Approfondimenti » 30/12/2011
Elemosina e giustizia sociale. Di Bruno Mitrugno
Recenti provvedimenti della Provincia di Brindisi, hanno stabilito l’erogazione di contributi ad associazioni caritative del territorio con grande sollievo di questi ultimi e immensa gratificazione e foto ricordo per chi li ha concessi.
“Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia, si eliminino non soltanto gli effetti ma anche le cause dei mali, l’aiuto sia regolato in modo che coloro i quali lo ricevano vengano a poco a poco liberati dalla dipendenza altrui e diventi sufficiente a se stessi”.
Così recita il Magistero della Chiesa, le Istituzioni pubbliche devono però essere laiche , non rispondere al magistero di nessuna chiesa, devono però operare per la giustizia sociale non per l’elemosina. br>Da tempo il degrado che avvolge il dormitorio per immigrati di via Provinciale San Vito è sotto gli occhi di tutti, la stampa locale se ne occupa continuamente, un posto abbietto che ospita circa 150 persone, pieno di topi che si regge solo grazie ad alcuni volontari che fanno capo alla Caritas che cercano di dare dignità a tanti fratelli migranti. Proprio recentemente l’Amministrazione Provinciale però ha bloccato un finanziamento regionale che prevedeva tra l’altro la realizzazione presso l’ex caserma dei Vigili del Fuoco, di una casa di accoglienza per immigrati, preferendo invece farne la sede della sua società santa teresa. Oggi la stessa amministrazione da un contributo alla Caritas per l’assistenza ai bisognosi: Voi occupatevi delle piaghe di questa società, tanto a fornire gli utenti per le vostre mense ci pensiamo noi, fate del bene, occupatevi dei relitti, l’importante non disturbare il manovratore del veliero.
A quando cari amministratori progetti di sviluppo che abbiano come obiettivo l’uomo della nostra provincia, come destinatari, persone con nomi e volti che trovano spazio solo nelle cronache cittadine, a quando interventi mirati per prevenire più che curare l’emarginazione di interi nuclei familiari messi ai margini da precarie condizioni economiche, dall’esperienza del carcere, dalla malattia ed in particolare di quella mentale .
Credo che ci sia bisogno non di contributi-elemosine ma di progetti che vedano i nostri nuovi poveri al centro dell’attenzione di chi è chiamato a responsabilità di governo della cosa pubblica. Per il prossimo anno regaliamoci un pennello di colore verde – speranza, dipingiamo gli spazi della nostra vita, ma soprattutto quella degli altri.
Bruno Mitrugno
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