Approfondimenti » 23/08/2011

A proposito di prostituzione... Di Anna Maria Padula

Ai Sindaci di Francavilla Fontana, Oria, Latiano e Mesagne
Egregi Sindaci Della Corte, Pomarico, De Giorgi e Scoditti,
desidero raccontarvi una storia: quella di una donna che proviene da un paese più povero del mio, che è arrivata in Italia con desideri, speranze, promesse di una vita migliore e che ha visto sfiorire, a suon di botte, ricatti e minacce, quei desideri, quelle speranze, quelle promesse.
Ora ha solo un desiderio: andar via da quella strada assolata, dove sosta svestita e traballante sui tacchi che le tormentano i piedi, concedendo per 20 euro quel suo corpo giovane a chi voglia pagare; abbandonare quella casa dannata, dove vive con le sue compagne sotto la sorveglianza di un pappone manesco; trovare un lavoro, per quanto umile ma dignitoso, che però la faccia, finalmente, sentire libera e padrona di se stessa, del suo corpo, del suo futuro.
E’ una storia quotidiana, cari sindaci, che probabilmente, forse perché uomini, vi riguarda un po’ meno che se foste donne: è una storia in cui ognuno di noi, insieme a quelle donne, è un po’ ferito e perde, quotidianamente, un pezzo della sua dignità umana.
Vorrei dire una cosa, a chi di voi crede che la prostituzione sia una necessità, o a chi, come afferma il Sindaco della mia città, Vincenzo Della Corte, sostiene che “a questo punto, se si deve consumare sesso a pagamento a cielo aperto con rischi sulla salute e sfruttando sessualmente gente che è già di per se sfruttata, meglio il sesso controllato a livello sanitario delle cosiddette case chiuse», auspicando, così, un ritorno alle “villette del piacere”: non dimenticate mai che NESSUNA DONNA prova piacere nel fare la prostituta; che NESSUNA DONNA sceglierebbe di prostituirsi se avesse la possibilità di fare un altro lavoro; che NESSUNA DONNA, anche tra le vostre compagne di vita, madri, figlie, amiche, potrebbe mai pensare che quelle ragazze, lì, sulla Provinciale per Brindisi, tutto sommato starebbero meglio in una “casa chiusa”.
Purtroppo, NESSUN UOMO (o pochissimi) può capire fino in fondo che cos’è il corpo di una donna: TUTTI, invece, in quanto esseri umani, dovremmo cercare di proteggere la dignità di ognuno dallo sfruttamento, dalle sevizie e dalla schiavitù, anche se esercitata tra quattro mura, con tanto di controllo sanitario.
Pensiamo, piuttosto, a esercitare controlli, a perseguire il reato di sfruttamento della prostituzione, ad invitare ad indagare sul racket che la coordina, a creare una rete di protezione e di accoglienza di quelle che sono e rimangono delle vittime, anche di una società e di un pensiero fin troppo “maschile”.
Ringraziandovi, come donna, dell’attenzione.

Prof.ssa Anna Maria Padula
(Francavilla Fontana)