Approfondimenti » 07/09/2011
Sciopero Generale: il giorno dopo. Di Pino De Luca
A Bari giornata di sole. Arriviamo presto perché presto siamo partiti. Ospite del pullman brindisino trovo posto a lato di due vecchi compagni, Uccio e François. Il primo rimasto nell'alveo originario, il secondo che ha subito il transito verso il Partito Democratico.
Discutono con passione e con precisione della situazione politica e delle vie che si prospettano a fronte di chi ha compreso da tempo che questa organizzazione sociale semplicemente ha smesso di funzionare.
Non hanno risposte, come è ovvio, ma sanno fare le domande giuste e usare un linguaggio comprensibile. Lontanissimo da quello cincischiato e asfittico al quale s'è avvinghiata drammaticamente la sinistra extraparlamentare, imparagonabile a quello del PD di Penati o di Veltroni.
In questo si racchiude la manifestazione di oggi e anche lo sciopero generale della CGIL che, si rammenti, è il più grande sindacato del paese.
All'arrivo, sotto le mura del Castello Normanno Svevo di Bari, anche se siamo i primi (pullman n°1), si intuisce che sarà una manifestazione grande. Più grande di quello che la stessa CGIL aveva preventivato. Siamo attesi in 10000, il corteo comincia ad avanzare che son le 9 di mattina, gli stendardi di 9 comuni, tante facce di tanti colori e tante bandiere, ma proprio tante nelle quali il rosso domina in forma schiacciante.
Avanza il corteo ordinato, per città, categorie, striscioni come si fa nelle manifestazioni e con alcuni gruppi che si son portati un pezzo di banda. Mi son fermato per scorrere tutto il serpentone. Tante facce note e tantissime ignote, tante delle quali si son dimenticati i nomi ma non i tratti. Manco da tanto da questo mondo e per troppo tempo questo mondo è stato tenuto chiuso. E baci e abbracci e sorrisi amari, commenti tristi e volti disperati illuminati dalla gioia di un momento di reincontro.
Arriva lo striscione di Trinitapoli e un commoventissimo inno di Mameli cantato a squarciagola da chi salvò l'onore dell'Italia e ora combatte per difendere la dignità dei lavoratori.
Guardo in lontananza verso Piazza Prefettura, sono le 11.30, la testa del corteo è già arrivata. Lascio il serpentone del quale non ho visto la coda e mi dirigo verso la piazza. È colma, sul grande palco una giovane ragazza accoglie chi arriva, compresi i lavoratori di CISL e UIL che hanno “disobbedito” ai loro dirigenti e sono in sciopero.
Annuncia, la ragazza, i nomi dei vip presenti sperando nell'entusiasmo della folla. Pecca di ottimismo. La piazza è arrabbiata, preoccupata, n qualche caso disperata. Ma è una piazza attraversata da divisioni antiche, quando viene annunciata la presenza di Fausto Bertinotti si leva un timido applauso e una bordata di fischi.
E una grande piazza della sinistra, di donne e di uomini disposti al sacrificio e alla lotta, di persone forse povere ma certamente ricchissime di dignità, che non piegano la testa per una manciata di biada, capaci di tenere anche lo stomaco vuoto per potersi guardare allo specchio e dire ai propri figli: non mi sono arreso, non sono scappato, non mi sono venduto.
Una forza immensa e una ricchezza di questo paese checché ne pensino strani mestatori di torbido come Sacconi o Brunetta.
Se solo ci fosse qualcuno capace di portare a sintesi i sogni e i bisogni di queste donne e di questi uomini, di sanare ferite profonde e ancora sanguinanti, di rendere una civile discussione come quella di Uccio e François elemento costante nel confronto di opinioni diverse …
Finisce la manifestazione, ai pullman, si torna a casa. La bandiera dall'asta lunghissima di Franco, segna il punto di raccolta.
Siamo a bordo del Pullman n°1, François è andato via con un altro mezzo, la manifestazione è finita e la conversazione si chiude tra me e Uccio, fino a diventare comunicazione visto che le nostre opinioni sono assai simili. Raccolgo una splendida espressione brindisina che non avevo mai registrato e m'appisolo al sole che entra dal finestrino.
È stata una bella giornata, con il privilegio di aver potuto rispondere a tutti i “come stai?” che mi sono stati rivolti: “io qui sto sempre bene!” Soprattutto a coloro che sanno bene quanto siano onorevoli le ferite sul petto e dolorose le pugnalate alla schiena. A loro dedico l'espressione brindisina meravigliosa che dice:”Mannaggia chi ve stravivi, ma cu li crisantemi!!!”
Pino De Luca
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