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Approfondimenti: Da Piazza Tahrir agli Indignados. Di Salvatore Valentino



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Approfondimenti » 04/06/2011

Da Piazza Tahrir agli Indignados. Di Salvatore Valentino

Reduce da una recente trasferta in una grande città della Spagna ci è capitato di assistere all’occupazione non violenta da parte di tantissimi giovani di una delle principali piazze cittadine.
Gli striscioni, facilmente comprensibili per noi italiani, rivendicavano la possibilità per questa generazione emarginata di poter vivere un presente più dignitoso ed un futuro meno incerto.
L’Europa dei banchieri, dei politici e degli economisti puntando unicamente alla fredda gestione dei bilanci ha penalizzato il fattore umano contribuendo a creare in tutto il continente un “conflitto generazionale” dove alla tutela dei padri fa da contraltare l’impoverimento irreversibile dei figli.

Anche da noi la mancanza di risorse da parte dello Stato impedisce investimenti in infrastrutture e conseguente creazione di nuovi posti di lavoro.
La minore disponibilità “denaro spendibile” è da attribuirsi a vari fattori.
Da un lato all’enorme mole di interessi pagati mensilmente sul debito pubblico (creato appunto dai “padri” per tutelare i vantaggi conseguiti e determinato dalle scorrerie clientelari dei politici da loro eletti), dall’altro alla spesa pensionistica con sacche di privilegio pari al 25% del totale delle pensioni erogate che raggiungono picchi a dir poco scandalosi (si legga a tal proposito il libro “Sanguisughe” di Mario Giordano per farsi un’idea più chiara).
A seguire ad una “delocalizzazione selvaggia” delle aziende manufatturiere che spostando le linee di produzione nei paesi emergenti creano disoccupazione in patria a solo vantaggio del guadagno dell'imprenditore e per concludere ad un’evasione fiscale diffusa ed in qualche modo “incoraggiata” da leggi quali la depenalizzazione del falso in bilancio o da affermazioni improvvide del presidente del consiglio che giustificano l'evasore se si paga “oltre una certa soglia”.
In conclusione la minore disponibilità di denaro si traduce in minore possibilità di creazione di sviluppo e lavoro e conseguenti minori prospettive per le nuove generazioni.

E’ necessario un ripensamento collettivo su come correggere queste storture anche a costo di andare a confliggere contro gli interessi immediati di determinati settori della società.
Il far venire meno anche della sola speranza di poter conseguire un lavoro dignitoso ed adeguato alle proprie capacità non può essere connaturato ad un sistema politico che si definisce democratico ma è assimilabile in questo aspetto alla più cupa delle dittature in quanto sottrae una delle principali libertà, quella di guardare con fiducia e serenità al proprio futuro.

Da piazza Tharir in poi un vento nuovo spira nel mondo e sono i giovani a farsene dappertutto portavoce.
Sta a noi classe politica cogliere per tempo i segnali di questo disagio e porvi adeguato rimedio venendo incontro alle loro esigenze.
In alternativa, lasciando incancrenire l’attuale situazione, ci attendono anni bui con possibili derive terroristiche come già visto durante gli “anni di piombo” fino al possibile deflagrare di rivoluzioni epocali come accaduto in Francia nel 1789 con tutti gli eccessi e la violenza che ne conseguirono, i tribunali speciali e con l'incognita di novelli Robespierre, Marat e Danton del XXII° secolo a dominarne la scena.

Salvatore Valentino
Presidente Associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”


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