Approfondimenti » 24/01/2011

La Regione Salento è solo una utopia. Di Aldo Indini

Utopia. E' un termine che nasce dal titolo di un libro di Tommaso Moro, su quel progetto irrealizzabile basato su di un luogo inesistente, immaginario, un luogo che non c’è.
Ed inesistente ed immaginario sarà per Aldo Moro, che nel 1946 e nel 1970, con l’attuazione delle regioni, l’istituzione della Regione Salento svanì per un solo voto.

Torniamo nel 1130 con la nascita del Regno di Napoli dove nel 1223 nella riorganizzazione dello Stato l’Apulia è divisa in quattro provincie: Capitanata, Terra di Bari, Terra d’ Otranto e Basilicata.
Nelle circoscrizioni delle province orientali emergono la Terra di Bari e la Terra di Otranto che ritroveremo nelle elezioni 1946 nelle due circoscrizioni elettorali della Regione Puglia. La prima circoscrizione (n. 25) con province di Bari e Foggia (la capitanata) e la n. 26 con le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto ( La Terra d’Otranto).

Principale artefice per la nascita della Regione Salento è un grande statista: Giuseppe Codacci Pisanelli (Roma 1913 – 1988). Ancora oggi Lecce ne conserva il ricordo nell’intestazione dell’Ateneo, che lo aveva visto rettore dal 1962 al 1968. Eletto deputato nella lista della Democrazia Cristiane nel 1946, egli è stato componente della commissione della Costituzione dal luglio 1946 al gennaio 1948.
Durante i lavori dell’Assemblea Costituente fu avanzata la proposta di fare della Puglia e del Salento due regioni separate. L'istituzione della Regione Salento avvenne il 17 dicembre 1946 dopo la relazione dell’On. Giuseppe Codacci Pisanelli alla Commissione Costituzionale.
La Regione comprendeva in effetti la Terra d’Otranto nelle tre province, Taranto – Brindisi – Lecce ma, quando il 29 novembre 1947 nell’aula di Montecitorio si doveva provvedere alla ratifica nella relazione tenuta dall’On. Vito Mario Stampacchia, socialista, la Regione Salento non era più prevista.
La Regione Salento veniva sacrificata in seguito ad un accordo tra il Democratico Cristiano Aldo Moro ed il Comunista Palmiro Togliatti a favore delle forti pressioni sugli interessi economici della città di Bari.

Vi è in corso una nuova sfida con la formazione di un tavolo permanente per la individuazione degli strumenti operativi per far crescere un Grande Salento che il 7 febbraio 2006 vede riuniti i tre Presidenti delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto ed i sindaci delle rispettive città capoluogo.
Per il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti è una ipotesi vecchia e superata argomenta: "La Regione Salento è stata dibattuta ed archiviata, grazie anche alla lungimiranza di Aldo Moro negli anni settanta"; il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno è anche egli contrario, ma con accenti diversi; entrambi assicurano che non impediranno la convocazione del referendum.
Decisamente favorevole alla nascita della nuova regione è la senatrice Adriana Poli Bortone, ex Sindaca di Lecce.
In effetti non so quale sia il vantaggio per la Città di Brindisi che dal 1927, dalla scorporazione dell’antica Terra d’Otranto, si sottrae al dominio di Lecce divenendo capoluogo di provincia e con la istituzione della Regione Salento ritornare alle origini del Regno delle Due Sicilie a 150 anni dall’unità d’Italia.
Concludo con il parere espresso dal Prefetto di Brindisi Dott. Nicola Prete: “La Regione Salento è una bella idea, ma solo in teoria: difficile realizzarla in questo contesto storico di crisi economica”.

Aldo Indini