Approfondimenti » 25/12/2011

Un Natale sui genesis. Di Alfieri Carbone

Natali piatti quelli di quindici anni fa. E i piatti di Natale assolutamente noiosi, sempre gli stessi. Se un brindisino sposa una sua paesana cosa ti puoi aspettare a tavola, giorno 24 sera?
E se malauguratamente due fratelli di Brindisi sposano due loro concittadine e una sorella ha la sventura di fare altrettanto, la routine culinaria si triplica.
Vabbè, magari le pettole del Perrino sono appena appena più grosse di quelle della Commenda, li ncartiddati ti li Cappuccini non hanno le palline di zucchero bianche rosse e azzurre come quelle del Centro, ma i sapori sono più o meno li stessi. E siccome nella mia famiglia, pensiamo globalmente ma agiamo localmente, soprattutto a tavola, abbiamo apportato dei cambiamenti tanto da avere nei nostri album di ricordi natalizi personaggi sempre diversi e soprattutto provenienti dalle più svariate localita' d'Italia.

Da quindici anni a questa parte, abbiamo pochissimi doppioni tra le nostre foto. Ci piace cambiare. E allora ha fatto la sua comparsa alla vigilia di Natale il capitone napoletano, gli arancini siciliani, la pasta con le sarde, lo zibibbo, le ncarteddt col vin cotto di Molfetta.
Papà non è nato con una grande apertura mentale. Adesso è una sorta di Ozzy Osborne nato ad Oslo. Gli mancano i tatuaggi e i capelli biondi. Però ha la memoria corta ed ogni tanto confonde i nomi generando un po' di imbarazzo. Penso che avrebbe un po' di difficoltà anche Pico della Mirandola.

Non era un pranzo di Natale, quello di oggi. Mancavano le cuffiette per la traduzione simultanea, ma aveva tutto l'aspetto di un G8, con mia madre nella parte della Merkel che bacchettava tutti gli altri.
E don Nicola, padre siciliano ottanduenne di una delle new entry, sosia di Papa Wojtyla che parlava al cellulare col suo amico di merende, tal Spada Lucente... che spettacolo! Mi ha spiegato vita morte e miracoli dei tarocchi di Sicilia. Ha voluto sapere come si fa a raggiungere l'Ipercoop con la corriera. Ci vuole andare per sapere se hanno bisogno di arance buone, vuole fare un "bisinis".
Mi sono astenuto dal raccontargli dei tarocchi di Brindisi, quelli che non si sbucciano. Perché ai forestieri, sebbene ormai di famiglia, si raccontano solo le cose positive. La mafia, per esempio è Cosa Vostra, noi abbiamo il Monumento al Marinaio, la Colonna e la squadra di basket in Lega 2.

Tutti quanti attorno ad un camino a cantare le canzone tipiche: Sciuri sciuri, le canzoni della Santa Allegrezza(?) e "Brindisi a Brindisi".
E quando ascolti un bambino di nove anni che canta "...brindisi fazzu a Brindisi, ca è lu paisi mia" con accento romagnolo, ti vengono gli occhi luccicosi, ma pensi: siamo avanti, tremendamente moderni !

P.S.: dal Paradiso mi perdonerà l'immenso Giorgio Gaber se apporterò una piccola modifica ad uno dei suoi innumerevoli capolavori: "Vi ho presentato la mia famiglia, non si trucca, non si imbroglia ma... non è la più disgraziata d' Italia!"

Alfieri Carbone