Approfondimenti » 14/11/2011
Dal personalismo al popolarismo. Di Angelo Camassa
Dal qualche giorno si sta vivendo una situazione drammatica nel nostro Paese, le cui cause sono
principalmente da imputare alla politica non certamente all’economia. Infatti ci ritroviamo in questo
meandro, rischio default, perché per troppi anni si è creduto che l’uomo solo al comando fosse la
ricetta giusta. Si pensato che sostituendo la politica “fatta dal popolo” con la politica “per il popolo”
le cose funzionassero meglio.
Era sufficiente un sondaggio che indicasse che più del 50% (sondaggi che generalmente non
contano più di 3000 interviste) fosse d’accordo con una certa cosa che le decisioni politiche si
tramutavano supinamente al pseudo volere del popolo. Se poi l’uomo dei sondaggi riusciva anche
a vincere le elezioni politiche dando al “Popolo“ la sensazione di assecondarli la frittata era ed è
ben fatta. Sia chiaro che questo modus operandi con lievi distinzioni appartiene a tutto l’arco
costituzionale.
Le scelte, qualunque esse siano, vanno condivise e devono essere il frutto di una vero
coinvolgimento del popolo in cui non si rimanga sulla sensazione ma si scavi in profondità
individuando i veri problemi e le soluzioni migliori anche quelle cosiddette impopolari, che
tali non sarebbero se venissero fatte con l’apporto vero del Popolo.
Un tempo, si intende qualche decennio fa’ questa funzione di intermediazione tra la nomenclatura
politica e il Popolo avveniva attraverso le associazione non riconosciute ovvero i Partiti, che
riferendosi a delle macro ideologie, costituivano la bussola attraverso cui passava un processo
decisionale che coinvolgeva il singolo iscritto (con esso tutto il suo micro-ambiente ad esempio la
famiglia) collegandolo ad una comunità (la sezione di partito) fino ad arrivare a toccare tutti livelli
istutizionali, il consigliere, l’assessore, il sindaco, il presidente di Provincia e di Regione, il
parlamentare, il componente del governo.
Era la filiera del coinvolgimento del Popolo e della responsabilità, in cui primeggiava la
meritocrazia (la scelta degli uomini migliori a portare avanti una determinata opzione politica),
purtroppo negli anni si è degenerato prendendo scorciatoie al fine di ridurre la filiera, per farne una
“corta” il cosiddetto “leaderismo” ovvero il rapporto diretto. Questo modello, per ovvie ragione
(soprattutto numeriche) ha eliminato ogni forma di approfondimento e riflessione sostituendolo con
il sensazionalismo e l’efficacia del “messaggio corto” ovvero gli spot.
Questo “modus operandi” ha pervaso anche l’economia infatti all’Agricoltura e all’Industria
manifatturiera fatta di tante Piccole e Medie Imprese composta da tanti interlocutori, e soprattutto
colma di enormi problemi dalle soluzioni impegnative quindi con un grande lavoro da fare, si
preferito investire in servizi spesso finanziari dove avevi a che fare con pochi interlocutori (i
cosiddetti poteri forti) e la possibilità di grandi guadagni con poco lavoro.
Oggi siamo vittime dell’inganno cioè della democrazia senza “demos” ovvero senza popolo.
Dovremmo riflettere su un dato, la “maggioranza” alle elezioni politiche del 2008, ottenne alla
Camera 17.063.874 voti (persone) su un corpo elettorale di 47.295.978 e come se avessero
ottenuto il 36% del consenso degli italiani. Può un governo con queste proporzioni (non è
espressione della maggioranza degli italiani bensì solo dei votanti) far assumere decisioni vitali per
un intero Paese.
L’attuale sistema politico (si badi riguarda tutto il sistema) è vittima di se stesso non è in grado di
governare, di avviare e quindi portare a termine processi complessi di sviluppo economico e
sociale, la cosiddetta ripresa che è la vera e forse l’unica soluzione ai problemi italiani.
Cosa fare? Nell’immediato un governo di Unità Nazionale che almeno porti dalla sua i numeri
(espressione di oltre il 50% degli italiani calcolati come singoli individui) che affronti tre temi :
1. Riorganizzazione del sistema economico italiano fondato su concetto “più lavoro delle
braccia e delle menti” in sostanza recupero e maggiore azione di movimento (meno balzelli e
vincoli) da parte delle piccole e medie imprese agricole, manufatturie, della ricerca e innovazione
industriale.
2. Una nuova architettura dello stato (ad esempio una sola Camera) che tenda a rendere più
efficace i rapporti stato-cittadini, liberando da molti vincoli e consentendo l’autodeterminazione o la
responsabilizzazione dell’individuo che nel caso “sbagli” sia soggetto alla certezza della pena
commisurata;
3. Riforma della legge elettorale in senso proporzionale diretto, collegi unici in cui si affrontano le
varie opzioni politiche (partiti) attraverso una personalità da loro indicata vince l’elezione al primo
turno chi abbia raccolto suffragi superiori al 50% degli aventi diritto in caso contrario si va al
ballottaggio tra i primi due più suffragati. A livello nazionale vince il Partito che ottiene più eletti.
Eventualmente al governo possono partecipare anche personalità elette in altre opzioni politiche
purché ci sia stato un accordo ufficiale con il Partito di riferimento, pertanto non sono consenti
cambi di “casacca” qualora avvenisse lo stesso decade dal mandato. E per un “Turno” non potrà
ripresentarsi in alcun collegio. I parlamentari non dovranno essere eletti per più di due mandati. I
Parlamentari ne durante o dopo il proprio mandato potranno candidarsi per altri ruoli negli Organi
dello Stato.
Insomma si tratta di creare le condizioni di un turnover che consenta un ricambio e coinvolgimento
di più personalità espressione del popolo. Si passi, cioè dal personalismo al popolarismo.
Su questo aspetto la Nostra associazione, potendo agire su scala locale, sta operando
affinché in tutti comuni in cui si vota nella prossima primavera si possano aggregare nuove
forme politiche che recuperino dal PDL, passando dal UDC e Noi Centro arrivando al PD
tutte quelle personalità che si richiamino idealmente alla visione “popolarista” della politica
da cui discerne un modo preciso di attuare l’azione amministrativa e politica.
Angelo Camassa
(Portavoce Associazione Nova Era)
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