Salute » 14/01/2011
Asl Brindisi, bilancio sociale, un occasione di apprendimento. Di Maurizio Portaluri
La ASL di Brindisi ha presentato nel dicembre scorso la terza edizione del Bilancio Sociale. Uno strumento che il management intende orientato a consolidare una prassi di trasparenza della gestione. Dall'esterno può apparire, in un'ottica meno istituzionale, uno strumento per avvicinare il cittadino ai meccanismi di funzionamento di una realtà pubblica così complessa come quella sanitaria.
Il documento redatto da un gruppo di lavoro coordinato da Gianluca Capochiani, direttore dell'Area Finanziaria della ASL, cerca di rendere comprensibile ciò che non sempre per sua natura risulta tale ad un pubblico non specialistico.
Nonostante ciò il bilancio sociale necessita di una lettura guidata per andare alla ricerca di fenomeni critici suscettibili di miglioramento.
Soffermandoci sul'assistenza ospedaliera, che è oggetto in questi giorni di cambiamenti dovuti alla riduzione dei posti letto e che assorbe circa l'80% delle risorse, nel 2009 gli ospedali della ASL hanno effettuato quasi 69.000 ricoveri considerando anche le strutture accreditate. Di questi, 64.000 erano a favore di residenti nella nostra provincia. A questi ultimi, per avere un'idea di quanti residenti hanno fatto ricorso all'assistenza ospedaliera, bisogna aggiungere 20.000 ricoveri di brindisini in strutture sanitarie di altre province della regione e 5.600 in altre regioni. Tra queste ultime il primato spetta alla Lombardia (1.200) seguita dall'Emilia Romagna (1.100) e dalla Toscana (550). Considerando tutte le sedi di ricovero (interna, regionale ed extra regionale) risulta che i ricoveri nel 2009 sono stati 220 per 1000 abitanti, un valore ancora alto rispetto a quello di altre Regioni dove ci sono evidentemente delle concrete alternative al ricovero ospedaliero. Tra i comuni in cui il ricorso all'ospedale è superiore alla media provinciale ci sono Ceglie Messapica (250), San Michele Salentino (250), San Pietro Vernotico (248), Cellino San Marco (241), Fasano (239) e Torchiarolo (238). E difficile interpretare questo dato. Potrebbe esprimere una propensione a riconoscere nell'ospedale un luogo di cura più sicuro, una maggiore presenza di malattie nella popolazione interessata o piuttosto la mancanza di alternative al ricovero ospedaliero.
È interessante inoltre considerare le cause più frequenti di ricovero nelle tre sottospecie (negli ospedale della ASL, della Regione ed extra-regionali). Malattie circolatorie, ortopediche e respiratorie sono le prime tre cause di ricovero in ASL. Malattie ortopediche, circolatorie ed oculistiche quelle dei ricoveri in ospedali della Regione, malattie ortopediche circolatorie, nervose quelle dei ricoveri fuori regione. Sarebbe interessante comprendere le ragioni della migrazione fuori ASL di tanti residenti in considerazione dell'evidenza che si tratta di specialità presenti all'interno degli ospedali locali. Potrebbe trattarsi di difficoltà di accesso (tempi di attesa), mancanza di tecnologie o altre cause ancora. Comprendendole appieno mediante anche questionari rivolti agli interessati, si potrebbe mettere mano a correttivi che permetterebbero di recuperare molte risorse. La migrazione dei residenti in altri ospedali fuori ASL è costata, infatti, nel 2009 102 milioni di euro ed è stata parzialmente compensata dai non residenti che hanno usufruito degli ospedali brindisini (40 milioni).
Maurizio Portaluri
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