Approfondimenti » 26/10/2011
Gli anziani e "la solitudine dell'anima". Di Annamaria Negro
Il normale processo di invecchiamento rende l' individuo umano debole sia fisicamente che mentalmente, vulnerabile allo stress sia da cause ambientali sia da quelle relazionali.
Essere meno autosufficienti fa prevalere nel proprio sč quel concetto di " perdita " che ha preso il posto dei suoi successi e delle sue riuscite , delle sue sicurezze.
Ogni giorno affiora quella tendenza da introspezione che lo conduce al ritiro dalle attivitą sociali rinunciando ad una vita indipendente.
La perdita di un ruolo attivo, il sorgere della noia e della solitudine dell' anima lo spinge ad entrare in uno stato di sfiducia verso sč stesso mettendolo nella condizione di sentirsi piu' triste e piu' solo.
L' incapacitą poi, di poter gestire la propria vita senza l'intervento di qualcuno che l' aiuti nella sua non autosufficienza, innalza il sentimento della solitudine proprio per l' aumentato senso di indipedenza.
La solitudine dell'anima non č una condizione prevedibile e difficilmente si percepisce quando un anziano soffre, dal di fuori non č facile comprendere il suo senso di frustrazione e di vuoto.
Quando alcune tragedie, in terribile aumento, scuotono la societą civile, al di lą del dispiacere e del profondo dolore del momento, ci si dovrebbe documentare sulla situazione attuale degli anziani.
Bisognerebbe capire i loro bisogni aiutandoli a sottolineare a quanto di buono c'č in loro, a far svolgere un ruolo attivo nella societą magari a favore delle fasce piu' deboli, ancor piu' dove al di lą dell' aiuto fisico c č piu' bisogno della parola, dell'affetto, della compagnia.
E dal momento che anziani lo diventeremo "tutti", č solo una questione di tempo, questo modo di pensare diverso nei loro confronti puo' essere una regola di vita della societą per dare anche un insegnamento alle generazioni future.
In virtu' di quanto sopra esposto, le famiglie dovranno ridefire il proprio ruolo in una societą dedita ai ritmi del successo e al superamento dei valori passati, trascurando quelli piu' tradizionali.
Purtroppo nel nostro paese le strutture sociali per anziani sono molto carenti, vige al contrario una progressiva emarginazione e questo comporta un dolore interiore per il fatto che nessuno ascolta queste persone.
Il consumismo, la continua ricerca dei piaceri personali, l'assenza e l 'irresponsabilitą di molti politici, pesano su tutti noi ma in particolar modo a discapito degli anziani che rappresentano le nostre radici, i nostri valori, l'unico punto di riferimento che ci riporta alla nostra "umanitą perduta". Concludo questo mio intervento con una citazione di Kahlil Gibran:
"Cercate il consiglio degli anziani, giacchč, i loro occhi hanno fissato il volto degli anni e le loro orecchie hanno ascoltato le voci della vita ".
Annamaria Negro
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