Approfondimenti » 01/11/2011
Giulia e Francesco, due orgogli brindisini: Di AnnaRita Mellone
Hanno iniziato entrambi da piccoli con Teatro Città di Roby Annese: Giulia Vecchio e Francesco Rina.
Mossero lì i loro primi passi nell’arte teatrale, 5 anni per Giulia e 3 per Francesco, proprio in quella che era una bella realtà per Brindisi ed ha segnato di bei momenti l’infanzia di tanti bambini negli anni ‘90.
Nel destino di Giulia e Francesco c’era anche scritto l’incontro con Sara Bevilacqua, e da lì la folgorazione del teatro, inteso come arte che è e fa essere, tanti e nessuno, senza giudizi, nella piena libertà del presente, visto come il “qui ed ora”. Da lì la consapevolezza della passione che li ha portati ad approdare, vincenti, all’Accademia di Arte Drammatica Paolo Grassi per il Rina ed anche al Piccolo per la Vecchio, accademie entrambi di Milano. La Vecchio ha scelto Il Piccolo.
"Tante volte mi sono chiesta cosa potesse significare davvero per me "fare teatro" e sinceramente un'unica risposta credo non basti per raccontare le emozioni che ti dà un'arte così vasta quanto completa. Sicuramente non potrei vivere senza il teatro. Per me è sempre stato come incontrare la persona della propria vita, l'amore e quindi mi ha davvero riempito il cuore, a volte mi ha anche delusa, mi ha aiutata a maturare, mi ha fatto piangere, gioire e sopratutto non mi ha mai abbandonata.” - racconta Giulia Vecchio
“Ho iniziato a "recitare" quando avevo solo 5 anni con "teatro città", il laboratorio per bambini che per molti miei coetanei ha segnato i periodi più belli dell'infanzia. Ho interrotto fino all'età di 14 anni quando sono venuta a conoscenza, tramite amici, dei laboratori tenuti da Sara Bevilacqua e così ho iniziato a frequentarli. La prima impressione fu: ma dove sono finita? qui sono tutti pazzi! In realtà un po’ matta mi ci si sentivo anch'io perché dimenticare i propri limiti, non sentirsi giudicati e non giudicare, far uscire fuori dei ricordi tristi, delle paure, dei momenti felici, non è per niente facile sopratutto in un'età così difficile quale è quella dell'adolescenza.
Togliersi finalmente dal volto la "maschera" che spesso usiamo davanti agli altri è stata per me una delle esperienze più belle della vita, perché toglievo la mia ma ne mettevo un'altra sempre nuova. Su quel palco potevo diventare chiunque, una persona nuova, con dei nuovi problemi, con una nuova vita.. e questo mi ha aiutata molto a capire e ad affrontare meglio la mia età e me stessa.
Tutti i personaggi che ho interpretato mi hanno lasciato qualcosa perché io, in realtà, sono tutti quei personaggi.. e non potrò mai finire di ringraziare Sara per avermi dato le basi per capire tutto questo.”
Ed è con questo bagaglio che la Vecchio è approdata, vincente, sia al Piccolo che all’Accademia Paolo Grassi: un bagaglio fatto di sogni ma anche di concretezze che alla fine le ha fatto scegliere Il Piccolo.
Cammino molto simile per il Rina che in più ha avuto ben chiaro in se, sin da quando era piccolino, il suo sogno, tanto da arrivare a dire: “voglio imparare un perfetto italiano perché voglio diventare un bravo attore!” Da lì già si vedeva la professionalità innata e ragionata di voler realizzare un sogno, se pur ancora acerbo. La curiosità per quest’affascinante arte ha fatto crescere e maturare in lui la passione, anche in questo caso alimentata dall’incontro con Sara Bevilacqua.
“Arrivare ad affrontare i provini e i cinque giorni di intenso laboratorio teatrale, impostato sulla voce, movimento e recitazione e ritrovare la tecnica didattica messa in pratica da Sara, è stato bello e mi ha fatto sentire a casa, pur essendoci il confronto.” - ha affermato Francesco Rina che non vede l’ora di iniziare questi tre anni di formazione all’Accademia di arte drammatica Paolo Grassi – “saranno duri ma costruttivi, senza dubbio. Dopo si vedrà.”
I Meridiani Perduti sono fieri ed orgogliosi di poter annoverare, tra le loro file, questi nomi: Giulia Vecchio e Francesco Rina, due personaggi che hanno dimostrato da subito il loro talento e la loro dedizione verso l’arte teatrale, con il suo fascino ma anche con la sua difficoltà, affrontando tutto e sempre con animo fanciullesco, proprio dei grandi attori.
AnnaRita Mellone
|