Approfondimenti » 03/03/2011
Eros e cibo a Palazzo Virgilio. Di Pino De Luca
Nomix è il portale dei nomi italiani. Da esso si ricava che in Italia esistono all'incirca 13500 persone che si chiamano Teodoro, di esse quasi il 15% abitano a Brindisi e dintorni.
Teodoro diventa spesso il ruspante “Gghiatoru” o il più delicato e signorile “Rino”.
Certo Rino potrebbe derivare da uno dei circa 125000 Gennaro che popolano lo Stivale, ma se consideriamo che i Gennaro per quasi il 64% sono campani la probabilità è molto bassa.
Un po' come Pino è da tutti inteso il diminutivo di uno dei quasi 2,5 milioni di Giuseppe che, senza grandi differenze geografiche, sono distribuiti nella penisola. Molto poco probabile che derivi per infelice decisione genitoriale, ad esempio, da uno dei pochi Pompeo che ancora popolano l'Enotria.
L'altra sera ho deciso che Rino si chiama Teodoro. Ero al Palazzo Virgilio, a uno sputo dalla stazione ferroviaria, proprio all'inizio di Via Bastione Carlo V, dove prima c'era il Jolly Hotel poi diventato Majestic.
Adesso c'è Palazzo Virgilio: concentrato di buon gusto e tecnologia che si fregia di 4 stelle e s'offre alla clientela Business della città data anche la sua collocazione logistica.
Stazione ferroviaria a mezzo passo e air terminal a meno di mezzo passo. Passaggio dei pullman quasi da dentro.
Ora uno si chiede che ci fa uno come me al Palazzo Virgilio un sabato notte prima e una domenica mattina poi. Noto che ho la casa a due passi da Brindisi e il mio ruolo di business man si è esaurito da tempo immemorabile avendo optato da ormai nove anni per l'uso della penna e della macchina fotografica: So bene che sono solo un dilettante per ambedue, forse come business man ero peggio o forse, semplicemente, mi divertivo di meno.
Il fatto è che la macchina fotografica, l'annesso sistema di scrittura che oggi sostituisce la penna e, dolorosa fitta al ventricolo mancino, la fiaschetta della mia grappa di negroamaro all'Islay Whisky me le ero dimenticate nel ristorante di Palazzo Virgilio la notte del sabato.
Giorno splendido nel quale la condotta SlowFood di Brindisi, postiglione Riccardo Mele, ha organizzato una di quelle cose che fanno bene al corpo e all'anima: Cibo & Eros, un percorso di piatti, racconti e informazione nella splendida sala ristorante di questo nuovo punto di accoglienza della città dove Publio Virgilio Marone passò a miglior vita.
Bella esperienza e buona cucina. Belle persone. L'aura particolarmente fortunata di cui godo in questo periodo mi ha fatto condividere il tavolo con la mia metà (si dice così anche se la proporzione non è proprio perfettamente rispettata) e con alcune giovani coppie, oltre che con il nostro magnifico Presidente Regionale in giacca e cravatta che porta solo quando tutti gli altri ne son privi.
Davvero ottima la cena, nei gusti e nei profumi, bollicine adeguate ed estrema leggerezza. Di bella e buona qualità ogni tavolo. Stimolante in tutto, anche nella curiosità che mi ha talmente coinvolto da farmi dimenticare gli attrezzi di cui sopra.
Giunto nella mia umile dimora, rovistando nelle tasche capienti del mio ampio giubbotto il nulla, il deserto … l'angoscia m'assale, è l'una e mezza di notte. Chiamo al Palazzo Virgilio, risponde Rino, mi chiede di richiamare qualche minuto più tardi in modo che lui possa fare le dovute ricerche e i necessari accertamenti.
La seconda telefonata mi consente di trascorrere serenamente il resto della notte: i miei oggetti son lì, custoditi nella reception piena di luce luogo in cui mi fiondo la sera per ritirarli e conoscere Rino.
Svelato l'arcano, svelato il Palazzo Virgilio, svelato Rino, signore di Brindisi, adulto, educato, capace di misurare le parole e raccontare una città accogliente e ospitale con chiunque voglia conoscerla e volerle un po' di bene. A presto. A presto Andrea, Nicola, Michele, Riccardo, Giovanni, ecc. Non cito le signore per ragion di cortesia, il contesto potrebbe far intender malamente ma mi auguro di ritrovare presto anche loro in una nuova esperienza della SlowFood331 magari nelle sale luminose percorse dal personale felino del Palazzo Virgilio. Non credo che dimenticherò più nulla, ma tornerò comunque, non fosse che per salutare Rino.
Pino De Luca
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