Approfondimenti » 08/03/2012
L'Albania reclama San Pelino, Vescovo di Brindisi. Di Aldo Indini
Negli approfondimenti di “Brundisium.net” del 26/10/2008, riporto la storia di “San Pelino Vescovo di Brindisi”, nato a Durazzo nel 320, sotto l’impero di Costantino Magno, il quale, per sfuggire alle persecuzioni dell’empio Apostata Giuliano contro i cristiani, decide di navigare verso l’Italia, dirigendosi a Brindisi, unico rifugio per i cristiani.
La chiesa di Brindisi, fondata nell’anno di Cristo 184 da San Leucio, nel 350 viene retta dal beato Aproluco, il quale riceve Pelino, che con applauso del clero e del popolo della città, accetta di essere il successore di Aproluco.
Nel 364, per convalidare l’elezione, i due si recano a Roma ed ottengono dal Pontefice Liberio I, la conferma della nomina di Pelino a Vescovo di Brindisi
Al suo rientro a Brindisi, Pelino viene consegnato al giudice Corniculari. Questi, accusandoli di non aver adorato gli dei, lo fa condurre a Corsinio, città dei Peligni, dove, il 5 dicembre 364, Pelino viene battuto crudelmente. Le ottantacinque ferite inflisse sul suo corpo provocano la sua morte.
Le reliquie di San Pelino sono traslate a Valva, attuale Corfinio (Sulmona), ove il suo corpo è attualmente venerato nella cattedrale a lui dedicata: “S. Pelino Brundusii Episcus Pelignorum Protector”.
In un codice membranaceo del IX secolo, “Passio Sancti Peligni”, sono narrati anche la vita e il martirio del Santo, la cui festività ricade il 5 dicembre.
La prima basilica di Corfino sorge sulla tomba di San Pelino, ma la città, risorta in età longobarda con il nome di Valva, viene distrutta definitivamente dalle incursioni dei saraceni (881) e degli Ungari (937).
La costruzione della nuova Cattedrale viene ripresa e portata a termine dal vescovo Gualtiero (1104 – 1124) che la consacra per la prima volta nel 1124. Nel 1181, in occasione della deposizione delle reliquie del vescovo di Brindisi Pelino, la Cattedrale viene nuovamente consacrata.
Ma dopo quasi mille anni, San Pelino non trova ancora pace.
E' storia di oggi: le spoglie dell’ex vescovo di Brindisi, canonizzato nel 668, devono essere trasferite in Albania perchè la sua terra d’origine lo reclama. I fedeli di Corfino, però, non ci stanno e gridano "le reliquie non si toccano".
Il 23 febbraio 2012, gli abitanti di Corfino promuovono una raccolta di firme e la inviano in Vaticano. Non solo. Mentre Mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona, effettua un prelievo di reliquie, per trasferile in Albania, i fedeli di Corfino, con il sindaco in testa, entrano in Cattedrale contestando la cerimonia religiosa. Il vescovo è costretto a sospendere la liturgia e dopo un breve colloquio, decide di rinunciare - almeno per il momento - al prelievo di quelle reliquie.
E Brindisi?
Per far restare viva la memoria di San Leucio (protettore della Diocesi) e di San Pelino (protettore della Città), nel 1709, il Vescovo De Rossi fa eriger in Cattedrale due altari ancora oggi integri. Nell’abside laterale che chiude la navata sinistra (prossimo all’ingresso alla sacrestia) è rappresentato il martirio di San Pelino. A tal proposito non si può non rimarcare che resta grossa confusione sul nome del vescovo che ha eretto l’altare, a causa della sovrapposizione di lettere a vernice rispetto l’incisione sull’intestazione dell’altare.
Nel sito della Diocesi Brindisi-Ostuni, l'episcopato di Pelino, viene attualmente inquadrato nella temperie culturale del settimo secolo, negli anni che immediatamente precedono la distruzione longobarda di Brindisi del 674.
Tale nuovo riferimento cronologico, viene ritenuto più attendibile rispetto a quello tradizionale che colloca l'episcopato peliniano nel IV secolo, rende piena comprensione della biografia del santo. Tale inquadramento, però, sconvolge tutti i precedenti riferimenti storici (Casimiro, Moricino, Ughelli, Della Monaca, Guerrieri ed altri)
A questo nuovo riferimento cronologico, si aggiunge quanto riportato nell’aggiornamento della Biblioteca Santorum dell’Istituto Giovanni XXIII della Pontificia Università Lateranense, dal Gordini, in una confusione interpetrativa: "Esiste una leggendaria passio del sec. XI, che l’anonimo autore vorrebbe far credere composta nel sec. Nel sec. IV, ma sulla storicità del personaggio restano molti dubbi. Il Lanzoni, più che vescovo di Brindisi, ritiene lo fosse di Corfinio"
Interpretazioni che fanno svanire e porre dubbi su quel santo protettore che si conclude a Brindisi nel 1957 con l’installazione sul sovrastante prospetto della Cattedrale dei quattro santi venerati a Brindisi: Leucio, Pelino, Teodoro e Lorenzo; S. Pelino venne sostituito con Pio X e nel rifacimento dell’anno 2007, a sua volta, Pio X, venne sostituito da San Giustino de Jacobis.
Queste sostituzioni pongono fine alla storia nella nostra città: per alcuni, il Santo Martire Pelino Vescovo di Brindisi è inesistente.
Aldo Indini
San Pelino Vescovo di Brindisi. Di Aldo Indini
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