Arte » 03/03/2011
La natura di Brindisi in mostra nelle foto di Nicolò Santangelo. Di Domenico Saponaro
Nicolò Santangelo è un artista. È importante partire da questo assunto per parlare della mostra fotografica “La trama lucente”, in corso a Brindisi (palazzo Granafei – Nervegna, prorogata fino al 20 marzo 2011), che raccoglie una nutrita serie di suoi scatti realizzati in tre oasi naturali nei pressi della città.
Siciliano trapiantato a Brindisi, è una figura poliedrica: dipinge, scolpisce, appunto fotografa, e si dedica a queste attività con quella sensibilità, delicatezza e sospeso lirismo che costituiscono la cifra stilistica della sua produzione creativa.
In quest’occasione, il fotografo Santangelo ha profuso un impegno non indifferente – settimane di faticose esplorazioni e pazienti appostamenti dalle ore antelucane al tramonto – nel riprendere una natura, quella alle porte di Brindisi, a molti sconosciuta, a molti indifferente, da molti trascurata quando non oltraggiata.
Realizzata con la consulenza e il corredo critico di Nico Barile (bravissimo fotografo anch’egli), la mostra è patrocinata dall’Ufficio Parchi e Tutela della Biodiversità della Regione Puglia, dal Sistema conservazione della Natura in Puglia e dall’Assessorato all'Ambiente - Servizio Parchi ed Aree Naturali protette del Comune di Brindisi.
Il bosco di Cerano, quello di Santa Teresa e dei Lucci, il Parco Regionale delle Saline di Punta della Contessa sono i siti prescelti per un ampissimo reportage, circa quattrocento scatti, da cui l’autore ha selezionato i quarantotto lavori in mostra.
Passando dal dettaglio strettissimo (molte le macro esposte) al campo largo, con un taglio molto personale e un’attenzione al particolare, le immagini svelano aspetti suggestivi altrimenti non colti dal nostro sguardo distratto in un’eventuale escursione nei luoghi fotografati.
Grazie anche al grande formato, le foto - di particolare effetto - sono il risultato di un mix efficace tra elevate capacità tecniche e attitudine a sentire vivamente ogni minima emozione, spesso enfatizzandola, peculiarità che connota l’operato di Nicolò Santangelo.
Particolarmente riuscita, al riguardo, anche la scelta delle “didascalie emozionali” dello stesso autore, a descrivere ogni singolo scatto con quella sottolineatura emotiva e quella spontaneità che fissano in una poetica immutabilità il momento fotografato e il sentimento che ne ha determinato la scelta.
Per citarne alcune: “Una prospettiva insolita acuisce le divergenze del punto di fusione tra mare e terra, ambienti differenti del medesimo miracolo.”; “Alla sua vista, inevitabilmente in me, una riflessione sul tempo trascorso e sulla magnificenza della natura.” O, ancora: “A metà tra un musicista di arpa e un equilibrista provetto, questo ragno tesse la sua tela.”
Le foto ritraggono le diverse specie di un ecosistema suggestivamente vivo e variopinto: mantidi, libellule, scarabei, ragni e farfalle, serpenti e lucertole, storni, cormorani e limicoli, querce, gigli marini …
Santangelo volutamente omette i nomi scientifici, gli è sufficiente un approccio “profano” ma genuino e rispettoso verso gli esseri che popolano e animano la natura dei boschi, verso la vegetazione e gli elementi che ne costituiscono al tempo stesso la forza e la fragilità, verso l’incanto della luce e dei colori: un insieme di situazioni e sensazioni mirabilmente colte dal colpo d’occhio, dalla maestria e - perché no? – dalla creatività di un fotografo attento e sensibile. Di un artista, appunto.
Domenico Saponaro
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