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Arte: Gli scatti di Attilio Spagnolo ai mercati del pesce di Bologna. Di Domenico Saponaro



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Arte » 28/12/2010

Gli scatti di Attilio Spagnolo ai mercati del pesce di Bologna. Di Domenico Saponaro

FISH MARKET
Mostra fotografica di Attilio Spagnolo
Fino al 18 gennaio 2011
Camera a Sud - Via Valdonica 5, Bologna
Tel: 051/0951448


La presenza brindisina a Bologna in queste settimane si caratterizza in modo particolare:
dal 9 dicembre 2010 al 19 gennaio 2011 Attilio Spagnolo, fotografo brindisino che vive nel capoluogo felsineo, espone una serie di sue opere a Camera a Sud, wine bar gestito da suo fratello Lorenzo, il quale ha mutuato il nome del locale dallo “storico” caffè–libreria di Brindisi.
La mostra si intitola “Fish Market” e propone cinquanta fotografie scattate da Attilio Spagnolo nei mercati del pesce di tutto il mondo, con esiti assolutamente interessanti ed efficaci.
Di seguito, la presentazione di Domenico Saponaro:

Con il fish-eye al “Fish Market”: gli scatti di Attilio Spagnolo ai mercati del pesce. Di Domenico Saponaro

Il viaggio, la cucina, ovviamente la fotografia sono tre grandi passioni di Attilio Spagnolo. Non sono le sole, ma in questa circostanza costituiscono gli elementi peculiari che animano una foltissima messe di foto (più di cinquecento) da lui scattate in molte parti del mondo negli ultimi quindici anni.
Grazie alla sua spiccata sensibilità e brillantezza relazionale, anche nei viaggi di lavoro – quelli che lo hanno portato nei luoghi più remoti ed esotici – Spagnolo ha colto aspetti altrimenti sfuggiti a un ingegnere nell’opacità del cosiddetto turismo d’affari.
Culture, usi, tic e tradizioni di genti lontane; colori, suoni, odori del vissuto quotidiano, sia a lui cari (non mancano immagini scattate a Brindisi) sia sconosciuti fino al momento di immergersi con la curiosità del fotografo e direi – nel caso che ci occupa – del “cultore della materia”: tali, i caratteri propri del lungo reportage di cui questa esposizione offre una significativa selezione.
Conoscendo bene Attilio, penso subito al fotoamatore che non tende (o meglio, non si limita) all’inquadratura corretta, allo scatto riuscito; penso subito a uno che non mira al soggetto convenzionale nell’ambito del cliché della fotografia di viaggio pseudo Natural Geographic (e sottolineo pseudo), di cui sono ormai stracolme le memorie di tante digitali.
No: Attilio Spagnolo coglie attimi e particolari inosservati ai più; ma soprattutto cerca, a Shanghai come a Brindisi, a Bologna come a Rio de Janeiro, Dubai, a Venezia, Hong Kong e Città del Messico, luoghi e momenti da aggiungere alla sua collezione di microstorie e impressioni che sottendono le sue passioni.
Amante della buona cucina e dei piatti a base di pesce (detto per inciso, è anche un valido sommelier), Spagnolo ha addirittura fatto della ricerca dei mercati del pesce quasi il motivo principale dei suoi giri per le città del mondo, perché è lì, a suo dire, l’essenza della città stessa. I trenta scatti della mostra intitolata, appunto, “Fish Market” sono il risultato di una ricca … pesca tra i banchi dei venditori di pesce delle specie e delle qualità più diverse (sia i mercanti sia la merce); la vividezza delle immagini è a volte superiore all’autentica freschezza della mercanzia, così come non sempre l’igiene sembra essere in cima ai pensieri dei gaudenti venditori (invero alcuni un alquanto intimiditi dall’obiettivo); ma restano vivissimi l’autenticità e la genuinità delle singole situazioni, la freschezza dell’istantanea, l’attenzione dello sguardo sia verso gli elementi che accomunano i fish market intesi come luogo di affezione di una comunità, sia verso le peculiarità di ciascuno di essi.
Paradossalmente, ciò che spinge l’autore verso il dato esotico della sua ricerca fotografica (non priva di esiti antropologici) è il forte legame con la propria terra, segnatamente con l’elemento che sta nel DNA suo e di ogni brindisino: il mare.
Lasciata Brindisi, per gli studi e poi per lavoro, Attilio Spagnolo ha immediatamente avvertito un senso di vuoto, di privazione dal mare – nella sua declinazione più ampia – quale principio vitale di una cultura e di una tradizione cui egli stesso sente di appartenere in maniera inscindibile.
Vivendo da tre lustri a Bologna, ha fatto della storica via delle pescherie una delle frequentazioni più assidue; è subito entrato in confidenza (senza alcuna fatica, data la sua particolare estroversione) con i venditori e gli avventori abituali; si lascia volentieri avvolgere dall’atmosfera eclatante e odorosa di quella strada che gli ricorda la “chiazza coperta”, ne rinnova la chiassosità, ne rievoca il mai muto orgoglio dei pescivendoli per gli ineguagliabili pregi della loro merce.
La serie di belle fotografie in mostra ha il merito di porre in risalto, nonché le qualità ittico/gastronomiche dell’oggetto, proprio quelle emozioni; e il medio formato invita il riguardante alla veduta d’insieme della scena raffigurata, così come ne esalta - nel caso del campo stretto - il senso del particolare.
Alcuni scatti riportano infine alla mente quelle nature morte seicentesche (ma penso anche a certo Manet e De Pisis) che con vivido realismo erano dedicate allo stesso tema. Che è trattato, nel caso di Spagnolo, con il piglio di chi guarda alle cose con la leggerezza a tratti ironica del disincanto, ma anche di chi osserva e fotografa il pesce, a volte ancora vivo sui banchi del mercato, prefigurandone cinicamente il giusto destino. Non a caso Attilio lo cucina magnificamente: eccelsi, proverbiali, spesso vanamente agognati, i suoi tubettini al sugo di cernia!


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