Approfondimenti » 05/06/2011
Sul Negroamaro Wine Festival e dintorni. Di Pino De Luca
Accade ogni anno, tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, che si affastellano impegni. Niente di eccezionale, si conclude l'anno scolastico e tanti progetti seguiti dal dopo vacanze in poi arrivano a termine e, per fortuna, si realizzano.
Il principio di giugno, per me, è segnato dall'acquisto di un nuovo paio di scarpe. Ci metto poco, ormai so quali e dove, conosco finanche le parole che mi verranno osservando dei rincari assurdi. Ma poi le compro normalmente e me le lascio ai piedi.
A Brindisi, la mia amata città di riferimento, e passeggiare sul corso con le scarpe nuove incontrando amici antichi con i quali ci si vede di rado ma per i quali il tempo rafforza l'affetto e la stima.
Oggi ho incontrato Dario, leggermente ingrassato, ma sempre simpatico e graffiante, abbiamo ricordato per un momento il suo primo nuovo compleanno.
Io quest'anno ho festeggiato i cinque anni, lui uno. Della seconda vita che ci è toccata.
Poi il banchetto del PD che fa la propaganda per i referendum con l'inossidabile Zio Mino che a oltre ottant'anni continua imperterrito ad esserci, Giacomo e Claudia in uno dei pochi contenitori culturali della città che è anche uno dei negozi più frequentati, forse proprio per cultura, e finalmente al Negroamaro Wine Festival.
Cresciuto, cresciuto bene.
Dalle sparute casette dello scorso anno alla diffusione fino a inglobare uno dei luoghi più belli della città: Piazza Mercato. Belle aziende, bella gente. Il Marchio del Brindiseat con il “mio” Totem, le carrube con tutti i loro salutari derivati di Stanislao, formaggi, vini la splendida copeta, gli asparagi e la frutta di Ortobrin, qualche dissonanza enogastronomica che fa folk ma che è apprezzata e quindi va bene.
Ma io me ne sono andato per oli. Ne ho assaggiati una dozzina. Buoni mediamente buoni ma per tre vale la pena esser più ampi.
Un meraviglioso monocultivar di Cima di Melfi fatto da una azienda di Ostuni, assolutamente strepitoso per profumi e gusto, un vero olio salentino declinato nella migliore tradizione, un Dop Terra d'Otranto blending di ogliarola e celina di Nardò. Quello che mi ha colpito non è l'ottima performance organolettica ma la declinazione. Proprio quello che intendo per Olio Salentino, dovrebbero metterlo come esempio e pietra di paragone per territorialità. E il terzo, un onest'olio, misto di tante cultivar, tecnicamente apprezzabile, buono il giusto e di prezzo ragionevole. Nulla di eccezionale, un onest'olio. Da San Pietro Vernotico. Mi ha colpito che è una azienda al primo anno, con dietro al palchetto ragazzi anche un po' impacciati con tante cose da imparare. Ma sono giovani, ragazzi che si son messi sulla terra a coltivare olive, a raccoglierle, molirle e dare linfa a questo settore straordinariamente fecondo di storia e di cultura. Una azienda che produce onest'olio e grandissima speranza nel futuro.
A chiudere solo un calice di Brindeasy per brindare ad una bella serata chiusa in bellezza dall'incontro con Oreste, Angela e Alfieri con la sua compagna.
Non potevamo che tirar fuori qualche idea per il futuro. E ci siamo immaginati che il Negroamaro Wine Festival cresce ancora, cresce così tanto che gli amministratori capaci di farlo crescere ai quali va il nostro plauso, trovino coraggio, quel coraggio necessario da far camminare una cosa così importante. Di muoverla magari verso i quartieri di periferia … Magari con nomi diversi. Che ne so, un Celina Oil Festival a Sant'Elia, un Cupeta raduno a Sant'angelo, un Carciofo Event a Tuturano, un Pasticceria Day al Casale, la Notte bianca alla peperonata al Perrino o l'Anguria brindisina tour dalla Commenda al Paradiso e chi più ne ha più ne metta.
Una città intera attraversata da una ventata di allegra socializzazione, diffusione culturale e voglia di uscire di casa per godersi la luce della città più bella del mondo.
In attesa della Settimana della Cozza Nera Brindisina, alla faccia di burocrati con il buon senso sotto i tacchi, saluto tutti coloro che si fanno il mazzo per organizzare queste cose, che buttano il sangue in campagna e in aziende approssimate dal punto di vista organizzativo, ma che hanno occasione, ogni tanto, di far vedere le loro capacità e i frutti del loro lavoro. Anche ai tanti turisti che hanno forme varie e abbigliamenti improbabili che gradiscono assai il bicchiere di vino capace di accompagnare i carciofi di Pasquale.
Opporsi al nucleare, rivendicare l'acqua come bene comune e chiedere che tutti siano uguali di fronte alla legge significa anche Negroamaro Wine Festival.
È stato bello entrare nei negozi e vedere che in molti lo hanno compreso. Il 13 giugno se il quorum si passa mi toccherà baciare Giacomo … Mi fa un po' senso ma un po' ci spero.
Pino De Luca
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