Approfondimenti » 23/08/2011
Un segno di gratitudine anche per il prof. Rubino. Di Giusy Carruezzo
Nei giorni scorsi ha tenuto banco sugli organi d’informazione la notizia dell’inaugurazione del Parco realizzato dall’amministrazione comunale di Brindisi sul suolo della famiglia Magrone. Per il compiacimento registrato riguardo ad una struttura di sicuro rilievo in rapporto alla crescita socio-culturale del territorio. Ma anche per il notevole interesse suscitato dall’intitolazione della stessa al dott. Tonino Di Giulio, uomo e professionista di grande spessore.
Non che Tonino Di Giulio non meritasse il riconoscimento. Era inevitabile, però, che il pensiero di molti brindisini andasse ad un altro “pioniere delle battaglie ambientali”, il prof. Franco Rubino, medico, professionista serio che ha dato tanto a questa città in termini di battaglie civili e sociali in difesa dei più deboli. Delle battaglie del prof. Rubino, non c’è famiglia a Brindisi che non abbia saputo e non abbia condiviso. Una su tutte: quella della grande incidenza, sul territorio brindisino, delle condizioni ambientali sulle malattie respiratorie.
Molte delle posizioni del professore Rubino sui temi ambientali sono state ferocemente combattute ed osteggiate. A dispetto di tutti e di tutto, e nonostante il riconoscimento postumo della fondatezza delle denunce di Rubino, la coscienza ambientalista tra i brindisini si è radicata e rafforzata, però, proprio grazie al patrimonio di idee portato avanti dal “medico degli umili”.
Pertanto, tornando alla cronaca di questi giorni ed in riferimento anche alla legittima aspettativa di alcune famiglie di Brindisi, attraverso una missiva indirizzata ad un giornale locale, circa: “Un segno di gratitudine anche per il prof. Rubino”, la “Fondazione prof. Franco Rubino”sottolinea che intende far propria, e rilanciare, la richiesta di un segno di sensibilità da parte dell’Amministrazione nei confronti di chi ha tenuto alta la bandiera della tutela dell’ambiente e della salute della gente, per una società che non perdesse di vista la dignità dell’uomo.
Va detto, per amore di verità e dovere di informazione, magari prendendo anche atto di un difetto di comunicazione, che, proprio per onorare la memoria dell’uomo e del professionista, nel 2000 è stata istituita una Fondazione a suo nome, aperta al contributo di quanti lo hanno conosciuto e stimato. Un evento nato non senza polemiche, in sintonia con l’indole del “compianto amico Franco”, un personaggio sicuramente scomodo, che dava fastidio; profondamente amato da alcuni (molti), e profondamente odiato da altri. Ma questa è altra storia.
Tante le iniziative portate avanti in questi anni dalla Fondazione che sarebbe lungo elencarle in questa sede. Una tra tutte: l’adesione al “Comitato per il nuovo modello di sviluppo e contro il rigassificatore”; con il contributo di idee ed esperienze maturate nel settore ambientale; con proposte a volte divergenti, o tenute in poco conto, mai disaggreganti e sempre tendenti all’obiettivo di risvegliare quella coscienza ambientalista la cui assenza, negli “anni cruciali” (‘80 e ‘90, per intenderci, quando il partito trasversale dell’Enel e del carbone ha tenuto in ostaggio la città e l’istituzione comune ), e per sopperire alla debolezza del movimento politico ambientalista qui da noi- in una dura realtà del Sud- frantumato in mille rivoli ed anzi sempre fagocitato dagli stessi partiti politici di Governo, spinse il prof. Rubino, ad un certo punto della sua vita, a “scendere in campo” in prima persona per combattere queste battaglie, al punto di decidere di andare personalmente a sedere sui banchi del Consiglio comunale.
Non mi soffermo su questo aspetto alla base di alcuni malcontenti di cui sopra. Una cosa certa si può dire a questo proposito: che nel deserto del partito ambientalista, sempre messo a tacere dalla politica, figure carismatiche come quella del professor Franco Rubino, del dott. Tonino Di Giulio, del giudice Michele Di Schiena, hanno saputo far crescere, a dispetto di tutto e tutti, la cultura popolare ambientalista nella realtà brindisina. E in questa direzione continua ad operare la Fondazione.
Non solo. La Fondazione aveva ottenuto che il CEA (Centro Educazione Ambientale) istituito con apposita delibera dell’Amministrazione comunale degli anni 1997-2002 presso Palazzo Guerrieri, fosse intitolato, con apposita delibera del Consiglio Comunale, al compianto prof. Franco Rubino. Una proposta motivata, allora, non solo come segno tangibile di riconoscimento dell’opera meritoria del prof. Rubino ma anche come presa d’atto della cresciuta sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali da parte dei cittadini che cominciavano a rivendicare il diritto di scegliersi un futuro diverso da quello scaturito da scelte maturate nel recente passato, in maniera scellerata e trasversale, rivelatesi fallimentari e che non in grado di garantire la tutela dell’ambiente e meno che mai la salvaguardia dei posti di lavoro. Un progetto di cui le successive amministrazioni comunali, lo sottolineo con forza, hanno fatto scempio. A prescindere dalle motivazioni.
E, nonostante, due distinte note, del 26.10 2004 e del 30.08.2005, indirizzate al sindaco con le quali si chiedeva conto di che fine avesse fatto il CEA, non è stato mai fissato un incontro con la “Fondazione prof. Rubino”. Lettera morta, insomma.
Di Palazzo Guerrieri si sta parlando in questi giorni; non certamente per capire che fine abbia fatto il Centro di educazione ambientale, visto che i fondi del Ministero dell’Ambiente destinati alla sua ristrutturazione erano vincolati alla realizzazione del CEA, ma come merce di scambio, stando alle polemiche riportate sulla stampa, tra locali in uso alla Fondazione Giannelli e il voto in consiglio comunale, in soccorso alla maggioranza, di noti esponenti del Pd locale. Su questo aspetto ci sarà modo di ritornare in altra occasione.
La Fondazione ritiene ancora oggi che un Centro di Educazione Ambientale rappresenterebbe una svolta; per ricordare chi tanto si è speso per le battaglie ambientali; ma anche come un segno di rispetto nei confronti dei tanti morti per tumori sospetti registrati a Brindisi e delle loro famiglie che, oltre al danno, piangono la beffa di un mancato riconoscimento di nesso di casualità tra danno ambientale e decesso dei propri cari
Giusy Carruezzo
Presidente “Fondazione prof. Franco Rubino”
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