Appuntamenti » 11/06/2011
Tarantula Mania @ Ex Convento S. Chiara - Brindisi
“MUSICULTURA” - IV EDIZIONE
RASSEGNA DI CONCERTI-CONFERENZA
PER IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA
Direzione scientifica: Elsa Martinelli
“TARANTULA MANIA”
Ricezione colta di suoni e ritmi nazional-popolari
Sabato 11 giugno 2011, ore 19.30
Ex convento Santa Chiara, Via S. Chiara - Brindisi
Ingresso libero
- Ore 19.30 – Relazione:
Patrizia Baldassarre (Università del Salento):
“La tarantella espressione dell’identità di un popolo”
- Ore 20.00 – Concerto:
In programma:
S. Thalberg (1812-1871): Tarentelle op. 56
G. Martucci (1856-1909): Tarantella op. 6
G. Rossini (1792-1868): Tarantelle pur sang (avec traversée de la procession)
da “Pêchés de vieillesse”
Ch. Mayer (1810-1849): Souvenir de Naple – Grand étude de concert en forme de tarantelle op. 128
G. Rossini (1792-1868): Impromptu tarantellisé
TARANTELLA
La tarantella è una danza popolare presente in molte aree del Sud, nelle quali spesso permane in forme arcaiche e remote. Connessa ai riti del “tarantismo”, il suo nome è legato a quello del ragno-tarantola contro il cui morso il ballo sarebbe nato quale terapia coreutico-musicale. Il “tarantismo” è una manifestazione di natura isterica, attribuita dalla credenza popolare proprio al morso del ragno, caratterizzata da convulsioni e agitazioni psicomotorie. Tale fenomeno antropologico, diffusosi sin dall’antichità in area mediterrane, in particolare in Puglia dove sopravvive in alcune zone del Salento, si manifestava soprattutto nei mesi estivi (periodo della mietitura) sotto forma di uno stato di malessere generale (dolori addominali, catalessi, sudorazioni, palpitazioni). Il “tarantismo” richiama una tradizione pagana che rientra nelle terapie magiche della possessione. Così nella descrizione di Platone, nelle Leggi: “Ciò di cui i Coribanti patiscono è lo stato di paura... che proviene in una qualche misura dall’anima. Quando... si contrappone ad agitazioni siffatte una scossa esteriore, il movimento che proviene dal di fuori padroneggia il movimento interno di spavento e di mania e, padroneggiandolo, si trova ad aver ricondotto nell’anima la calma e la tranquillità turbate dai penosi soprassalti del cuore. Ed è questo un grande beneficio che risveglia i Coribanti con la musica e con la danza, col soccorso degli dei ai quali ciascuno offre dei sacrifici propizi, li riconduce dalla mania alla ragione”. Ai coribanti era attribuita l’invenzione di un tipo particolare di danza orgiastica, accompagnata dal suono di strumenti a fiato e soprattutto del timpano, che produceva effetti di stordimento e di trance, eseguita da danzatori armati che nel parossismo coreutico s’infliggevano a vicenda mutilazioni e ferite. Praticata in Grecia e a Roma, tale danza aveva valore di cerimonia purificatrice e di omaggio alla dea Cibele, dea della fecondità, la Grande Madre rappresentata su un cocchio tra due leoni. Oggi la tarantella, costruita in tempo 6/8 abbastanza mosso, è una danza di corteggiamento carica di esplicazioni sessuali. È per lo più ballata da due uomini e una donna. Lo schema rappresentativo segue solitamente moduli costanti, nella figurazione della rivalità dei due maschi, eccitati dalla femmina; spesso viene eseguita da coppie di danzatori che si accompagnano con maschere e tamburello. La tarantella era ed è eseguita con strumenti diversi: ad esempio, nel Gargano, con chitarra battente, chitarre, tamburello e castagnette. Due strumenti arcaici ancora utilizzati, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, sono la zampogna e il tamburo a frizione, detto nei vari luoghi “cupa-cupa” o “putipù”. Diffuso in tutta l’Italia centro-meridionale e in Sardegna è l’organetto, strumento relativamente moderno entrato nell’uso popolare nella seconda metà dell’Ottocento (inventato attorno al 1886), usato per accompagnare sia il ballo che il canto. La tarantella è stata adottata anche nei repertori della musica colta: si ricordano, almeno, le tarantelle della Sonata in mi minore per pianoforte di Weber, la Danza per canto e pianoforte di Rossini e le versioni pianistiche di Thalberg, Mayer e Martucci. Nata da una “crisi della presenza”, dal rischio per l’uomo di essere annullato da forze naturali incommensurabili e incontrollabili, la tarantella oggi si presenta sotto forma di stilizzazioni semi-colte di tipo “napoletano” che impongono lo stereotipo al pubblico moderno e fanno di questa danza un tratto distintivo ritmico-sonoro del popolo italiano.
PATRIZIA BALDASSARRE
Patrizia Baldassarre si accosta allo studio della danza all’età di cinque anni. Nel 1979 si trasferisce a Reggio Emilia dove frequenta i corsi “sperimentali” presso la “Scuola di Balletto” diretta da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, approfondendo lo studio della danza classica (metodo Vaganova), delle danze storiche e di carattere con noti docenti della rigida tradizione russa e rumena. Nell’autunno del 1980 entra, come borsista, nell’“Aterballetto” presso il teatro “Romolo Valli” di Reggio Emilia, maturando nuove esperienze: danza libera (metodo Duncan) con Arian Ramm; danza contemporanea (metodo Limon) con Libby Nye; afro-jazz con Bob Curtis; repertorio coreografico con Vittorio Biagi; trucco teatrale e tenuta scenica con Isabella Monaco. Nel 1986 si ristabilisce nella sua città (Lecce) e fonda l’“Associazione Culturale Danzarte”, della quale è tuttora presidente e direttore artistico. Proiettata verso la didattica dell’insegnamento e la produzione di spettacoli, approfondisce le sue conoscenze maturando ulteriori esperienze artistiche con A. Minz, Bryan & Garrison, J. Pomper, A. Rainò, R. Ciuca, T. Candeloro, Carlos Palacios. Nel 1993 consegue il diploma d’Istruttore federale F.I.F. di Ginnastica Aerobica. Interessata agli aspetti storici, musicali, antropologici della danza e del teatro, intraprende gli studi universitari presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce, laureandosi nel 2005 in Scienze del Teatro Arte Musica Moda Spettacolo con il massimo dei voti e la lode. Attualmente fa parte di un gruppo di ricerca diretto da Gino Santoro, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso la Facoltà di Conservazione di Beni Culturali dell’Università del Salento, nell’ambito del quale lavora su temi di Storia della danza.
VINCENZO RANA
Vincenzo Rana si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari sotto la guida del M° Giuseppe Domenico Binetti. Si è poi perfezionato con Rodolfo Caporali a Roma, con Pierluigi Camicia a Bari e con Aldo Ciccolini nel corso triennale presso l’Accademia “L. Perosi” di Biella. Ha frequentato come effettivo i corsi estivi dell’Accademia Chigiana di Siena con Michele Campanella e quelli dell’Accademia Musicale Pescarese con Michele Marvulli, vincendo con il Concerto n. 3 di Prokofiev le selezioni finali per un concerto con l’Orchestra Sinfonica “M. Cuseìla”. Finalista al Concorso di Musica Moderna “Cata ed Ernesto Monti” di Trieste, 3° premio al quarto Concorso “Schumann-Young Chang”, finalista con diploma di merito allo “Speranza” di Taranto, 3° premio al “Premio Rendano” di Roma, 2° premio al Concorso “E. Porrino” di Cagliari, è stato anche semifinalista al Concorso Internazionale di Ginevra (CIEM) nel 1991 e unico italiano semifinalista al Concorso Internazionale “Maria Canals” di Barcellona nel 1993. Ha tenuto recital solistici presso Associazioni quali la Camerata Musicale Barese, la Camerata Musicale Salentina, la “Normale” di Pisa, l’Ascoli Piceno Festival. Con l’Orchestra della Provincia di Bari ha eseguito in prima assoluta il Concerto per pianoforte e orchestra di O. de Lillo e il Terzo Concerto di Saint-Saëns; con l’Orchestra Ico di Lecce il Quinto Concerto di Saint-Saëns. All’attività concertistica affianca da più di un ventennio quella di “collaboratore al pianoforte” e di “direttore musicale di palcoscenico” per diversi Teatri di tradizione e Festival (“Teatro Petruzzelli” di Bari, “Politeama Greco” di Lecce, “Festival della Valle d’Itria” di Martina Franca, “Wexford Opera Festival” in Irlanda, “Teatro V. Emanuele” di Messina, “Teatro Verdi” di San Severo). Ha collaborato con grandi direttori d’orchestra (D. Oren, B. Aprea, R. Palumbo, C. Rovaris), registi (L. Ronconi, D. Fo, D. Kriev, B. De Tomasi, P.L. Pizzi) e coreografi (P. Bausch). Con il Teatro Petruzzelli ha partecipato alle tournée in Egitto (Il Cairo), con “Aida”, e in Francia (Lille), con “Madama Butterfly”. Ha eseguito “Tosca” in forma di concerto e “Madama Butterfly” in due tournée negli Emirati Arabi (Abu Dhabi e Dubai). È collaboratore al pianoforte in concorsi lirici internazionali (“Tito Schipa” di Lecce, “Pietro Mascagni” di Cerignola), e in diversi concerti di grandi interpreti, quali Katia Ricciarelli (anche in programmi televisivi Rai e Mediaset), Andrea Bocelli, Giuseppe Sabbatini e Nicola Martinucci. Insegna Lettura della Partitura presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.
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