale, Tremonti, il piano di rientro e così via. Da quel che ne so, quell’investimento è volato nel Lazio, come le cronache di questi giorni hanno annunciato.
Capisco che il consenso abbia le sue esigenze mediatiche, ma non condivido la demagogia sulla pelle delle persone. Meglio non prenderli in giro quei brindisini costretti a riempire i voli della Ryanair per trovare realtà ospedaliere dove le patologie vengono curate in maniera multidisciplinare.
Peccato, per queste carenze politiche e gestionali oltre i soldi che ci rimettono di tasca propria i brindisini, vengono persi anche 100 milioni (un sesto del bilancio ASL) all’anno di nostro denaro pubblico per la mobilità passiva pagata ad altre Asl e Regioni dal Servizio Sanitario per rimborsare le cure lontano da casa.
L’ iniziativa del Consigliere Brigante cade in un momento particolare per la sanità pubblica brindisina. La recente vicenda “assenteismo” e “liste di attesa” alimenta il “mantra” per cui il servizio pubblico è inefficiente, meglio privatizzare.
Non aiutano a contrastare questa deriva né le prese di distanza né la mancata difesa di chi invece lavora e lavora molto. Basterebbe che il mangement filmasse come si lavora duramente di notte, dopo qualche incidente mortale sulle nostre strade, nelle sale operatorie del “Perrino” per capire che senza questo servizio pubblico nessun privato, neppure quello del tanto beneficato don Verzè, si accollerebbe un impegno di quel tipo, veramente “no profit”.
Altro che filmino delle timbrature truffa!
Brigante viene dall’impresa privata e potrà capire quello che sto per dire. Sarà difficile credermi, ma io ammiro molto il management delle grandi industrie di Brindisi ed i loro lavoratori quando, di fronte ad un qualsiasi “guaio” che ne compromette l’immagine, insorgono a difesa dell’impresa a volte contro ogni evidenza.
Non so cosa stiano insegnando ai super manager selezionati dai Tre Saggi alla regione per metterli alla guida delle ASL, ma io i futuri manager li manderei in queste grandi aziende a capire perché la “tua” azienda la devi difendere sempre e soprattutto la devi promuovere facendo conoscere all’esterno quello che fa di buono. E nel pubblico, più che nel privato, si fanno tante cose buone, nonostante gli ostacoli che a volte vengono dall’alto, se non altro perché il pubblico può permettersi di dire dei “no” di fronte a richieste di cure inappropriate.
Va bene, dunque, guardare fuori regione, per capire perché lì alcune cose funzionano meglio. Mi pare che i manager chiamano questo “benchmarking” ( ho imparato anch’io un po’ di “direttorese”). Ma un mio amato Maestro, quando giovani medici scalpitavamo per andare a visitare centri stranieri, ci diceva: “Cominciate a fare qui e poi andate a confrontarvi con gli altri”. Si cominci a guardare come vanno le cose a casa nostra, intervistando anche gli ammalati, e poi si capirà cosa c’è che non va guardando a casa degli altri.
Benvenuto allora al Consigliere Brigante nel dibattito sulla sanità. Lo aspettano negli ospedali e negli ambulatori della provincia, dopo l’interessante convegno, operatori ed ammalati.
Maurizio Portaluri
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