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Approfondimenti: Cemento a Sant'Apollinare. Di Carlo Sciarra



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Approfondimenti » 05/08/2011

Cemento a Sant'Apollinare. Di Carlo Sciarra

Una precisazione al comunicato stampa dell'Autorità Portuale su S. Apollinare.

Carissimo Presidente,
ritengo doveroso da parte mia, dover rispondere alle Sue precisazioni, ma con delle premesse.
Ritengo che nell’attuale situazione di mercato ”passeggeri”, sia più utile, nell’immediato, rivolgere la disponibilità delle proprie risorse finanziarie a potenziare le strutture esistenti; nel nostro caso le banchine e con esse i servizi collaterali, potrebbero trovare una giusta collocazione nel seno di Levante (su ambedue le sponde ovviamente) ciò anche per motivi di diretta “osmosi” con la Città.
La”spiaggia” di S. Apollinare con annessa area archeologica - ma questo è un mio “personalissimo pensiero o sogno, una idea o esercizio accademico” - recuperarla alla fruizione della Città, senza alcuna cementificazione.
. In quanto all’essere “soggetto esterno” all’Autorità Portuale vorrei ricordarLe che quello che Lei regge è un Ente pubblico che si occupa di un territorio appartenente ai cittadini tutti, quindi stiamo parlando di interessi legati alla “res pubblica”. In Italia i cittadini hanno il diritto (L. 241 e s.m.i.) di partecipare ai processi pianificatori (qualunque essi siano)( chiamasi giusto procedimento) posti in essere dagli Enti pubblici e che impiegano risorse economiche pubbliche, ergo Interessarsi della “res publica” è un diritto/dovere inalienabile.
La L.84/94 all’art. 5 c.3 sancisce in maniera inoppugnabile che la pianificazione dei Porti vada fatta «previa intesa con il comune o i comuni interessati» e, dagli atti in questione non trovo presenza del Comune di Brindisi nelle Conferenze di Servizi, collegate a tale intervento.
Detto questo, nel Suo comunicato ci sono altri aspetti più meramente tecnici che meritano approfondimento e chiarimento.

Lei ha dichiarato che il progetto è stato approvato dall’Autorità di Bacino, mentre nel parere rilasciato il 7 luglio scorso dalla Commissione Ministero Ambiente alla lettera q) delle prescrizioni (che sono ben 23) così testualmente si legge: «La realizzazione delle opere in progetto è subordinata all’ottenimento preventivo del nulla osta di competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia».
Dov’è l’approvazione da Lei citata? Avrà sbagliato il Ministero a scrivere?

Passiamo ora all’adeguamento tecnico funzionale.
La variante approvata nel 2006 collegava la realizzazione degli accosti alla realizzazione di una nuova Stazione marittima sull’attuale piazzale, stabilendo un legame progettuale unico, ovvero l’esistenza degli uni era a giustificazione dell’altra e viceversa.
Le riporto testualmente il passaggio di cui alla DCC n. 61/2002, avente per oggetto: Richiesta di intesa alla proposta di variante al PRP : «in particolare le opere consistono: Realizzazione sulla spiaggia di S, Apollinare di tre pennelli per traghetti e ro/ro capaci di cinque nuovi accosti funzionalmente collegati con l’area ex Siac di circa 70.000 mq dove costruire la nuova stazione marittima».
Ciò stabilisce urbanisticamente un legame di previsione progettuale inscindibile, instaurando il pilastro portante della motivazione pianificatoria che ha generato la Variante al Piano del 2006. Tale indicazione programmatoria e progettuale è sancita dalla Tav 0 di detta variante, con ciò sancendo una valenza di destinazione d’uso urbanistico dell’area in questione.
L’attuale adeguamento funzionale ,a mo’ di “tappo” alla foce del fiume, ha una spiegazione nel cercare un passaggio carrabile sul mare creando un collegamento con la famigerata Stazione di Costa Morena, come da Vs. relazione.

Ma la cosa straordinaria è che in detta Vs. nota si ammette di non voler più realizzare la Stazione prevista con la variante del 2006, ma di voler realizzare una nuova altrove. E questo, se mi consente è in aperto contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti (v, decreto approvazione PRP1975) difatti l’area prescelta ha tutt’altra destinazione e il cambio di destinazione d’uso delle aree è una sostanziale variante allo strumento Urbanistico.
A supporto di quanto dico Le faccio presente che, non solo la Commissione Ministeriale ha stralciato la proposta inerente tale Stazione, ma al punto f) del voto n. 82/2010 del CTA regionale si prescrive: «che comunque è indispensabile attivare a cura dell’Autorità Portuale … la conformità urbanistica inerente la nuova realizzazione dell’Area Terminal ai sensi dell’art. 2 comma 3 del DPR 383/1994», stabilendo che tale conformità urbanistica debba essere accertata: «… prima dell’avvio delle procedure di gara d’appalto».
Quanto dico può essere confutato solo in presenza del certificato di destinazione urbanistica del sito interessato.
Qualora la detta Stazione fosse realizzata, (ma esiste quanto previsto dalla L.383/94?) potremmo, per assurdo, essere in presenza di un’opera abusiva. Mi convinca ancora che l’intervento di questa stazione non sia una nuova edificazione e non come, si legge su tutti gli atti, ristrutturazione.
La dottrina urbanistica in materia di ristrutturazione è oramai consolidata e lascia poco spazio a interpretazioni bizantine (v. T.U.edilizia DPR 380/2001)

Le faccio inoltre presente che, nella variante del 2005, la linea di costruzione dei moli aveva una distanza maggiore, dall’area archeologica, distanza imposta dalla Sopza ai Beni Ambientali e Paesaggio; tale distanza, attualmente non solo sborda tale limite, ma avvolge l’area archeologica, tanto che al punto p) della citata nota Ministeriale si richiede il rilascio di un parere di natura vincolante ... ovviamente da parte della Sopza.
A supporto della mia tesi rimando al contenuto della DGR n1190/2006 (di approvazione della variante al PRP) laddove riporta il sopralluogo in data 06/09/2004 con cui la Sopza al Paesaggio : ha chiesto ai progettisti una variante agli accosti insistente nell’arretramento della banchina adiacente l’area archeologica al limite dell’area da dragare. Variante conclamata nella Tav0. Mi scusi ma dov’è il parere preventivo della Soprintendenza Regionale al Paesaggio?
Ancora non capisco a che servano degli accosti se le navi non possono attraccare.
Il perché è semplice, mi pare di leggere che le batimetriche siano leggermente diverse da quanto dichiarato (8-10 metri).
Guardi, non lo dico io ma è scritto alla pag. 14 del Parere Ministeriale, che, per Sua comodità Le riporto: «allo stato attuale i fondali esistenti non garantiscono il pescaggio minimo necessario all’ormeggio delle navi di progetto: il Proponente dichiara che il dragaggio per l’approfondimento dei fondali sarà effettuato in una fase successiva e non è incluso nel presente progetto.».
Lascio a Lei il commento.

Per quanto riguarda i “cassoni forati” non trovo traccia negli elaborati presentati, bensì si prevede la realizzazione delle opere su pali. A questo punto non so a quale progetto Lei faccia riferimento.
Mi pongo un’altra domanda: le risorse finanziarie saranno sufficienti per quelle opere di dragaggio necessarie? Vi è forse il rischio che dopo aver impiegato cospicue risorse economiche per delle opere non poterle utilizzare o utilizzarle con notevole ritardo per mancanza di fondi?
Ovviamente vi sarebbero altri elementi da chiarire, però mi fermo per non tediarLa oltre.
Non mi spiego, però, una cosa, perchè mai Lei, porti avanti il “Piano del Past President”. La gestione del suo predecessore ha sollevato un mare di critiche e dissensi, possibile che tutto ciò non Le suggerisce nulla?
In tutta sincerità personalmente mi sarei aspettato, data la Sua provenienza Universitaria e scientifica, un approccio di rivisitazione della programmazione portuale, rivedendo e valutando tutto il Porto e non agire sulla scorta della passata pianificazione.
La prego nuovamente di scusarmi, ma La assicuro che è proprio il mio interesse per Brindisi, mia Città natale, che mi induce ad occuparmi di fatti, che non so perché, non mi dovrebbero riguardare e di rappresentare argomentazioni che a Lei possono apparire il contrario di quello che sono ma, che Le posso garantire, vogliono essere un modesto contributo per una sua crescita (della mia Città) sociale ed economica, anche a costo di apparire scocciante.
La presente con l’augurio sincero che Lei possa riuscire là dove altri hanno clamorosamente fallito.

Distintamente
Carlo Sciarra - Architetto (ma mi consideri un brindisino qualsiasi)


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