Approfondimenti » 18/02/2011
Povera Patria. Di Pino De Luca
Se non ora quando?, Se non noi, chi? Se non qui, dove? Così funziona il mondo adesso. Partito il primo slogan, se ha successo, si scatena il sequel e via via sull'ottovolante di quelli più belli e di quelli orrendi.
Non ne ha colpa nessuno, è una trilogia emersa da una conversazione rapida tra me e Oreste, quindi l'appunto non è rivolto a nessuno. E siccome apparteneva ad una ipotesi di “articolo a quattromani” che entro il XXIV-esimo secolo verrà sicuramente scritto e affidato alle onde tempestose della rete, sul sequel non mi dilungo, alcune cose però vanno dette nell'immediato.
Mediterraneo meridionale incendiato, Mediterraneo settentrionale sconvolto dalla crisi economica tranne che in Italia dove un Governo che solo gli italiani sanno meritarsi ha fatto scomparire la crisi economica per sostituirla con i bunga-bunga parties.
Wikileaks continua a vomitare documenti dai quali traspare la politica d'impero degli USA sia quando c'era il comunismo dell'est che quando è finito, a dimostrazione che basta paventare l'esistenza di un nemico per fottere i grulli alla grande.
E di grulli che continuano a ripetere la cantilena del “pericolo comunista” pur di non dirsi allo specchio che hanno consumato una vita facendosi prendere in giro ve ne sono a bizzeffe. Quanta intelligenza sprecata a combattere un nemico inesistente mentre l'amico continua ad approfittare del loro lato B, una sorta di Bunga Bunga planetario rispetto al quale il Cavaliere fa la figura del clown (come dicono gli americani).
Tra le cose più belle che ho avuto il privilegio di vedere c'è stata l'intervista di Serena Dandini al Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Un uomo di novantuno anni, che ha vissuto la guerra e ha fatto di tutto nella vita, anche il Presidente della Repubblica, un uomo che ha messo la parola dignità al centro della sua esistenza e guardando un paese che della dignità ne ha fatto strame ne è rimasto molto deluso.
L'ordalia di cambiamenti di casacche un tanto al chilo, le brame di sottopotere, di privilegi, di benefit manifestate in questi giorni suscitano una pena infinita e fanno sembrare (o forse essere) l'Italia come una aggregazione di miserabili, pezzenti nell'animo, popolo pronto a prostituirsi per un tozzo di pane al miglior offerente.
Quanta retorica nelle manifestazioni patriottarde, in questa polemica dissennata che innalza il vessillo ipocrita e fascistoide di dio, patria e famiglia. Un dio chiamato a soccorso da lestofanti d'ogni risma, una patria calpestata e disonorata da leccapiedi e mercenari vili ed immorali, una famiglia invocata da zoccole e puttanieri senza vergogna.
Dove sono i Balilla, le piccole vedette lombarde, gli scugnizzi napoletani, i picciotti di Trinacria?
Dove sono i Pietro Micca, i Luigi Settembrini, i Carlo Pisacane, gli Amatore Sciesa, e, per noi pugliesi, le Antoniette De Pace, i Sigismondo Castromediano, gli Ignazio Ciaia, i Cesare Braico? Quanti conoscono questi nomi? In quale scuola si insegnano? Chi ne ha trasmesso passione politica, pensiero e tensione morale?
Era gente capace di rischiare la vita per una causa, fuori moda e fuori tempo oggi che ognuno venderebbe la madre per un privilegio.
Credo che i propagatori del pragmatismo ad ogni costo, dell'asta della dignità, qualunque sia la postazione che hanno raggiunto, dovrebbero almeno vergognarsi un po'.
Ma so che non lo faranno, dall'alto dei balconi delle loro ville abusive o turlupinate, dal sedile della loro auto di lusso, dai sofà dei loro harem popolati da puttanelle e puttanone con le quali condividono guantiere di polvere bianca ed altre amenità, ci guardano commiserandoci, additandoci come portatori di peste dai loro pulpiti attorniati da servi plaudenti, ansiosi di partecipare almeno agli avanzi delle crapule padronali, cani da guardai ringhiosi pronti a difendere la propria catena in cambio dell'osso caduto dalla tavola del califfo.
Non ci resta che vergognarci per loro, resta a chi ha scelto la libertà e la dignità testimoniare in silenzio, ogni giorno, con l'esempio, che esiste un'altra Italia che ha voglia, tempo ed energia per continuare a costruire futuro, anche per chi è nato servo, per chi prostituisce la propria esistenza in cambio di cinque minuti di riflettori e una manciata di banconote.
Coraggio miei dispersi e solitari sodali, camminiamo sereni verso il tempo in cui ci rincontreremo, e dio tornerà Dio, la patria Patria e la famiglia Famiglia, senza ipocrisie, senza integralismi e senza inutile retorica fascista. In un paese che sa dare peso alle parole e ha la dignità come valore.
Pino De Luca
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