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Approfondimenti: Riflessioni intorno a British Gas. Di Pino De Luca



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Approfondimenti » 08/03/2012

Riflessioni intorno a British Gas. Di Pino De Luca

E dunque la British Gas minaccia di andarsene da Brindisi, minaccia di interrompere la linea di costruzione del più inutile fra i rigassificatori mai concepiti. Ha fretta la British, con questo annuncio chiama a raccolta sostenitori palesi e, soprattutto, occulti di quella sciagurata decisione.
Non è più tempo di fioretto, si passa alla scimitarra e tutti son chiamati a prender posizione che se British va via lascia orfani tanti “amici” e anche tanti “nemici”.
Sulla vicenda British le posizioni sono tante e variegate, se solo fosse esistita la clausola che il Governo Monti si appresta ad applicare (consultazione preventiva) e le tangenti fossero state versate alle persone giuste tutto sarebbe andato per il meglio (della British), invece, a questo giro, il mondo cambia più velocemente dei tempi delle “grandi opere”, come insegna anche la TAV, e cambiano anche gli interlocutori e ognuno ha le sue bocche da sfamare.
I riservisti alla pugna quindi, specialmente in campagna elettorale visto che le istituzioni democratiche sono state il baluardo insuperato.
E via alle bugie. La più grande che circola è che “Brindisi perde 800 milioni di investimento straniero e 4000 posti di lavoro.”
Bugie minacciose e ricatti sulle bugie minacciose, come usan fare estortori di bassa lega. Un capitalismo serio, che ha idee e capacità di investimento, dovrebbe comprendere a volo la grande occasione che ha di fronte: una grande area prospiciente uno dei porti migliori del mondo pronta ad accogliere installazioni e iniziative capaci di coniugarsi con il territorio e aprirsi al Mediterraneo nel tempo appena precedente la ripresa economica, nel tempo appena precedente le innovazioni del nordafrica e della evoluzione turca.
Il tempo di intessere con gli amici della Grecia un modello di sviluppo Mediterròneo fatto di turismo e commerci via mare su quello che fu il Corridoio Mediterraneo.
Purtroppo a Brindisi sembra maggioritario il capitalismo straccione cresciuto all'ombra dei potentati politici messi li a drenare risorse dello stato, imprenditori capaci di prender contributi e acquistare automobili costose, avvezzi più al pagamento di “contributi elettorali” che a soddisfare le esigenze fiscali. Un capitalismo bugiardo e miserabile che racconta le sue sfortune dando la colpa alle maestranze senza spiegare per quale ragione gli operai hanno case di ringhiera e loro inutili ville nelle quali consumano inutili vite.
Son trascorsi sette anni da quando, in un affollato meeting nel salone della Provincia di Brindisi, cercando di spiegare all'allora Assessore Losappio le incongruenze del PEAR, mi permisi di suggerire tre assi possibili per correggere almeno il grosso delle sciocchezze che erano scritte: il fotovoltaico su Brown invece che su Green, il miglioramento della rete dei trasporti, una innovativa gestione del packaging.
Dopo sette anni, e lo scempio delle campagne, sembra che la prima proposta sia giunta alle orecchie che contano. Il secondo e il terzo punto potrebbero essere sviluppati in termini di ricerca applicata utilizzando l'area di Capobianco facendo di Brindisi una città nella quale il modello di sviluppo è scelto, per una volta, dai brindisini.
Ci vogliono istituzioni colte e capitalisti veri … all'ottimismo della volontà s'accompagna, ahimé, il pessimismo della ragione.

Pino De Luca


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