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Isola di G. Sciarra: Le fatiche di Hercules. Di Giorgio Sciarra



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Isola di G. Sciarra » 19/07/2011

Le fatiche di Hercules. Di Giorgio Sciarra

Si è fatta dell’ironia scherzosa tra il nome del Presidente dell’Autorità Portuale, Hercules (ma forse è più corretto chiamarlo Èracle) e il suo conterraneo il più grande e conosciuto eroe greco, divinità mitologica venerata come simbolo di forza e coraggio. Ercole, quello mitologico, fu particolarmente famoso per le 12 fatiche compiute come espiazione per essersi reso colpevole della morte della sua famiglia.
E’ molto probabile che l’odierno Ercole, quello presidente dell’Ente portuale, debba invece compiere qualche fatica in più delle 12 descritte dalla mitologia greca per risollevare le sorti del nostro porto che, considerate le condizioni in cui versa, rappresenta obiettivamente un’impresa assai ardua.
Tra le primissime fatiche che dovrà affrontare vi è quella di imparare la lingua italiana per più agevolmente rapportarsi col territorio – ma vista la naturale propensione dei greci per le lingue non sarà complicato -; nel frattempo gli converrà valutare i propri collaboratori e i vari componenti del Comitato portuale, perché la “testa” potrà essere anche ottima ma se le altre “parti del corpo” presentano qualche difformità questo diventa una discrasia che va a discapito dell’azione dell’Autorità portuale.
E tale argomento, la qualità della collaborazione dello staff, è un punto toccato da H.H. nel suo discorso di insediamento.
Altra “fatica” importante, sarà comprendere i meccanismi e i condizionamenti del “potere” (politico e imprenditoriale) locale che da sempre, nei fatti, influenza la vita del porto mortificandone lo sviluppo. Il discorso di insediamento di Hercules Haralambides è, in parte, condivisibile, sicuramente meritorio di approfondimenti e confronto, tranne qualche punto.

Due di queste “divergenze” sono il molo crocieristico a Punta Riso e il rigassificatore. Affrontiamoli da subito.

L’approdo crocieristico a Punta Riso, pallino del vecchio presidente Giurgola, è una operazione che richiede grossissimi investimenti senza alcuna certezza, a parte il dichiarato e teorico interesse di alcuni operatori, che sia poi davvero utilizzato per le sue reali potenzialità.
Personalmente ho sempre espresso forti perplessità sulla concreta possibilità di far giungere a Brindisi le grosse navi da crociera, poiché si tratterebbe di toglierle al porto di Bari, che non starebbe a guardare inerte. E attualmente la forza politica e imprenditoriale espressa dal nostro territorio non pare essere in grado di competere con quella barese.
L’opera, sotto l’aspetto paesaggistico di non secondaria importanza, inciderebbe negativamente sul complesso del Castello Alfonsino e dell’Isola di S. Andrea col risultato di comprometterlo irreparabilmente.
Sarebbe più saggio e pratico cercare di attrarre quel niente affatto trascurabile traffico di navi medio piccole, solitamente di «alto livello» e con passeggeri «ad alto reddito». E queste, come correttamente sostiene H.H., potrebbero ormeggiare «nel porto interno» in modo che «la città e i suoi cittadini, e non solo gli utenti del Porto» traggano «beneficio dai traffici portuali» poiché giustamente «il successo di un porto si misura dalle ricadute occupazionali, dalle entrate prodotte e dal valore aggiunto».
Quindi vale davvero la pena avventurarsi in opere ciclopiche che chissà quando vedranno la luce e non, invece, cercare di realizzare un progetto più alla portata e consolidarlo?
La «personale opinione» del presidente dell’Autorità portuale riguardo al rigassificatore è positiva pur essendo «consapevole, dell’esistenza di una significativa opposizione al progetto».
Mi permetto di rammentare al numero uno dell’ente portuale che ad opporsi non è soltanto la stragrande maggioranza dei cittadini ma anche gli Enti locali e la Regione Puglia e, se mi permette ancora, non penso che rientri nei compiti e negli interessi dell’ente da lui retto «spiegarne le problematiche (del rigassificatore) alla gente» né organizzare «una conferenza internazionale sull’energia» sarebbe forse più utile organizzare un convegno su economia marittima e logistica, argomenti sui quali H.H. può dare lezione, cercando di fare raffronti con altri porti e capire bene cosa fare.
Se vuole addentrarsi su argomenti energetici inerenti al porto può cercare di risolvere la commistione tra scarico di carbone e passeggeri e raffronti, poi, le tariffe della movimentazione del carbone con quelle di altri porti, intanto scoprirà che, in termini di peso, i passeggeri pagano infinitamente di più del carbone ma i primi sono più graditi alla popolazione brindisina. E’ auspicabile che la questione rigassificatore sia stata inserita nel discorso di insediamento come cortesia per la visita dell’ambasciatore inglese e non altro.
Porsi come immediata preoccupazione il voler «capire se la vicinanza del rigassificatore ai passeggeri possa creare una percezione negativa del Porto» è quanto meno riduttivo di fronte alla complessità del problema, anche perché far costruire un “tappo” all’imboccatura di un porto come il nostro significa condizionare e limitare altri traffici; solo per questo non vi saranno percezioni negative da pare dei passeggeri per il semplice motivo che non vi saranno passeggeri.
Sarebbe auspicabile che, sulla querelle di questo impianto, non tirasse in ballo, anche lui, l’inopportuno paragone con il porto di Barcellona, una tiritera unta e bisunta che non ha mai convinto nessuno per la sua improponibilità.

He. Haralambides nel suo discorso afferma che «in nessun altro luogo al mondo ho potuto vedere un lungomare così bello come quello di Brindisi» constatazione che fa enormemente piacere e sancisce una sorta di riconoscimento cui si dovrebbe dar seguito, per le competenze che spettano all’Autorità portuale, ad una più proficua e fattiva collaborazione e partecipazione al progetto di riqualificazione del lungomare in modo che non si fermi sino all’altezza di via Montenegro, come attualmente previsto dal Comune, ma prosegua sino a Porta Revel rimuovendo, in tempi rapidi, quegli ostacoli che impediscono la realizzazione di un intervento complessivo.
H.H. osserva, pure, la situazione indecente in cui sono costretti i passeggeri in transito a Costa Morena, una vergogna nota e irrisolta da anni e da anni offriamo questa immagine poco dignitosa del nostro porto, una pessima figura che si è ritorta con effetti negativi anche sull’immagine della città. Ecco, se non si è capaci, come non lo si è stati sinora, di risolvere con rapidità questo problema è utopistico pensare di poter ritornare ai numeri del traffico turistico di qualche lustro fa. Fermiamoci qui.
Il più famoso eroe della mitologia greca metteva in risalto la sua generosità e il suo altruismo affrontando avversari terrificanti, quindi il migliore augurio che ci possiamo fare e che facciamo al presidente Hercules Haralambides, è che egli, al pari del suo omonimo, affronti e vinca nello stesso modo i “terrificanti” e complessi problemi del porto.

Giorgio Sciarra


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