Salute » 29/07/2011
Povero Tonino, Poveri Noi. Di Maurizio Portaluri
Il parco cittadino al rione Commenda sarà intitolato a Tonino Di Giulio. Una notizia bella in un momento di cattive notizie per la salubrità dell’ambiente e per le condizioni di salute della nostra città. Al dott. Antonio Di Giulio, medico stimato e ben ricordato nella opinione pubblica brindisina, sono stati eretti già alcuni monumenti. Nei giardini di quello che fu l’ospedale Di Summa una piccola stele lo ricorda semplicemente. Nel reparto di Oncologia dell’Ospedale Perrino un busto sorveglia la sala d’attesa dei pazienti e dei parenti al sesto piano.
È giusto che il nuovo parco cittadino sia stato dedicato dall’amministrazione comunale ad un brindisino che ha operato con tanto amore per i suoi concittadini.
Riassumere in poche righe quello che ha contribuito a realizzare dagli anni ’50 fino alla sua scomparsa (1997) nel campo nella sanità, della tutela dell’ambiente, della politica e dell’agricoltura sarebbe impossibile.
Con lui nacque la radiologia nell’ospedale Di Summa e nel 1960 giunse a Brindisi uno tra i primi apparecchi di alta energia installati in Italia per la terapia del cancro. Con lui nacquero le cure e la prevenzione dei tumori in questa città.
Ma oggi Tonino sarebbe contento di come vanno le cose nei settori che curò con tanta dedizione?
Sarebbe contento di sapere che ancora non esiste un registro tumori? Che molte analisi genetiche e molecolari sui tumori devono essere inviate fuori regione? Che le macchine acquistate per la radioterapia nel 2000 aspettano ancora di essere ammodernate? Che tardano le analisi sui cancerogeni emessi da decenni dall’area industriale, come gli IPA, i metalli pesanti e le sostanze radioattive, sui terreni e negli organismi viventi (uomini compresi)? Che non si fanno ancora le bonifiche dei terreni gravemente inquinati?
Potrebbe ben dire “mi onorano con le parole e mi tradiscono con le loro azioni”.
Ma si sa, un monumento, una commemorazione ed una intitolazione a volte producono l’oblio di chi si vuole ricordare e soprattutto delle sue idee. Tocca allora a chi ne ha vera memoria il compito di impedire che l’intitolazione non diventi una operazione di archiviazione.
Maurizio Portaluri
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