Approfondimenti » 13/03/2011

La quaresima e la riforma epocale. Di Pino De Luca

Carnevale, questo lunghissimo carnevale del 2011, ha tirato le cuoia. Siamo entrati nella Quaresima del calendario Giuliano. Bisogna ricordarselo ogni tanto visto che abitiamo, per meriti o colpe non nostri, nello Stato in cui la Chiesa Cattolica è stata madre, padre, figlia, figlio, insomma ha ricoperto ogni grado di parentela. La Quaresima è il periodo nel quale le maschere devono cadere e ciascuno di noi va in quarantena per presentarsi al mistero pasquale nel patto di resurrezione.
Devono cadere maschere, ceroni e cerotti da scena, ognuno deve mostrarsi per quello che è al cospetto della remissione dei peccati. Comprendo che chi è molto cattolico e poco cristiano faccia fatica a staccare la maschera dal viso, specialmente quando la si porta da così tanto tempo da confondersi, da esser diventati la maschera di sé stessi come capita ai bugiardi matricolati quando cominciano a credere alle loro medesime bugie.
Qualcuna cade, comincia a cadere. Prendiamo ad esempio questa recita ventennale che ha condotto una classe politica di corrotti, imbelli, paraculi e parassiti.
Caduta la Prima Repubblica sotto i colpi di un rivolgimento epocale (caduta del Muro di Berlino) e il peso di una corruzione insopportabile, si sono scatenate le seconde e terze linee del mondo marcio in cerca di un posto al sole. Eliminati i generali si son fatti avanti i colonnelli quasi che fossero virginee vestali che non avevano avuto nulla a che vedere con il verminaio nel quale son cresciuti. Non son bastati e allora è sceso in campo un “puparo” in persona a difendere il malloppo. Ne era rimasto pochino in verità, agli sgoccioli, ma come tutti i “pupari” che si rispettino non ha esitato ad ingaggiare il peggio dei bassifondi per proteggere la tana della consorteria. Gli antichi lo hanno appoggiato in segreto chiedendogli la vendetta: stracciare la Costituzione antifascista che rende tutti i cittadini uguali davanti alla legge. Ci prova e ci riprova il plurinquisito, pluriprescritto, plurimputato, plurismentitore e, probabilmente, anche plurimentitore.
Adesso siamo alla riforma epocale, la mamma di tutte le riforme che una maggioranza parlamentare fatta da transumanti della politica si appresta a discutere ed approvare.
Non entro nel merito della abominìa giuridica della quale son latori gli avvocati difensori del Premier, lo sa anche uno studente al primo anno di giurisprudenza che la “riforma epocale” è semplicemente una vendetta destinata a coloro i quali hanno rispettato le leggi dello Stato.
Non entro nel merito perché in questa proposta non vi è nessun merito, è solo l'ennesimo “strumento distrattore di massa” per evitare di ragionare sui fatti concreti che interessano la vita degli italiani. Ad esempio quanto costa la benzina, i salari bloccati dall'accordo infame che alcuni sindacati asserviti alla politica hanno firmato, l'industria italiana che smobilita e un paese sul baratro della stagnazione economica. In definitiva a che paese consegneremo a chi oggi si affaccia alle soglie della maggiore età.
La “riforma epocale” non merita che si entri nel merito, perché non ha nessun merito. Dalla visione degli azzeccagarbugli del grande frequentatore di studi stomatologici vien fuori uno stato di polizia nel quale i processi si fanno ai “nemici” e non ai malfattori e dal processo scompare una delle figure fondamentali: la parte offesa, la vittima di un reato. Molti anni fa, in quegli anni di speranza nei quali Milano e Palermo provavano ad essere le capitali del riscatto di un Paese intero, furono scritte alcune leggi che provavano a rendere davvero il processo giusto, un processo nel quale tutti potessero avere una voce, comprese le vittime o chi restava in vita delle vittime. Furono approvate quelle leggi molti anni dopo, dopo che era stato versato il sangue di chi quelle leggi aveva ispirato, si chiamano 104/96; 105/96; 44/99. Leggi usate e svuotate, delegittimate e chiamate a sostegno da personaggi di storia ambigua e presente tanto alto nel potere quanto irraccontabile nel dovere.
Non entro nel merito della “riforma epocale” però un merito ce l'ha questa proposta ignobile: ha fatto scendere in piazza milioni di persone con il tricolore e con la Costituzione a rammentare a tutti, proprio a tutti, che esiste un popolo di sinistra, di centro e di destra pronto a difendere l'Italia e la Carta Costituzionale da chiunque tenti manovre che mettano in pericolo l'unità del paese e i princìpi del patto di convivenza.
Passerà la Quaresima e arriverà la Pasqua, ineluttabilità del calendario. Quaranta giorni per costruire la Resurrezione dell'Italia, ripulita e senza maschera. Ha centocinquanta anni ma per me rimane sempre bellissima, anche senza cerone e con i capelli bianchi.

Pino De Luca