Approfondimenti » 14/08/2011

Brindisi. Di Pino De Luca

In principio c'è sempre un disordine. Non sarebbe male se qualche volta si ricomincia da tre piuttosto che da zero, ma la natura umana è sempre preminente.
Anche a Brindisi la Birra fa capolino, il Piazzale Lenio Flacco, splendido spazio a ridosso di due scalinate che separano il Porto da Piazza San Teresa e relativi Palazzi dei Poteri, è circondato da transenne che racchiudono gazebo di molteplice utilizzo.
In essi, tra gli altri, alcuni produttori di birre artigianali che spillano la dorata bevanda offrendola al consumo di visitatori di varia specie.
In compresenza con storici paninari che, in qualche caso, si sono evoluti servendo pietanze di pesce e cozze a clienti allegri e di bocca buona.
L'aspetto Sagra è preminente, lo si capisce dalla turbolenza della movimentazione dei visitatori, l'interesse del pubblico anche, lo si capisce dalla densità delle presenze. La birra, il suo racconto, la differenza tra il prodotto artigianale e quello industriale, la vitalità dei lieviti, gli stili, il plato e l'IBU rimangono sullo sfondo lontano, illustri sconosciuti ai più che continuano ad acquistare la birra per colore: bionda, rossa, scura. Assegnando alla tinta il discernimento, come per i capelli.
Ho salutato Donato di Palma (Birranova), unico mastro birraio di mia conoscenza, ho constatato che molti altri hanno preferito, forse giustamente, mandare un angelo spillatore conscio solo della differenziazione cromatica.
Poi una passeggiata sul porto, sempre affascinante, tra yacht da sogno e venditori di chincaglierie, giovani palestrati e signorine dalle gonne cortissime su gambe spesso di pari misura compensata però dallo spessore, in lontananza un “rosso e un nero”, Dario e un suo amico di colore, incontro che da solo riempie una serata di mezza estate.
Poi il ritorno e le Colonne, la scalinata e la sosta al Buena Vista per un pasto frugale. Un sarago alla piastra che accompagniamo con Calafuria fresco giusto, nell'attesa delle cozze gratinate, due gamberi come alla catalana e quella che ho ribattezzato “impeperonata di cozze”.
Una signorina albanese straordinaria ci serve con dolcezza e precisione e l'aggiunta del peperone verde alla classica impepata di cozze conferisce al piatto un aroma ed un sapore di celestiale bontà. I gamberi poi parlano da soli. Scottati, privati del carapace e conditi con una insalata di cipolle rosse, peperoni, pesca e cocomero appena marinati in vinaigrette d'olio e agrumi. Eccellente il sarago, azzeccatissimo l'amalgama del calafuria.
A chiudere con uno spumone d'altri tempi: cioccolato, crema disseminata di piccoli pezzi di cedro candito, nocciola e il cuore di pan di spagna imbevuto di alchermes e un San Marzano con ghiaccio (non ha più la potenza di un tempo ma è molto meglio di tanti altri amari di maggior nome).
Ordinato il Buena Vista, sa di lindo e fresco, senza clamore, senza urla, sotto le colonne della Via Appia, a due passi dalla casa di Publio Virgilio Marone, con il canale Pigonati di fronte e le luci del porto che fanno da contrappunto ad una splendente luna di mezz'agosto.
Brindisi è bellissima, e lo sono anche i brindisini, entusiasti per le chincaglierie e il panino con il wurstel, ma anche capaci di ascoltare i suggerimenti di una cucina lontana e farli diventare patrimonio di una città.
A presto mia piccola e bella città, piena di inutili ostacoli e vuota di ogni facilitazione, sempre indecisa sulla propria identità, incapace di scegliere tra la terra e il mare, a presto.
Ma, nell'attesa, pensa che li dove terra e mare si uniscono ci sono i posti più belli che si possano immaginare.

Pino De Luca