Salute » 31/08/2011
Torce accese: l'aerosol del 28 Agosto. Di Maurizio Portaluri
"Anche quest'altro farà il suo predicozzo sulle torce che bruciano" dirà forse qualcuno. Poi un po' la fama del menagramo me la sono fatta in certi ambienti. Una volta un sindacalista mi disse che a sentirmi parlare di tumori e di morti un aspetto un po' nero lo avevo conquistato.
L'ARPA ha fatto un lavoro importante e tempestivo. Ha fornito dei dati informandoci anche che una centralina non funzionava e che non sempre misurano tutti gli inquinanti. E a questa carenza speriamo che si metta rimedio presto. Stando alla legge non è successo nulla di illegale perchè il numero di sforamenti annui delle polveri permessi oltre la soglia non è stato superato (ancora, aggiungerei, visto che siamo ad agosto).
Di fatto nel petrolchimico, al Perrino ed ai Capuccini si sono fatti un aerosol collettivo di polveri PM10 con tutto ciò che di tossico c'è appiccicato sopra. E anche se gli sforamenti sono nel numero permesso si sa che per ogni incremento di PM10 di 10ng/m3 c'è un incremento di ricoveri e decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie nei giorni immediatamente successivi soprattutto in settori fragili della popolazione (anziani broncopatici e cardiopatici). E l'incremento è stato di quasi 3 volte il valore massimo, fin quasi 90 ng/m3 in più della soglia, 9 incrementi da 10 ng/m3 se la matematica non è un'opinione.
Qualcuno che ne ha l'autorità potrebbe vedere i registri ospedalieri e di morte di questa settimana.
Quanto agli IPA, sono schizzati su anche quelli.
Lì non c'è una norma, dice l'ARPA e noi le crediamo.
Gli IPA sono cancerogeni noti, il loro aumento significa che il rischio di cancro in varie parti del corpo nelle popolazioni su cui sono ricaduti, compresa quella dei lavoratori, aumenterà. Peraltro parliamo di tumori che veranno diagnosticati tra molti anni. Chi vivrà vedrà.
Tutto questo per dire che il 28 agosto a Brindisi è successo qualcosa di importante e che chi ci governa, e soprattutto chi ci governerà, dovrà tenere conto del fatto che ogni attività industriale ha dei costi esterni, cioè sopportati dalla colletività. È bene che di questi costi i cittadini siano resi consapevoli e che gli stessi siano quantificati. Nasconderli, come si è fatto finora, lede la dignità delle istituzioni e dei cittadini agli occhi degli interlocutori, petrolchimico compreso.
Chi continua a pensare che per far crescere l'economia locale servono cittadini con l'anello al naso, si sbaglia, non è più il tempo e sarà presto travolto dall'indignazione dei disoccupati e dei sottoccupati i cui interessi dice di voler fare.
Maurizio Portaluri
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