Musica » 19/05/2011
Diario di bordo. Pagina n. 82
Artista, cantautore, dottore e impegnato nel sociale, il chitarrista Ventruto è stato ospite di Ciccio Riccio martedì 17 marzo scorso. Negli studi del network brindisino, i conduttori Mino Molfetta e Marco Greco con One Way per la parte tecnica, Maximo Bagnulo e Piero Ricco per Ciccio Riccio TV, hanno intervistato l’artista virgiliano che ha presentato il nuovo brano “Dove sei”, oltre a un set acustico appassionato e coinvolgente con alcune importanti cover italiane e un blues per ricordare il 100° anniversario della nascita di Robert Johnson. Riportiamo di seguito una parte dell’interessante intervista radiofonica a Ventruto nella trasmissione “Mino Molfetta Club”.
Di cosa racconta il tuo nuovo brano “Dove sei”?
Di una storia d’amore finita. Le esperienze negative devono aiutare a far capire i propri errori e non devono essere vissute come un tormento. “Dove sei” è un brano autobiografico che rappresenta un periodo della mia vita vissuto con grande coerenza e riflessione.
“Dove sei” fa parte della compilation “L’albero della vita 2”. Oltre all’aspetto strettamente musicale, la canzone è inclusa in un nuovo progetto solidale e benefico. Di cosa si tratta?
Il brano ha partecipato a un bando di concorso presso l’Università di Medicina e Chirurgia, reparto di psichiatria de L’Aquila. Ha fatto parte di una selezione in cui c’erano 1500 canzoni inedite. Ne sono state scelte otto e quindi inserite in questa compilation che è stata distribuita a livello mondiale on line su 89 portali. Il ricavato delle vendite andrà a favore del tutoraggio della dislessia e dei disturbi specifici dell’apprendimento.
In che modo la dislessia può essere aiutata e curata?
Abbattendo le barriere sociali e il pregiudizio. La dislessia non è un disturbo psichiatrico, tanto meno patologico. È solo una caratteristica che può avere una persona nella lettura e nel linguaggio. A tal proposito sta nascendo una collaborazione tra Ventruto, Ciccio Riccio – nella persona di Mino Molfetta – e l’Associazione Italiana Dislessia (A.I.D.), il cui presidente nella Regione Puglia è la Sig.ra Anna Perrone e dove parteciperà anche il presidente nazionale Sig.ra Rosa Biancaleo di Taranto. Questa collaborazione sfocerà in un campus che si terrà dal 17 al 22 luglio in località Torre Vecchia a San Pancrazio Salentino (Brindisi).
Cos’è quella maschera con cui appari sulla copertina del disco: un velo di mistero che avvolge il tuo personaggio o ci sono altri motivi legati a risvolti umani, musicali e psicologici?
La copertina è stata ideata dal produttore artistico del mio disco Mino Molfetta. La maschera ha un significato ben preciso e vuol essere un riferimento al regista Stanley Kubrick, oppure vuole ricordare la mia attività come operatore nella psichiatria. La maschera vuol anche far riflettere e scuotere gli animi di quelle persone che hanno perso la sensibilità e la nobiltà d’animo. La maschera può anche rappresentare una forma di scudo per tenere a bada l’aggressività degli altri.
La leggenda narra che quando giocavi a pallacanestro, nell’intervallo, suonavi la chitarra. Quanto c’è di vero?
Sicuramente in quel periodo c’era da parte mia un forte interesse per il basket ma anche nei confronti dello studio della chitarra. Passavo ore intere a suonare il blues dei grandi maestri ma anche ad allenarmi in palestra con la chitarra, negli spogliatoi.
Marco Greco
Tra le più recenti e valide uscite discografiche passate anche al setaccio per gli approfondimenti attraverso la rubrica “Il disco della settimana” nel corso dello scorso mese di aprile…
JOAN AS POLICE WOMAN “The Deep Field” (Pias, 2011) – È con un colpevole ritardo che vi voglio segnalare questa perla, un album che quest anno farà parlar molto, ne sono certo. Ne è protagonista la quarantenne Joan Wasser, da tutti meglio conosciuta come Joan As Police Woman. La songwriter americana ha già all'attivo ben 4 albums (uno dei quali di sole covers), 5 con quest ultimo. Ingredienti base: indie rock, folk, synth e un pizzico di funk, ma soprattutto tanto, ma tanto, soul. In “The Deep Field”, dal nome di una immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble in una remota regione della costellazione dell'Orsa Maggiore, si parla dello spazio profondo per parlare in realtà delle galassie dentro di noi, dell'interiorità profonda delle nostre vite!
DANIEL MARTIN MOORE “In The Cool Of The Day” (Sub Pop, 2011) – L'idea di una raccolta di canti gospel ronzava da diverso tempo nella mente di questo cantautore statunitense, ed è bastato che le sue dita si posassero sui tasti di un pianoforte a coda utilizzato per le esibizioni dal vivo negli studi della WXVU, emittente radiofonica di Cincinnati, dove l’artista si era recato per un intervista, perché quell'idea si facesse di nuovo strada tra i suoi pensieri. "In The Cool Of The Day" è una collezione di inni religiosi della tradizione, cui si aggiungono quattro composizioni originali scritte da Moore nella stessa vena. Il titolo è un omaggio a Jean Ritchie, cantautrice del Kentucky definita "The Mother of Folk" e autrice fra gli altri del salmo "Now Is The Cool Of The Day", che appare qui in una sentita interpretazione pianoforte e voce.
ELBOW “Build A Rocket Boys! (Universal, 2011) – Gli Elbow non sono certo degli esordienti. L'album in questione è il loro 5° in studio. Le differenze stilistiche con i precedenti lavori non sono molte, ma quello che stupisce è la qualità delle canzoni che il gruppo riesce a proporre anche stavolta seguendo un po' la lezione di Peter Gabriel e un po' quella dei Radiohead del post "Kid A". Un consiglio: questo è un disco da ascoltare in cuffia, per meglio apprezzarne la cura maniacale degli arrangiamenti, la precisione e lo stile dei dettagli, la raffinatezza delle sovrapposizioni tra trame classiche, effetti digitali e campionamenti. Le stelle polari per gli Elbow sono i capostipiti del rock britannico colto e ambizioso: Brian Eno, Robert Fripp, Robert Wyatt, David Sylvian… Ho reso l’idea?
Camillo Fasulo
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