Musica » 13/01/2011
Diario di bordo. Pagina n. 64
Sarà perché ascoltare il blues ci emoziona sempre, sarà perché questa musica è considerata come quella dei buoni sentimenti, ma venerdì 7 gennaio scorso abbiamo assistito ad uno dei concerti più belli ed elevati organizzati da “RADI@zioni LIVE”.
Quello de La Via Del Blues è stato un lungo viaggio musicale iniziato nel 1969, anno di nascita della band barese, che ha ripercorso i tre album pubblicati in questi anni.
Un “bluesaccio” credibile e di spessore che ha scaldato i nostri cuori e rigenerato le nostre anime.
Una citazione a parte la merita il chitarrista Gino Giangregorio che nonostante la febbre alta non ha voluto mancare all’appuntamento. Gli altri “giovanotti”, Dino Panza all’armonica, Enzo Chiarappa alla batteria (che ha festeggiato il 60° compleanno in diretta), Luigi Catella al contrabbasso e la voce di Gaetano Quarta hanno fatto il resto, rendendo la serata unica, tostissima ed ipnotica.
A noi di “RADI@zioni” rimane l’euforia per la notte di blues e la carica del “dopo concerto”.
Ma è già tempo di preparare il 7° appuntamento con un’altra insonne notte di musica. Venerdì 14 gennaio alle 22 il palco di Ciccio Riccio ospiterà i “PH-” un nuovo progetto musicale di elettro-rock sperimentale creato da Marco Maffei (voce e chitarra) e Stefano Casoar (basso). I due giovani musicisti brindisini hanno alle spalle diverse esperienze musicali, di cui la più recente con gli HS, tra le band emergenti più conosciute in zona.
Appuntamento, quindi, con i PH- nel “Lab Creation” di Mesagne, un posto che sta conservando la suggestione del luogo di culto grazie alle diverse iniziative musicali e culturali che si stanno creando al suo interno. È possibile seguire “RADI@zioni LIVE” venerdì 14 gennaio a partire dalle ore 22 sulle frequenze o in streaming su Ciccio Riccio e tramite la web cam dal “Lab Creation” per Justin TV.
“RADI@zioni LIVE” è a cura di Angelo De Luca, Antonio Marra, Camillo Fasulo e Marco Greco.
(Marco Greco)
Un ultimo sguardo alle più belle uscite del 2010 viste attraverso le scelte della “Next Generation di RADI@zioni”
Un ultimo sguardo alle più belle uscite del 2010 viste attraverso le scelte di “RADI@zioni CULT”
La classifica del 2010 per me si è chiusa ai primi di Marzo, quando mi sono ritrovato tra le mani “Have one on me” di Joanna Newsom: davvero stupendo e monumentale il triplo album di questa giovane folk-singer ed arpista del Nevada. Complice la bellezza del disco ed un anno avaro di emozioni forti mi sono reso conto da subito che non ci sarebbe stata molta storia. Mi hanno comunque appassionato alcune conferme “indie” quali A Silver Mt Zion con “Kollaps Tradixionales” (post punk progressivo ed orchestrale), i sempre più grandi Black Keys con “Brother” (rock duro e puro), il Nick Cave di nuovo rumorista con il 2° capitolo firmato Grinderman e il pop da maestro di Eels con “Tomorrow morning”. E poi il “grande vecchio” del “paisley” Steve Wynn che con “Northern Aggression” continua ad esprimersi a grandi livelli degni del suo passato con i Dream Syndicate. L’anno ha poi segnato il ritorno dirompente di certi suoni psichedelici: Black Angels con ”Phosphene dream” hanno ottenuto la consacrazione definitiva, Sleepy Sun con “Fever”, Tame Impala con “Innerspeaker”, Pearly Gate Music con l’omonimo album e Ganglians con “Monster head room” sono stati le sorprese su cui scommettere. C’è poi da segnalare il ritorno di Jana Hunter che mi ha regalato l’album di culto del 2010, Lower Dens con “Twin Hand Movement” (improbabile connubio tra Cocteau Twins e Savage Republic), ed ancora Tune Yards (culto purissimo) con “Bird Brains” (un trip-hop molto lo-fi originalissimo), Le Loup: Family” (indie pop di gran classe) e Lloyd Miller & Heliocentrics: nuove frontiere per il jazz? Ma con piacere affermo che se c’è una scena che lascia il segno in questo 2010 allora è proprio quella italica con tanti lavori di classe superiori alla media delle tantissime uscite internazionali: il neo cantautorato dei Perturbazione con “Del nostro tempo rubato” (il loro sgt. Pepper) e Non Voglio che Clara con “Dei Cani” ed anche delle Luci della Centrale Elettrica con “Per ora noi la chiameremo felicità”, le citazioni colte degli Amor Fou con “I moralisti”, il grande successo commerciale dei Baustelle con “I mistici dell’occidente”, il pop d’autore dei Virginiana Miller con “Il primo lunedì del mondo”, il blues scarnificato dei Bachi Da Pietra con “Quarzo”, la classe senza eguali dei Massimo Volume con “Cattive abitudini”. Infine la delusione dell’anno: il genio di Sufjan Stevens che ci confonde con le stramberie elettroniche di “The Age of ADZ”, anche se poi si fa perdonare pubblicando proprio a fine dicembre anche “All Delighted People EP” un’ora di pop da capolavoro.
(Antonio Marra)
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