Isola di G. Sciarra » 29/07/2011
L'assedio prepara un Settembre di fuoco? Di Giorgio Sciarra
Sarò stato ripetitivo e, forse, monotono per l’assiduità con cui ho trattato i temi ambientali e particolarmente quello del rigassificatore, ma è un rischio che ho corso, e corro, volentieri perché ritengo la costruzione di tale impianto l’ennesima fregatura (la brindisina ‘nfurrata) che questa città possa subire con un danno ambientale ed economico per la collettività e per il guadagno di British Gas e di pochissimi, e noti, imprenditori. Insomma il classico gioco che non vale la classica candela, anzi la cui “fiammella” rischia di “incendiare” la città e di fare terra bruciata (naturalmente quest’ultima frase va letta in senso metaforico).
Ritorno, quindi, sull’argomento per commentare alcuni aspetti particolari della diatriba che in questi giorni ha assunto, da parte della Brindisi Lng (British Gas) e da chi le è sempre stata a fianco, toni di particolare veemenza. Una alleanza che meglio si esplicita anche per l’uso di una comune terminologia - d’ora in poi metterò tra parentesi il significato di alcuni termini usati secondo il dizionario di lingua italiana Sabatini Coletti - che conferma la loro completa simbiosi (sign: associazione fra due o più individui appartenenti a specie diverse, in modo che dalla vita in comune traggano vantaggio entrambi, o uno solo ma senza danneggiare l'altro).
Ma è bene spiegare una volta per tutte come il no al rigassificatore non abbia nulla, come strumentalmente viene detto spesso, di “ideologico” (sign: condizionato da idee preconcette, da pregiudizi) poiché tale contrarietà, scevra appunto da pregiudizi, è stata ampiamente e ripetutamente motivata con dovizia di particolari sia dalle varie associazioni ambientaliste che dalle istituzioni che hanno espresso la propria contrarietà all’impianto.
Solo chi ha interesse a banalizzare e minimizzare l’altrui ruolo, volendoli relegare nell’angolo dell’approssimazione, ignora volutamente le motivazioni che sono state addotte poiché o non ha interesse a discuterle o, evidentemente, vede le proprie come inconsistenti e perdenti. Né tale “NO” può essere semplificato con la obsoleta sindrome del nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard: non nel mio cortile). Qui non si difende il giardino che fu, ma si cerca di percorrere altre strade visto il fallimento e i danni provocati da scelte imposte e rilevatisi negative.
La Brindisi Lng, nel suo ultimo “editto bulgaro” - dove minaccia denunce dopo aver precedentemente minacciato di chiedere risarcimenti miliardari -, e dal mondo sindacale quando si parla degli ambientalisti si fa precedere questa parola dal termine pseudo (sign.: primo elemento di composti del linguaggio scientifico, significa “falso”, o indica una somiglianza apparente, una qualità fittizia, semplice somiglianza esteriore). Quindi, usando questo termine composto si mira alla loro denigrazione, in altri termini si offendono. E che si tratti di offesa non c’è dubbio, perché vorrei proprio vedere la reazione di costoro se a loro volta fossero etichettati come pseudo sindacalisti o come pseudo industriali o pseudo manager. Penso che si incazzerebbero di brutto. Fortunatamente ciò non rientra dei costumi degli ambientalisti che non hanno mai fatto scadere le loro argomentazioni accompagnandole con delle inutili offese, anzi su quelle che ricevono ci ridono su.
La CNA, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha affermato di aver sempre mantenuto «una linearità di giudizio legata soprattutto al merito dell’investimento: nessun pregiudizio ideologico, così come nessuna adesione acritica, ma una ricerca costante di confronto concreto sul rapporto costi/benefici per il territorio» e che per tale motivo hanno evitato di iscriversi «ad alcuna delle fazioni che si sono contrastate in tutti questi anni» e affermano anche che sono stati sempre liberi di esprimere la loro opinione senza obbligo nei confronti di nessuno. In realtà tale organismo associativo ha da sempre sostenuto, nella libertà che compete ad ognuno e per evidenti ragioni di categoria, il proprio favore verso il rigassificatore quindi hanno, che gli piaccia o no, sostenuto le ragioni della società costruttrice e fatto parte di una di quelle che loro chiamano “fazioni” (sign.: raggruppamento che persegue i propri fini in modo intollerante, aggressivo). Ora che le opinioni di chi sostiene il rigassificatore e di chi invece lo contrasta si dividano in due gruppi è chiaro, ma chiamarle ambedue “fazioni”, visto il significato, mi sembra un po’ eccessivo e fuori luogo. Tutto si può dire tranne che i cittadini contrari al rigassificatore e che il Comune, la Provincia e la Regione abbiano mai vestito i panni dell’intolleranza e dell’aggressività. Semmai … .
La Brindisi Lng, o British Gas che dir si voglia, reclama oggi il dialogo su un progetto che definisce “nuovo” che nuovo non è, e spiego il perché. La Commissione Via nel valutare tale progetto ha ritenuto di farlo sottostare a delle numerose prescrizioni che la stessa Lng valuta come pesanti, tant’è che per alcune di esse, le più significative, ha avanzato ricorso alla Giustizia amministrativa. A mio avviso la Commissione Via avendo difficoltà a bocciare il progetto per la nota volontà governativa si è voluta “salvare l‘anima” o più prosaicamente pararsi qualcosa imponendo tutta una serie di prescrizioni la cui natura avrebbe meglio dovuto indurre a bocciare il progetto. Ma non si poteva, c’era di mezzo la parola data dal premier Berlusconi al suo collega di allora Blair, certo detta così sembra una barzelletta ma non lo è. Anche se un episodio del genere sembra catapultarci indietro nel Medioevo quando i signorotti si vendevano i feudi, terreni e persone incluse. In sostanza il progetto è sempre quello e le prescrizioni cui è stato oggetto hanno implicitamente e paradossalmente riconosciuto, contrariamente alla volontà della Commissione, tutte le sue denunciate criticità. Una osservazione banale, ma se il progetto fosse realmente “nuovo” non dovrebbe rifare tutto l’iter amministrativo? Quindi dato prova, spero, che il progetto è sempre quello, a che titolo e su quali basi si fa richiesta di instaurare un dialogo? Forse sarebbe stato più logico e civile farlo all’inizio di questa storia, una decina di anni fa, ma si preferì un’altra “strategia” per ottenere le autorizzazioni. Oggi quella “strategia” è oggetto di un processo penale e ha prodotto il sequestro del cantiere.
Questa recrudescenza dei comportamenti è tale da far prefigurare una sorta di attacco finale alla città assediata, che secondo Confartigianato «non è nelle condizioni di rifiutare qualsiasi ipotesi di nuovi investimenti per posizioni preconcette assunte senza i necessari approfondimenti» (ci risiamo!). Secondo questo assunto Brindisi dovrebbe accettare indiscriminatamente di tutto, non credo che questo sia un ragionamento sensato.
Quindi siamo alla resa dei conti, la strategia dell’assalto finale è evidente. Ed è ovvio come questa strategia miri a scardinare l’anello più debole della catena che in questo momento, proprio per l’assenza di un attore importante e autorevole come il sindaco Mennitti, è rappresentata dalla realtà istituzionale locale. Immagino che a settembre ne vedremo delle belle.
P.S.
Ho appena appreso da agenzia stampa la seguente notizia che trascrivo senza commenti: «L'Authority britannica per l'energia Ofgem ha annunciato la sua intenzione di multare British Gas Trading Ltd per 2,5 milioni di sterline, pari a poco più di 2,8 milioni di euro, per inosservanza della regolamentazione vigente in materia di risposta ai reclami dei clienti».
Giorgio Sciarra
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