Musica » 05/01/2011
Diario di bordo. Pagina n. 63
… E finalmente arrivò anche il giorno dedicato alla “musica del diavolo”.
Venerdì 7 gennaio si celebrerà il 1° appuntamento del 2011 con il rock “artigianale” di “RADI@zioni LIVE”. Il palco di Ciccio Riccio, situato all’interno del “Lab Creation” di Mesagne, ospiterà La Via Del Blues, uno dei maggiori gruppi storici nell’ambito del blues italiano. La band è nata a Bari nel 1969 grazie alla passione e alla devozione di Gino Giangregorio (chitarra) e Dino Panza (armonica). Negli anni successivi l’organico si è completato con Gaetano Quarta (alla voce) e negli ultimissimi tempi con Enzo Chiarappa (batteria) e con Luigi Catella (contrabbasso).
La Via Del Blues ha all’attivo tre ottimi album autoprodotti, “Trouble Trouble” (2003), “Let The Band Play” (2005) e il recentissimo ed eccellente “Another Way” (2009), recensito e passato in rassegna anche sul prestigioso mensile di cultura rock “Buscadero” nella pagina “Italians Do It Better”. L’atmosfera che si respira ascoltando La Via Del Blues è quella elegante e di una rilassata familiarità, a dimostrazione del carisma, della preparazione dei suoi componenti e del fascino che la band barese emana durante i concerti e nei dischi.
La Via Del Blues può essere considerata come un documento sonoro di quanto è avvenuto nella nostra storia musicale, e può essere inserita al fianco di nomi quali quelli di Fabio Treves, Guido Toffoletti e Roberto Ciotti. Questi artisti che hanno portato il blues in Italia, rappresentano una tra le più grandi generazioni di musicisti talentuosi, più che mai presenti nel cuore dei suoi appassionati.
Vedere e ascoltare La Via Del Blues dal vivo nella provincia brindisina dopo tantissimi anni, può essere stimolante e può immortalare una magica serata all’insegna delle canoniche 12 battute. La band, nonostante i suoi 40 anni di storia, ha la grande capacità di rinnovarsi sempre e di essere affidabile.
Insomma, una band che la sa lunga, forse tra le ultime depositarie di una tradizione musicale a cui non smetteremo mai di restare attaccati. Ed allora, tutti a lezione di blues nel “Lab Creation” di Mesagne per il 6° appuntamento di “RADI@zioni LIVE”. Se il diavolo ci metterà la coda, noi di Ciccio Riccio ci metteremo il blues per una serata intensa e di altissima qualità.
Per chi è fuori zona, “RADI@zioni LIVE” potrà essere seguita a partire dalle ore 22 sulle frequenze o in streaming su Ciccio Riccio e tramite la web cam dal “Lab Creation” per Justin TV.
“RADI@zioni LIVE” è a cura di Angelo De Luca, Antonio Marra, Camillo Fasulo e Marco Greco.
(Marco Greco)
Un ultimo sguardo alle più belle uscite del 2010 viste attraverso le scelte della “Next Generation di RADI@zioni”
JON OLIVA’S PAIN “Festival”
Un viaggio nella follia di Jon Oliva, una corsa schizofrenica nel labirinto cerebrale dove tempeste di idee generano quello che da più di 20 anni ascoltiamo scaturire, rimanendo talvolta a bocca aperta, dalla mente e dalla penna di questo signore.
THE DEAD WEATHER “Sea Of Cowards”
Un connubio di chitarre graffianti, sintetizzatori a pioggia e distorsioni gotiche da brivido. Il tutto in armonia con la sensualissima voce di Allison Mosshart che si fonde con il cantato di Jack White, creando un mix davvero esplosivo. I due si travestono da diabolici reverendi in un western sporco di nero e cantano di relazioni difficili, tese, destinate a finire male.
THE NATIONAL “High Violet”
Atmosfere notturne e malinconiche, melodie che si posizionano in modo creativo fra il rock elettrico americano e l’indie rock dai toni più soft, con le influenze di sempre fra Joy Division e sprazzi di new wave britannica, in un fortunatissimo equilibrio tra toni cupi e un gioioso ottimismo.
NEVERMORE “The Obsidian Conspiracy”
Rappresentano una delle poche certezze in un panorama metallico sempre più arido: la band di Seattle è stata infatti una delle poche formazioni che sia riuscita a trasformare gli schemi abusatissimi del vecchio thrash in una struttura moderna e altamente personale.
CATHEDRAL “The Guessing Game”
2 cd, 13 pezzi, 1 ora e 24 minuti di durata: questi sono i numeri del 9° album per la band di Lee Dorrian, che intende così celebrare 2 decenni di carriera. Un’opera davvero ambiziosa, non solo per la sua mole, ma soprattutto per quello che il quartetto inglese ha tentato di condensare al suo interno: un turbine di prog, rock, folk, doom e psichedelia.
(Camillo Fasulo)
BLACK MOUNTAIN “Wilderness Heart”
Sono gli alfieri dell’attuale psych’n’prog-spiritual-rock. Loro si definiscono un gruppo di hippie, ma per scherzo e proporre un sound sfacciatamente derivativo nel 2010 senza prendersi affatto sul serio e ottenere critiche più che positive e moltissima attenzione mediatica non è affatto semplice.
SHEARWATER “The Golden Archipelago”
Jonathan Meiburg (ex Okkervil River) ci guida attraverso gli oceani a bordo della sua musica. Aperture maestose, atmosfere epiche e struggenti, melodie che regalano le stesse emozioni provocate dal profumo del mare, dall’avvistamento della terra dopo tanti giorni di navigazione, dalla sensazione della sabbia sotto i piedi nudi.
MASSIVE ATTACK “Heligoland”
I Massive Attack allo stato puro! Vi si possono ritrovare tutti gli elementi caratteristici della loro produzione. Un lavoro che metterà d'accordo sia gli amanti del lato più black e trip-hop che i fans delle loro creazioni più glaciali e claustrofobiche.
MIDLAKE “The Courage Of Others”
Una meraviglia che scorre come se ci si trovasse al cospetto di un grande classico. Un viaggio che avvolge e trasporta attraverso gli umidi boschi americani con un tono malinconico che lo pervade dall’inizio alla fine.
MENOMENA “Mines”
È impressionante la quantità di dettagli presenti in ogni brano. In realtà la capacità che eleva i Menomena una spanna al di sopra di tante altre band è proprio quella di raggruppare così tanti elementi in un corpo sonoro compatto e godibilissimo.
(Rino De Cesare)
TAME IMPALA “Innerspeaker”
La miglior nuova psycho-rock band in giro attualmente. Propongono qualcosa di fresco e di creativo, con attitudine dreamy, dal sapore angelico e celestiale, il tutto riportato sulla terra da una splendida sezione ritmica!
THE BLACK KEYS “Brothers”
Di gran lunga il miglior disco della loro produzione. Praticamente un distillato di rock e blues che stordisce. Un susseguirsi di episodi diversi dove è evidente un inevitabile richiamo al passato… Ma, attenzione, non ci troviamo davanti ad un’operazione revival, tutt’altro!
EDWYN COLLINS “Losing Sleep”
Brit pop di indiscussa qualità per un ascolto godibile e spensierato. Il talento di Mr. Collins non si discute, ma la partecipazione nei vari brani di alcuni suoi amici (Aztec Camera, Magic Numbers e Cribs tra gli altri) danno maggior spessore a questo cd. Un grande ritorno per un grande maestro.
THE THERMALS “Personal Life”
Provengono da Portland (Oregon, U.S.A.) ma hanno un suono decisamente molto europeo. Chitarre, basso e batteria dal sapore antico, ballate ad alta tensione elettrica e una miscela di suoni tra Superchunk e Pixies rendono “Personal Life” un album decisamente istantaneo, catalizzando l’attenzione fin dal primo ascolto.
EELS “Tomorrow Morning”
Sdolcinato, melodico, rock, pop, elettronico e danzereccio sono le prime definizioni che vengono alla mente e calzano bene per descrivere un album pieno di sorprese. Gli standard di bellezza a cui gli Eels ci hanno abituati sono stati rispettati. Bentornati Eels!!!
(Carmine Tateo)
ANTONY AND THE JOHNSONS “Swanlights”
Un artista che ancora sta esplorando i propri limiti e le proprie possibilità. Un percorso difficile e meraviglioso. Uno splendido procedere tra incertezze, inquietudini, illuminazioni ed estasi… Ogni cosa è nuova qui!
ISOBEL CAMPBELL & MARK LANEGAN “Hawk”
Una specie d'istituzione del pop-rock alternativo. I due provano questa volta a variare le portate incrociando coordinate country-blues e prove sul terreno dell'errebì e del gospel. Intriganti e con ancora delle altre buone cartucce da sparare.
JOHN GRANT “Queen Of Denmark”
Brillante esordio per l’ex leader dei The Czars che approda all'avventura solista, grazie anche alla collaborazione con i Midlake che hanno contribuito alla registrazione e all'arrangiamento dei brani. Un disco dal quale trapela la difficile vita dell'autore. Un lavoro "positivo", con atmosfere che richiamano gli anni '70, nostalgico e moderno.
GRINDERMAN “2”
Echi di trasfigurato blues moderno, sperimentale ma anche classico. Drammaticità espressiva e accompagnamenti che, a tratti, sfiorano antiche melodie mistiche e tribali. Il lavoro non è proprio di facile digeribilità ma trasuda sudore e sangue, punto!
MASSIMO VOLUME “Cattive abitudini”
Non inventano niente di diverso da quello che hanno sempre fatto e per cui li abbiamo sempre amati, ma sono riusciti a produrre una sintesi di intensa bellezza. Ci sono tanti suoni diversi qui dentro: un pizzico di psichedelia 60’s, schitarrate rock più anni ’90, e concetti così rapidi e molesti che ti si conficcano in testa come pugnali.
(Angelo Olive)
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